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Sacchi esalta Insigne: «È un fenomeno, nel Barcellona sarebbe titolare da anni»

«Conosco bene Lorenzo, segnalai le sue qualità ad Ancelotti per il Psg»

Arrigo Sacchi non ha dubbi, cataloga Insigne tra i futuri campioni del calcio italiano. Da due anni, l’ex ct della Nazionale, allenatore del Milan che stupì il mondo a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta dello scorso secolo, è il coordinatore tecnico delle selezioni giovanili azzurre, dall’under 16 all’under 21, e ha avuto modo di seguire da vicino e di apprezzare le qualità di Lorenzo, che era diventato uno delel colonne della nazionale guidata da Ciro Ferrara e da pochi giorni affidata, su suggerimento proprio di Sacchi, a Devis Mangia, ex allenatore del Palermo . «Insigne – dice Sacchi – l’ho seguito prima nell’under 20 e poi nell’under 21, il Napoli ha trovato in un suo giocatore un futuro campione, un futuro fuoriclasse. Se fosse stato al Barcellona avrebbe già giocato titolare da anni, in Italia invece la mentalità è diversa. Di giovani talenti ne abbiamo molti in relazione al tipo d’investimento che facciamo, penso a Verratti, Insigne, Gabbiadini, Destro. Però nel nostro calcio si predilige l’esperienza».
Come descriverebbe Insigne?
«Per me è un talento straordinario, intelligente da un punto di vista calcistico, con buone capacità organiche ed è cresciuto tantissimo grazie al lavoro con Zeman. Si può smarrire solo se dovesse perdere la sua genuinità e le sue grandissime motivazioni. Ripeto, in prospettiva lo vedo come un futuro campione ma già nel prossimo campionato di serie A potrà essere protagonista con il Napoli. Ne parlai tempo fa al telefono con Ancelotti e gli segnalai le sue qualità».
Via Lavezzi, ora c’è Insigne a infiammare i tifosi napoletani: che ne pensa?
«Insigne non ha la potenza di Lavezzi ma è un suonatore più intonato in un’orchestra. E per me il calcio lo sapete è un gioco di squadra e non di solisti, il collettivo esalta le individualità che nel Napoli sono molte, come Pandev, ad esempio».
La vittoria sul Bayern può dare ulteriore carica al Napoli?
«Le amichevoli estive contano poco. Più dell’ultima vittoria quello che rappresenta una garanzia per il Napoli è che ormai abbia una sua identità precisa e consolidata negli anni. Al momento rappresenta una delle realtà più importanti del calcio italiano».
Il lavoro di Mazzarri è stato determinante?
«Mazzarri è uno degli allenatori più positivi del calcio italiano, ho notato che c’è sintonia con il presidente e questo è un aspetto fondamentale. E poi c’è una grande sinergia con i suoi calciatori».
In questo ritiro sta provando un modulo diverso: che ne pensa?
«Adesso i moduli si basano su quelle che sono le caratteristiche dei calciatori. Mazzarri ha ottime qualità, un tecnico bravo e che cerca di migliorarsi provando anche a variare qualcosa».
Dove colloca il Napoli in un’ideale griglia di partenza?
«Il Napoli è una realtà e va inserito nel gruppo di squadre che possono provare a lottare per il vertice. De Laurentiis sta portando avanti un progetto con delle idee valide e c’è stata una crescita costante».
Come vede Inter e Milan?
«Sono molto curioso di vedere il progetto Inter, il Milan passerà da un concetto basato su individualità uniche come Thiago Silva e Ibrahimovic a un altro basato sul collettivo. Ricordo che il Barcellona aveva Ronaldhino, Deco, Ibra e poi è diventato imbattibile quando in prima squadra sono saliti i ragazzi della Cantera e ora giocano talenti come Pedro o Busquet. E quest’anno mi incuriosisce molto vedere all’opera la Roma di Zeman».
E la Juventus?
«Ha qualcosa in più delle altre ma attenzione la Champions ti succhia tante energie e ti fa perdere punti. Il Napoli ne sa qualcosa».
Già, il Napoli giocherà l’Europa League…
«Sicuramente è una competizione meno stressante però c’è l’incognita che si gioca da giovedì e c’è meno tempo di recupero per la partita successiva. Quest’esperienza l’ho vissuta con il Parma e ci sono delle insidie da affrontare».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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