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Pistocchi: “Bisogna riprendere a settembre, è ancora troppo presto”

"Mi pare solo che si vogliano tutelare interessi, anche tra Lega e SKY"

In diretta a Radio Punto Nuovo, Maurizio Pistocchi ha rilasciato alcune dichiarazioni:

“Sono per la ripresa a settembre, come l’idea di Galliani. E’ troppo presto, quando sento dire di andare verso la fase 2 e ci sono ancora circa 500 morti al giorno, mi faccio qualche domanda. In alcune regioni, come in Piemonte, il contagio sta aumentando. Condivido il pensiero di Bobo Vieri che ritiene sia troppo presto, per altro uno spettacolo senza pubblico, vale molto meno. Mi pare solo che si vogliano tutelare interessi, anche tra Lega e SKY. Lasciamo passare questo periodo, è troppo presto ancora, l’altro ieri anche i tifosi dell’Atalanta hanno scritto qualcosa a proposito: troppi morti, troppi lutti. Personalmente sono totalmente favorevole all’idea di Galliani, magari con una formula diversa, i mezzi per fare tutto ci sono. C’è una fretta ed è sempre una cattiva consigliera, tutti i virologi continuano ad avere grandi dubbi. Ieri l’INAIL ha pubblicato uno studio sulle categorie maggiormente a rischio: gli sportivi sono in questa lista. Si legge che il calcio ha debiti che sono aumentati negli ultimi 5 anni: mi sembra un sistema che cerca di salvarsi passando sopra a tutti, questo non va bene per le famiglie che hanno perso i loro cari, la salute pubblica. Sportiello, tre giorni fa, è risultato positivo al 3° tampone. Quante persone si muovo per una squadra? 200 persone a partita che moltiplicato per 10 fa 2000. Se uno di questo ha il coronavirus lo può trasmettere ed il moltiplicatore diventa una cosa importante. Le soluzioni potrebbero essere tante isolare e giocare solo in regioni meno con meno contagi, ad esempio. Per vari motivi etici e morali, ma non solo, dico che è tutto troppo caldo, fresco. Vedo tantissimi tifosi che mi dicono che non hanno voglia di sentire di parlare di calcio con tanti lutti e con una situazione generale come questa. In una situazione del genere devono esserci due linee di indirizzo che si intersecano parecchio: il decisore politico e quello sanitario, medico-scientifico. Non ho letto nessuno che ha detto di riaprire al calcio, anzi ho sentito Rezza dire che è una decisione tempestiva. Cattivo esempio dei calciatori? Vedere gente che se ne frega di fronte a migliaia di morti, ci fa pensare che questo Paese da un certo punto di vista è eticamente finito. Tutte le sere quando sento il bollettino, sto male.”

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