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“Sono altoatesino e non napoletano”, per Patrizio Oliva invece è un razzista

"I napoletani vincono medaglie con le proprie forze, senza doping"

ROMA – Sono sei gli indagati per il caso doping di Alex Schwazer: l’atleta, l’ex allenatore Michele Didoni, i medici della Fidal Giuseppe Fischetto e Pierluigi Fiorella, la dirigente del settore sanitario e antidoping della Fidal Rita Bottiglieri e il cavaliere austriaco Karl Wechselberger.
Didoni è accusato di aver «concorso nel delitto ipotizzato di commercio di sostanze dopanti, in quanto si accordava con Schwazer per l’acquisto di farmaci» . Secondo la Procura di Bolzano, commissionò l’acquisto di epo in Turchia per venderlo ad altri atleti. Tra cui forse proprio Wechselberger, 43 anni, la cui casa di Prati di Vizze in Alto Adige è stata perquisita dai militari dell’Arma. Da quanto risulta dalle indagini, Schwazer avrebbe telefonato più volte dalla Turchia a Wechselberger, che per parlare con il marciatore si sarebbe servito di una scheda telefonica intestata ad un cittadino straniero (estraneo alla vicenda).

FIDAL – Ma emergono pesanti accuse anche contro la Fidal e il Centro sportivo dei Carabinieri, colpevoli – secondo gli inquirenti (i sostituti Giancarlo Bramante e Lorenzo Puccetti) – non solo di carenze sul versante dei controlli, ma addirittura di connivenza. E’ quanto emerge dalle carte sulle indagini pubblicate ieri dal Sole 24 Ore .
Giuseppe Fischetto, Pierluigi Fiorella e Rita Bottiglieri sono accusati di aver partecipato a «un medesimo disegno criminoso, concorso a favorire l’atleta Schwazer nell’utilizzo di farmaci» . Il Sole 24 Ore  riporta il contenuto di alcune mail compromettenti. Come quelle che Fiorella scambia con l’atleta alla vigilia dell’Olimpiade di Londra: «Ciao scoppiato, come sta procedendo la settimana?» . E ancora: «La decisione sulla permanenza a Londra o meno spetta a te, ma ricorda che certamente alla Iaaf “puzzera” questo tuo andar su e giù» , riferendosi alla scelta di Schwazer di non soggiornare a Londra tra le gare della 20 e della 50 km, ma fare avanti e indietro con la Germania. E nel post scriptum aggiunge: «Se fai qualche stronzata, ti taglio le palle» . «Posso giurare che non ho fatto niente di proibito…  – la risposta di Schwazer – Sono altoatesino, non sono napoletano» . Una frase sgradevole, che ha provocato ieri la reazione di Patrizio Oliva, napoletano e olimpionico nei superleggeri a Mosca 1980: «Schwazer non è solo uno sportivo scorretto ma anche un razzista. I napoletani vincono le medaglie d’oro con le proprie forze, senza doping» .
Per i sostituti di Bolzano «si può ritenere che Fiorella sia pienamente consapevole dell’utilizzo nel corso degli anni di pratiche di doping da parte dell’atleta» .

SOSPETTI – Ma anche Fischetto avrebbe saputo che Schwazer si dopava. Informato il 4 aprile 2012 dal responsabile dell’antidoping della Iaaf, Thomas Capedeville, sull’esito di un test a sorpresa, aveva risposto: «Ciao Thomas, assolutamente sicura manipolazione. Ci metto le mani sul fuoco. Dobbiamo seguirlo molto da vicino… Non ci sono dubbi» . Eppure «nel corso delle indagini  – scrivono i magistrati – non sono emersi elementi dai quali risulta che l’indagato Fischetto abbia segnalato agli organi competenti del Coni la necessità di effettuare controlli ematici e antidoping nei confronti del marciatore, così come obbligo giuridico a lui incombente nella sua qualità di sanitario della Fidal e della Iaaf» .
I Carabinieri hanno scoperto che Schwazer negli anni si era costruito il proprio profilo ematologico personale, facendosi testare autonomamente. Il che ha portato gli inquirenti a concludere che il marciatore «già durante la preparazione per i Giochi di Pechino 2008 (e forse ancor prima), sia stato sottoposto a trattamenti farmacologici o a manipolazioni fisiologiche» .

AUTOSOSPESI –  Chiamati pesantemente in causa e iscritti sul registro degli indagati, Fischetto e Fiorella nella serata di ieri si sono autosospesi dal loro incarico, mentre Rita Bottiglieri ha chiesto di essere destinata ad altro incarico.
Sulla scorta delle rivelazioni sull’inchiesta di Bolzano, la Procura antidoping del Coni ha aperto un fascicolo su eventuali complicità nel caso Schwazer. Chiesta a Bolzano l’acquisizione degli atti.

Fonte: Corriere dello Sport

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