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Prandelli ha deciso: Insigne titolare, panchina per Giaccherini

Giornata di mare calmo e cielo instabile a Palermo. E Prandelli è un po’ così. Calmo come il mare, perché la Nazionale ha lavorato bene a Coverciano e, in questi tre anni, ha sempre risposto nei momenti più importanti. Instabile come il cielo, perché fino a ieri si è portato un dubbio tattico: Giaccherini o Insigne? L’ex juventino gli consente più equilibrio tattico, perché più portato alla copertura della fascia in fase di non possesso. Quello, tra l’altro, è il lato forte della Bulgaria, che a Sofia ci torturò con Manolev, autore del primo gol. Insigne aumenterebbe invece il tasso di pericolosità offensiva. Contro avversari che si annunciano compatti dietro, in attesa della ripartenza buona, avere un incursore tecnico come il piccolo napoletano, maestro del dribbling in un fazzoletto e di rifornimenti nei pertugi, vorrebbe dire disporre di un apriscatole in più.

La tentazione — Prandelli ha provato in prima battuta un’Italia con Giaccherini, pensando a Insigne come primo cambio per sfruttare ancora meglio la sua freschezza e il suo guizzo contro avversari stanchi. Ma avvicinandosi al match gli è montata sempre più la tentazione di buttare dentro subito lo scugnizzo di Benitez per giocarsi le armi migliori nell’assalto iniziale, sotto la spinta entusiasta di Palermo. Trovare il gol lampo, vorrebbe dire spianare la partita e poter vivere di ripartenze, sotto il saggio governo di Thiag Motta e Pirlo. Ieri notte il c.t. azzurro si è addormentato contando le percentuali: 50 per Giaccherini, 50 per Insigne. Stamattina si è svegliato e ha deciso per Insigne, l’opzione più coraggiosa in linea con lo spirito della sua Nazionale.

Voglia di record — Trovare la vittoria stasera (ore 20.45, Stadio Barbera) e poi bissarla martedì a Torino, vorrebbe dire invece la certezza di esserci al Mondiale brasiliano, con due turni di anticipo. Non è mai successo nella nostra storia. Prandelli, che già ci aveva regalato una qualificazione serena all’Europeo, ha cambiato le nostre abitudini: non siamo più una squadra da difesa e contropiede, non siamo più una Nazionale che ha bisogno di sentire l’acqua alla gola per dare il meglio. Anche per questo lo cercano in tanti e la Nazionale non riuscirà a trattenerlo.

Fonte: Gazzetta.it

 

La Redazione

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