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Siena-Napoli: all’attacco del bunker tattico di Sannino

Fondamentale non perdere a Siena, meglio ancora una vittoria

Il Napoli visto a San Siro domenica scorsa non ha fatto molti passi avanti: Mazzarri nel dopogara ha dichiarato di aver visto una bella partita e un ottimo Napoli, ma in verità la partita è stata fra le più brutte del campionato. Colma di errori da ambo i lati, soprattutto si era messa bene per gli Azzurri nel finale, con il rosso a Ibra che però non ha spronato l’undici partenopeo a cercare la vittoria. Ma ai microfoni della RAI dopo la sfida di Milano, Mazzarri ha anche dichiarato qualcosa di più significativo: al di là dei presunti difetti di gioco del Napoli e delle eventuali soluzioni, quello di cui è certo è che a dover cambiare non è il modulo, e nessuno più di lui può conoscere l’assetto tattico con cui si esprime al meglio la sua squadra. Tant’è vero che, rispetto ai trenta minuti di difesa a quattro contro Cesena e Genoa, con il Milan il tentativo è durato solo gli ultimi dieci minuti, in cui si è provato senza risultati il 4-3-3. Dunque, appurato che Mazzarri è sicuro della bontà del suo 3-4-1-2, è in fondo inutile continuare a speculare su cambiamenti che non avverranno.

A questo punto è invece possibile pensare a come distribuire e far agire gli uomini all’interno del telaio preconfezionato che Mazzarri intende fedelmente preservare contro ogni avversario. Partendo dai laterali, stavolta niente staffetta e dovrebbero giocare sia Zuniga che Dossena, con Maggio inizialmente a riposo. Tuttavia si dovrà ragionare su quanto senso abbia continuare con l’interminabile serie di galoppate affannose sulla fascia e cross spediti con educata puntualità fra le braccia dei portieri avversari: sarebbe il caso forse di pensare a potenziare le soluzioni per vie centrali, dialogando di più con Lavezzi e Hamsik all’altezza della trequarti, per creare varianti rispetto alla prevedibilità dei cross difficoltosi e telefonati che di solito vengono fuori andandosi a impantanare nei pressi della linea di fondo. Resta da risolvere anche il problema del centrocampo: occorre gestire la situazione-Inler, posizionare Hamsik (più indietro o più avanti?) e decidere in che modo dare spazio a Dzemaili che, pur con alti e bassi, sembra il più in forma dopo Gargano. E proprio l’uruguaiano pare destinato ad accomodarsi accanto a Maggio in panchina, anche lui per un meritato riposo.

La semifinale di coppa Italia è un’occasione ghiotta per puntare finalmente ad un trofeo: il sistema torna quello classico dell’andata e ritorno, e contro una squadra come quella di Sannino, in grado di pietrificare le potenzialità offensive degli avversari (ultima vittima la Juventus a Torino), sarà fondamentale non perdere a Siena. Di base il Napoli dovrebbe puntare alla vittoria già fuori casa, ma anche un pareggio con gol non sarebbe da buttare. L’importante è non andare in svantaggio, altrimenti la rimonta sarebbe molto difficile di fronte a un avversario che si chiuderebbe ancor più di quanto è in grado normalmente di fare. Se Mazzarri si affiderà, come è sembrato plausibile, a un centrocampo tutto svizzero, Dzemaili dovrà farsi prestare i polmoni da Gargano se non vorrà rinunciare alle sue solite incursioni offensive: trascurare la fase di copertura quando il Napoli difende sarebbe un suicidio. Per il Napoli, fare la partita non sarebbe un male, ma scoprire troppo il fianco sì: fondamentale non lasciarsi sorprendere dal Siena in contropiede. Dunque massima attenzione difensiva, e personalità nella gestione palla: basterebbe risolvere l’ormai cronico problema della costruzione del gioco fin troppo imprecisa per rendere letali le sortite offensive di Cavani e compagni.

In definitiva, all’ordine tattico del Siena andrebbe contrapposto lo stesso equilibrio, e per vincere sarà necessario far valere, su questa base bilanciata, il diverso spessore tecnico di cui il Napoli, sulla carta, gode. In aggiunta, sarebbe un bene se venissero incrementate la dosi di aggressività e concentrazione, un po’ carenti ultimamente. In panchina, poi, ci sono anche gli “assi nella manica” Pandev e Vargas, che potrebbero sorprendere gli avversari nel finale per sbloccare un match che, salvo sorprese, finirà per orbitare a lungo intorno allo zero a zero.

 

Queste le probabili formazioni di giovedì:

 

 

 

 

 Lorenzo Licciardi

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