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Tardelli: “Calcio italiano da rifondare, non c’è più identità. Rinunciare a Insigne è davvero incomprensibile…”

"Il declino non è iniziato pochi mesi fa o pochi anni fa: gli ultimi Mondiali sono stati uno peggio dell’altro"

Italia eliminata dal Mondiale come non accadeva dal 1958. Uno che con la maglia azzurra ha scritto la storia come Marco Tardelli, prova a trarre le sue conclusioni in un’intervista rilasciata a Il Mattino: “Il calcio italiano dovrà risalire costruendo, cercando giovani e idee, in questo senso ripartire dopo aver raschiato il barile può essere un vantaggio”. Da cosa può ripartire il calcio italiano: “Si è smarrito totalmente, non ha più un’identità. Bisogna riformalo completamente ,in modo radicale, netto. Il declino non è iniziato pochi mesi fa o pochi anni fa: gli ultimi Mondiali sono stati uno peggio dell’altro, è una caduta in verticale iniziata nel 2006 almeno. E nessuno ha compreso i segnali che arrivavano, nessuno ha capito la gravità di certe sconfitte o di certe prestazioni”.

Un giudizio sul movimento in generale: “Nella nostra serie A non mi pare che la qualità sia aumentata, anzi è molto calata. I giovani non sognano il passo seguente, ma subito il grande palcoscenico. Io avevo conati di vomito prima di entrare in campo e non dormivo di notte dai dubbi su me stesso”. L’idea delle seconde squadra da mandare in campo in serie B o in serie C: “Non risolviamo il problema così. Il punto non sono i campionati da riformare, il problema è che bisogna iniziare ad azzerare la Federazione. E non mi riferisco solo al presidente ma a tutti i livelli. Perché si fanno danni ovunque”.

Il calcio italiano e i cambiamenti: “Bisogna cominciare da Tavecchio ma giusto per trovare il primo. Poi bisogna continuare con tutti gli altri. Ventura come unico capro espiatorio? A noi piace trovare subito un colpevole da dare in pasto all’opinione pubblica. Ma chi l’ha scelto, chi ha fatto delle strategie che si sono rilevate fallimentari e magari non si vedono, devono tutti lasciare le poltrone che occupano”.

Quello dei troppi stranieri è un falso storico secondo Tardelli: “È un finto problema. Gli stranieri sono ovunque, anche in Germania e in Spagna che però sono ormai stabilmente in cima al mondo. La nazionale tedesca è piena di turchi e polacchi naturalizzati ma la differenza la fa la loro organizzazione. Che è stellare, unica, inimitabile”. Lui debutta con Bearzot a 21 anni e a 23 va in Argentina. Nel frattempo ha vinto due scudetti e una coppa Uefa con la Juventus. Non è che i nostri maturano troppo tardi? “E per altro molti non hanno l’abitudine a giocare ad altissimi livelli. Quelli che sono andati all’estero non hanno fatto bene. Il problema della nostra serie A è che non c’è più un campione italiano: dei Del Piero, Totti, Baggio e Pirlo si sono perse le tracce”.

Sulla Svezia: “Arriverebbe a metà classifica nel nostro campionato. E poi rinunciare a Insigne è una cosa davvero incomprensibile”. I ruoli dei club in questa fase: “La smettano di intromettersi nelle faccende della Nazionale, siano di appoggio e non di intralcio. La smettano di lamentarsi per paura che i calciatori si stanchino o si facciano male“.

Ventura si doveva dimettere subito per Tardelli: “Sono deluso perché non lo ha fatto. Nei playoff ha fatto confusione ,ha messo in campo una squadra confusa con Gabbiadini che ha giocato in tutto 36 minuti con l’Italia prima di lunedì. Cambiare modulo per Insigne? Chi va in nazionale deve saper giocare in ogni modo. Ma fare ameno di lui è stata una cosa che non trova spiegazioni”.

Fonte: gianlucadimarzio

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