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Potito come Hamsik: “Gli Internazionali la mia Champions”

Gambe e braccia, ma soprattutto un polso rubati al calcio. Una passione, quella per il mondo del pallone, mai del tutto assopita. Potito Starace, numero 41 del ranking Atp, è infatti tifosissimo del Napoli. Squadra della quale non si perde una partita “quando sono all’estero faccio di tutto per vederle”. Nessuna fan page ufficiale su facebook, solo un profilo che usa quando è all’estero per comunicare con gli amici e postare link sulle imprese di Lavezzi e compagni. Potito, come il nonno a cui è intitolato il circolo tennis sotto casa nel quale ha cominciato a tirare i primi colpi con una racchetta a Cervinara, poco più di 10.000 anime in provincia Avellino, si presenta agli Internazionali d’Italia, come nel 2008, da numero 1 del tennis azzurro. Il torneo del Foro Italico che lui – mentre in macchina da Arezzo si sta dirigendo a Roma racconta al telefono – chiama “la mia Champions League”, parte oggi nella Capitale. Al primo turno se la vedrà con l’ostico ucraino Alexandar Dologopolov. Ma Potito, che non guarda mai i tabelloni alla vigilia, in campo si sente come Hamsik: “Non ho paura e gioco sempre d’istinto”. 

Potito. Come si affrontano gli Internazionali da numero 1 d’Italia?
“Ci ero già arrivato nel 2008. Non sento particolari pressioni anche se un po’ di tensione fa bene: ti serve da stimolo. Per me è il torneo più importante che c’è. Si gioca sulla terra rossa, in casa. Ogni vittoria vale doppio. Gli Internazionali sono come la Champions League per il mio Napoli”.

Già il Napoli, lo hai seguito quest’anno?
“Sempre. Sono stato al San Paolo contro Roma, Lecce e Samp (ricorda perfettamente tutti i risultati, ndr). Quando sono in Italia (vive ad Arezzo, dove si allena), essendo un abbonato Sky, mi diverto con le telecronache del tifoso di Carlo Alvino. Mi fa morire. All’estero lo guardo in streaming su Internet. Non mi sono perso una partita”.

In campo Starace a quale calciatore del Napoli somiglia?
“E’ difficile fare un paragone. Sono due sport completamente differenti. Uno individuale, l’altro di squadra. Dire che mi piacciono Cavani e Lavezzi sarebbe quasi banale. Forse quello in cui mi rivedo di più è Hamsik. Ha fantasia e poi non ha un ruolo ben preciso, un po’ come gioco io a tennis. Puntiamo molto sull’istinto entrambi”.

Infatti quando giochi tu il Foro Italico diventa come il San Paolo

“E’ vero. Vengono molti amici che di solito riescono a vedermi solo in tv. Da Cervinara arrivano in centinaia sobbarcandosi oltre tre ore di macchina. E’ bellissimo sentire la gente così vicina incitarti. Il pubblico del Foro Italico è straordinario, mi carica molto. Però in questo sport bisogna essere più concentrati sul punto che sul pubblico. L’attenzione è fondamentale”.

Hai fatto 4 finali atp in carriera (tutte e quattro perse, ndr), non è che quella buona te la sei tenuta per Roma
Sorride. “Arrivare in finale a Roma e perderla ci sta. Scherzo ovviamente. L’obiettivo è quello di migliorare il terzo turno del 2007. Sarei già contento. raggiungere spesso la finale non è facile. Ci sono tornato dopo quasi due anni (Umago 2010, ndr) lo scorso mese a Casablanca”. 

Al primo turno c’è Dolgopolov con cui ha perso a Costa do Suipe a inizio stagione
“E’ vero. E’ tosto. Non ti dà ritmo, però io sto bene. Ho avuto un problemino alla schiena. Sono sotto antinfiammatori ma mi sto allenando bene. Sono pronto a dargli battaglia in campo”.

Il favorito di Starace per Roma?
Secco. “Nadal. E’ il più forti di tutti i tempi sulla terra e non lo dico io, parlano le statistiche”.

Tu c’hai giocato, com’è affrontarlo? Scendi in campo già sconfitto?
“No, già sconfitto no, anche se c’ho perso sempre (6 volte, ndr). Alle Olimpiadi di Pechino sono anche riuscito a portarlo al terzo, ma era sul cemento. Sai che è difficilissimo batterlo. Sulla terra ci vuole un’impresa. Non puoi giocare da fondo con lui perché ti massacra. Devi provare a variare sempre il gioco e non è per niente facile. Poi non molla mai”.

E Federer come lo vedi? Djokovic sembra avergli rubato il ruolo di anti-Nadal a tutti gli effetti
“Roger è, al momento, il tennista più forte di tutti i tempi. Dico al momento perché se va avanti così Rafa può conquistare anche più slam di lui. Diciamo che sono stati sfortunati. Se non ci fosse stato Rafa, Roger avrebbe vinto almeno un paio di Roland Garros in più, e al contrario senza Federer, Nadal avrebbe fatto suo qualche Wimbledon e Us Open in più. Nole attualmente potrebbe essere l’anti-Rafa anche sulla terra come ha dimostrato anche a Madrid. Quest’anno non ha ancora perso, può dare fastidio a Nadal anche al Foro Italico”. 

Ma voi nello spogliatoio come vivete la rivalità Nadal-Federer?
“Noi li vediamo come due animali. Mi spiego: sono due che quando stanno bene, e Rafa sta spesso bene, sono quasi imbattibili. Sono due personaggi stupendi, due belle persone che si stimano e rispettano. Io mi ritengo fortunato ad aver potuto giocare contro di loro. Viviamo una rivalità che entrerà nella storia del tennis. A me fa solo piacere se battono altri record. Dietro a loro, fino all’avvento di Nole, c’era un abisso. Basta pensare che a Monte-Carlo e Barcellona(Djokovic era assenti in entrambi, Federer solo al torneo catalano, ndr) se non ci fosse stato Rafa avrebbe vinto Ferrer.”
Un discreto arrotino per dirla con Gianni Clerici: non proprio uno che entrerà nell’Hall of Fame di Newport.

Fonte: Sky.it

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