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Sotto inchiesta i contratti di Lavezzi e Chavez

Gli stipendi e le indennità corrisposte ai giocatori e ai rispettivi agenti. I contratti di compravendita, gli accordi con altre società, la gestione dei diritti all’immagine, il versamento di premi e compensi. Eccoli i punti che spingono la Finanza nella sede di Castelvolturno (ma anche negli uffici romani del palazzo della Filmauro) e, sempre nella Capitale, nella sede della Figc. Un doppio sopralluogo, stesso target, secondo quanto emerge dal decreto di acquisizione atti firmato dalla Procura di Napoli: raccogliere tutta la documentazione amministrativa e contabile relativa alla gestione dei calciatori tesserati dal 2008 al 2012, mettere a fuoco tutti i passaggi seguiti nei vari atti di compravendita. Indagine ad ampio spettro, sono stati acquisiti documenti contabili e amministrativi degli ultimi quattro anni, a partire da un punto di partenza: l’attenzione – almeno come spunto introduttivo – cade sull’acquisto e sulla cessione di Ezequiel Lavezzi e Cristian Chavez, due argentini seguiti dallo stesso procuratore. Una triangolazione che ha spinto la Procura ad accelerare, in una vicenda investigativa che è solo alle battute iniziali e che potrebbe fare da apripista anche per l’analisi di altre posizioni o per l’incrocio di dati con gli organi inquirenti di altre città. Vicenda complessa, una premessa però è doverosa: al momento non risultano persone iscritte nel registro degli indagati, si lavora su un fascicolo aperto nel 2007, nell’ambito di alcune indagini sul tifo violento. Qui però non c’entrano tafferugli o tentativi di estorsione nei confronti della società calcio Napoli, ma il pool di inquirenti è lo stesso. Inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Gianni Melillo, capo della sezione reati legati a manifestazioni sportive, al lavoro i pm Antonello Ardituro, Stefano Capuano e Vincenzo Ranieri. Si parte da una ipotesi iniziale – quella di dichiarazione fraudolenta – ma al momento le indagini procedono contro ignoti e non si fa fatica a studiare il tragitto investigativo. Perché bussare alle porte del Napoli e della Federazione? C’è innanzitutto l’esigenza di operare un raffronto: occorre confrontare i bilanci del club azzurro con quelli depositati in Federazione, per capire se ci sono eventuali anomalie. Si procede dal caso singolo ad uno scenario ancora tutto da descrivere. Ma non è l’unico screening in queste ore. Al lavoro i militari del nucleo di polizia tributaria agli ordini del colonnello Nicola Altiero, decisivo lo spulcio delle fatture, anche in relazione a una possibile analisi di documentazione bancaria. Qualche esempio per entrare nell’ottica investigativa: quanto è costato il calciatore «X»? Quanto è stato versato in termini di premi e di indennità? Che tipo di rapporti stabiliti con il suo agente? Sono i dati esibiti ieri mattina dai manager del club azzurro, su cui ora insistono gli inquirenti.
Inchiesta esplorativa, si lavora su uno sfondo ancora più ampio: sono i pagamenti estero su estero, il vero e proprio punto chiave degli accertamenti condotti in queste ore dai militari napoletani. Fatti i dovuti riscontri tra Napoli e Roma, tra informazioni rese dal club azzurro e quelle depositate in Federazione, il vero e proprio salto di qualità delle indagini risiede nelle informazioni da ricavare all’estero: negli intrecci societari con altri club, nel lavoro svolto da agenti o procuratori, nelle tracce lasciate in mezzo mondo, quando si tratta di portare in Italia un atleta di un altro paese. Lo spunto iniziale, ormai è chiaro, è in quella triangolazione di rapporti – al momento da considerare come formalmente corretta – tra i calciatori Lavezzi e Chavez e il loro procuratore Alejandro Mazzoni. Storia nota, almeno per quanto riguarda gli atti di compravendita: un anno fa, siamo a metà del 2011, Lavezzi decide di non lasciare Napoli, di concedersi un altro anno con la maglia azzurra e viene acquistato il connazionale Chavez. Un anno dopo, i due argentini lasciano la città per due mete differenti, in una trattativa curata ancora da Mazzoni. Spiega l’avvocato della società Mattia Grassani: «Abbiamo consegnato gli atti chiesti dalla Finanza, massima trasparenza. Non si è trattato di acquisizioni particolarmente onerose, ma di atti depositati anche in Lega Calcio e verificati dalla Covisoc e dai consulenti esterni della Deloitte. Dunque erano atti e documenti alla luce del sole».
Nulla di irregolare al momento, ma l’intreccio di dati offerti agli inquirenti diventa il primo passo di una vicenda investigativa che spinge ad ampliare il raggio d’azione. E a ripercorrere a ritroso tutta la storia economica e manageriale del Napoli negli ultimi quattro anni.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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