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Rubati i trofei del Quarto: «Un segnale»

Sesto raid in cinque mesi all’interno dello stadio. Snobbati pc e documenti

Torna nel mirino la squadra antiracket Nuova Quarto Calcio per la Legalità: sabato notte ignoti sono penetrati negli uffici della segreteria del club, all’interno dello stadio comunale «Castrese Giarrusso», rubando trofei, coppe e targhe vinte dalla squadra confiscata al clan Polverino. Tra i cimeli trafugati anche il Trofeo della Legalità e un gagliardetto della squadra dei magistrati dell’Anm, che partecipò a fine dicembre scorso al quadrangolare insieme a Libera, Juniores Nuova Quarto per la Legalità e al team dell’ordine dei giornalisti della Campania. Un raid inquietante. L’ennesimo ai danni della squadra un tempo gestita secondo la Dda di Napoli da imprenditori collusi con la camorra e poi affidata all’avvocato Luca Catalano e alla Rete per la Legalità di Gigi Cuomo. Un’azione mirata.
Secondo le prime indagini condotte dai carabinieri della tenenza di Quarto agli ordini del maresciallo Antonio Flore, sono stati almeno in quattro a mettere a segno il raid, il sesto in meno di cinque mesi. Chi è penetrato nello stadio comunale (che non ha alcun impianto di videosorveglianza) ha avuto il tempo e la calma di smontare le grate a difesa della finestra della segreteria, di aprire dall’interno la porta di ferro e cominciare a rovistare nell’ufficio. La stampante e il vecchio computer sono stati lasciati dov’erano, su una scrivania. Così come i cartellini dei calciatori tesserati per la Nuova Quarto. Le attenzioni dei malviventi si sono concentrate esclusivamente sulla bacheca delle coppe e delle targhe con i messaggi di legalità consegnate ai dirigenti Cuomo e Catalano per celebrare il loro impegno antiracket. A terra c’erano anche cartelline scompaginate e fogli volanti.
Chi è entrato nella segreteria del «Giarrusso» cercava qualcosa di particolare? Perché ha rubato solo oggetti di scarso valore economico ma dal valore simbolico? Domande che nascondono inquietanti sospetti. I dirigenti hanno denunciato l’episodio ai carabinieri, che hanno compiuto un sopralluogo e ascoltato il racconto di Cuomo e Catalano. Una segnalazione è stata inviata anche alla procura: la squadra di Quarto è un club dichiaratamente anticamorra e, per ciò stesso, una sorta di «obiettivo sensibile» in un territorio che appena un anno fa vide l’arresto di quaranta affiliati e capiclan dei Polverino. «Non sappiamo chi abbia fatto tutto questo – dice il presidente Gigi Cuomo – Ma una serie di circostanze ci inducono a pensare che sia un chiaro messaggio diretto alla nostra squadra antiracket. Hanno lasciato computer e stampante, per rubare cose di valore economico modesto o nullo, ma dall’alto valore simbolico nel senso della lotta alle illegalità. Noi andremo avanti e ora speriamo che l’intera città di Quarto isoli questi personaggi. La cosa importante è l’isolamento culturale. Non ci fermeremo nella nostra battaglia per riaffermare la legalità».
Attestati di solidarietà sono giunti da istituzioni, formazioni politiche e associazioni del territorio. A cominciare dal coordinatore locale del Pd e membro della segreteria regionale, Francesco Dinacci, che ha ribadito che la «lotta alla camorra prosegue» e dal leader dei Verdi Francesco Borrelli, mentre i sindaci di Pozzuoli e di San Giorgio, Vincenzo Figliolia e Mimmo Giorgiano, che hanno allestito con Gigi Cuomo gli sportelli antiracket cittadini, hanno fatto appello «a tutte le forze sane della società per combattere la camorra».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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