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Roma, Di Francesco: “Scudetto? Pensiamo partita dopo partita. Schick fuori condizione, e sul Benevento…”

"Se guardiamo l’ultima gara, vediamo una squadra allo sfascio. Ma nelle gare precedenti..."

Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, parla in conferenza stampa alla vigilia con il Benevento in Campania: “La gara col Verona ha fatto vedere cose interessanti, quelle che proviamo in allenamento. Ho visto una crescita da parte di tanti giocatori. Gonalons? Volevo farlo giocare con la Samp, poi ho scelto altrimenti. Domani sarà in campo dal 1′, è arrivato il suo momento. È cresciuto tanto, ha quello che voglio da un centrocampista centrale: viene da un campionato diverso ma ci darà una grandissima mano, sarà quello visto a Lione. Nainggolan? Deciderò se convocarlo ma con tutta probabilità resterà a Roma, spero di recuperarlo per sabato. Ha avuto un fastidio tendineo dietro alla gamba, deve solo sfiammare. Mi auguro che ci riesca ma quasi sicuramente domani non ci sarà e spero ce la faccia per l’Udinese. Coi miei metodi qualche problema ci può essere, anche su campi non ottimali e questo comporta qualche fatica. Schick? Domenica doveva fare allenamento di recupero ma con lui parto dietro: ogni volta mi chiedete come sta. È arrivato qui con neanche cinque allenamenti fatti con la palla. E’ arrivato assolutamente non pronto a giocare, so che difficoltà ha avuto nel rimettersi al passo. Il fastidio è da vedere, questa e la prossima non sarà a disposizione; spero possa allenarsi adeguatamente per poi metterlo in campo nel modo migliore. Anche quando ha giocato, per venti minuti, ha dimostrato di non essere brillante. Florenzi? Tante gare ravvicinate sono un pericolo, in questa sarebbe un rischio farlo giocare dall’inizio. Magari puntiamo alla prospettiva di farlo giocare con l’Udinese. Defrel prima punta? È una soluzione ma in questa no, voglio portare avanti un discorso. Dzeko è in un momento positivo, in questa gara giocherà sicuramente dall’inizio lui. Il ruolo di Schick? Ha sempre provato da centravanti anche per una questione di condizione, piuttosto che da esterno. Defrel è più fresco ma per dar minuti a Patrik, per far vedere come stava, l’ho fatto entrare senza togliere Edin. Può partire anche lì, a destra, magari meno largo e più dentro al campo. Non devo pensare solo alla mia idea di gioco ma anche a quella di far rendere al meglio i miei giocatori. Roma fuori dalla lotta per il titolo? Abbiamo giocato tre partite, è tutto prematuro. Aspettiamo, partirei da domani però perché è importante vincere con il Benevento per non staccarsi. Al di là dei punti, l’importante è vincerlo. Sento sempre parlare degli 87 punti, di quel che si è fatto la scorsa stagione ma al di là dei record e della quota, serve far qualcosa di importante. I tifosi? La passione per la Roma c’è sempre stata, fa piacere vedere il calore della gente. Contro l’Atletico, quando eravamo in difficoltà, ho sentito un grande tifo, un grande calore dei tifosi e lì ho visto il vero tifoso. Spero succeda meno di andare in difficoltà, è chiaro, ma la positività della gente fa bene alla squadra, prevale. Se sono cambiato dal mio arrivo? Chi dice che sono integralista o che non penso alla difesa è poco informato. Rispetto tutti ma io sono Difranceschiano, non zemaniano. In base a quel che vedo, faccio. Cerco di leggere le situazioni, le partite. Al di là del sistema di gioco, come nel mio esordio in Champions con l’Atletico, pensavo solo alla gara e non alla mia prima. Che non curi la fase difensiva mi sembra sbagliato dirlo e pensarlo. Può riuscire o no, ma alla fase difensiva, al blocco squadra che si muove in tutte le situazioni di gioco, penso spesso e ci lavoriamo tanto. Fase difensiva e offensiva viaggiano insieme, chi pensa che ne sottovaluti una fa un grandissimo errore. Il Benevento? Se guardiamo l’ultima gara, vediamo una squadra allo sfascio. Li ho visti contro la Samp, col Toro e col Bologna: ha perso sempre immeritatamente, meritava forse anche più del pari. È una squadra organizzata, sa quello che vuole. Forse cambieranno modulo, non lo so, ma noi dobbiamo guardare in casa nostra”.

Fonte: alfredopedullà

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