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Platini: “Tutte le discriminazioni vanno sanzionate, chiudere gli impianti per punire i violenti”

"Favorevole alla chiusura di settori e degli impianti per punire il marcio del calcio"

CUCCARO MONFERRATO – « Discriminazione territoriale? Non sapevo cosa fosse, lo imparo adesso». Michel Platini, presidente dell’Uefa, interviene sul tema della violenza e del razzismo, attualissimo in Italia dove le sanzioni inasprite rischiano di svuotare gli stadi. « Noi abbiamo dato delle direttive – spiega a margine del Premio Nils Liedholm che riceve da Carlo, figlio del Barone –  ma ogni Federazione è libera di aggiungere qualcosa. Noi parliamo di discriminazione, non di discriminazione territoriale».

PUNTI – I suoi racconti di pallone, sul palco di Villa Boemia a Cuccaro Monferrato, sono fatti di leggerezza e ironia: non il calcio che vorrebbe, ma quello che è, purtroppo ostaggio di una minoranza. « Al novantanove per cento è uno sport bellissimo – osserva –  l’unico globale, giocato in tutto il mondo, ricco di valori. E’ l’un per cento che racchiude i problemi: doping, scommesse, violenza sugli spalti, intolleranza. I tifosi pericolosi, razzisti sono pochi: dirigenti e politici devono aiutare gli altri ad andare stadio con i bambini. Io non sono un carabiniere, non sono io o il Milan a dover chiudere gli stadi, questi sono problemi sociali: risolverli è complicato, dovremmo occuparci di cartellini gialli o rossi, però con l’aiuto dei giudici e della polizia possiamo fare tante cose». Torna sull’interpretazione italiana: « A livello Uefa valutiamo caso per caso, attraverso la Disciplinare. Un punto è fermo: i razzisti vanno puniti con tutti i mezzi. Dobbiamo aiutare il mondo a essere migliore e non possiamo sopportare le persone stupide. Non concordo però con la proposta di togliere punti, perché in quel modo puniremmo i giocatori: l’unico modo per punire tifosi è chiudere lo stadio o alcuni suoi settori».

FAIR PLAY – C’è spazio per un duro attacco agli agenti di calciatori: « Lavorano perché i loro assistiti cambino maglia: uno come Franco (Baresi, in platea con l’ad della Juve Marotta e gli ex calciatori Maurizio Loris Boni, Andrea Valdinoci e Roberto Scarnecchia)  non esiste più perché il calciatore è un prodotto e se rimane in una squadra quindici anni non muove soldi». Il resto sono parole sul campionato: sulla Roma che vola e sulla “sua” Juventus. « Voi italiani – scherza –  siete razzisti e per questo avete sottovalutato Rudi Garcia: visto che allenatore? Noi lo sapevamo. Se può vincere lo scudetto? Con un Totti così può fare qualsiasi cosa. Non capisco le critiche alla Juve: il percorso è simile a quello dell’anno scorso». In Champions, però, pesano due pareggi, anche se nulla è compromesso e Pogba punta sulla vittoria a Madrid: « Il bello del calcio è che tutte possono vincere con tutte e tutte possono perdere con tutte. Spero per Pogba che abbia ragione». Alla lunga, però, la vittoria in Champions non regala troppe sorprese e c’è un nesso strettissimo tra potere economico e successi. Anche questo delle sperequazioni è un tema caldo, con il fair play finanziario che va avanti: « Era necessario perché il sistema stava per esplodere: ce lo hanno chiesto i presidenti, anche Moratti e Berlusconi».

Fonte: Corriere dello sport

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