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Raid al sistema di sicurezza del San Paolo: spuntano ipotesi inquietanti

Un nuovo sopralluogo all'inizio della prossima settimana

Al momento non c’è alcuna prova che il fungo sia stato innestato artatamente nel manto erboso del San Paolo. Ma in Procura c’è già un fascicolo di inchiesta sui sabotaggi allo stadio di Fuorigrotta. L’erba non c’entra, almeno per ora. Nel mirino degli inquirenti è finito il danneggiamento doloso del sistema di videosorveglianza interno che monitora il comportamento del pubblico sugli spalti. La denuncia è datata un mese fa ed ha fatto immediatamente scattare le indagini sui possibili responsabili del raid, avvenuto proprio nelle settimane successive al cambio di gestione dell’impianto. Il Comune, infatti, aveva affidato ad una nuova ditta la manutenzione delle telecamere. Che, appena insediatasi, ha dovuto fare i conti con un danneggiamento alla rete di cablaggio per il funzionamento della videosorveglianza. Distrutti anche alcuni congegni elettronici di ripresa. Due indizi non fanno ancora una prova, ma in Procura potrebbe scattare d’ufficio una nuova indagine, riferita proprio alla devastazione del campo causata dal fungo. Non è esclusa, infatti, l’ipotesi di un collegamento tra gli episodi, sulla base di due considerazioni. La prima: mai si era presentato, al San Paolo, un fenomeno così invasivo di inaridimento del manto erboso, nonostante altre estati di grande calura ed arsura. Sia due anni fa che lo scorso anno era stata necessaria una rizollatura solo in poche aree del rettangolo verde. La seconda: oscurare le telecamere – ma è una pista tutta da verificare – avrebbe potuto facilitare o garantire l’anonimato ad eventuali sabotatori del terreno di gioco. «C’è un elemento evidente — afferma l’assessora allo Sport del Comune, Pina Tommasielli — ci troviamo al cospetto di un fenomeno che va tutto decifrato. Tra il teorema complottista e l’idea che il danno possa essere stato causato tutto da un problema crittogamico, c’è da decifrare il legame tra causa ed effetto di questa devastazione. E se anche la Procura dovesse intervenire, per quanto ci riguarda, siamo pronti alla piena collaborazione». Nel frattempo, ieri mattina il pool di tecnici e consulenti del Napoli ha effettuato un sopralluogo al San Paolo. Giovanni Castelli, l’agronomo della Lega calcio, ha già potuto constatare una prima ripresa del prato dell’impianto di Fuorigrotta. Nei prossimi giorni sarà attivata una strategia differenziata per zone del campo. Nelle aree di rigore, ritenute a maggiore stress di gioco, verrà effettuata una rizollatura per ottenere un risultato positivo immediato. In tutte le altre zone del manto erboso, invece, ci sarà una risemina con granelli speciali a crescita accelerata e protetti chimicamente per evitare che il clima possa danneggiarli. «La condizione del prato è in notevole miglioramento — ha rivelato Castelli al termine del sopralluogo — e gli interventi effettuati nello scorso week-end sono stati fondamentali sia per poter giocare la partita con la Fiorentina, che per avviare la ricrescita dell’erba. In questi giorni monitoreremo costantemente la condizione del manto erboso, per capire se bisognerà apportare dei correttivi chimici per proteggere il prato». All’inizio della prossima settimana ci sarà un nuovo sopralluogo per testare il campo in vista dei prossimi impegni del Napoli. Che dovrà giocare al San Paolo nel giro di pochi giorni: prima il campionato e poi l’Europa League

Fonte: Felice Naddeo e Monica Scozzafava per il “Corriere del Mezzogiorno”

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