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Tempi stretti per i processi del calcio, adesso è corsa per patteggiare

È una corsa contro il tempo per le 13 società (12 senza l’Ancona fallito) e i 45 tesserati deferiti dal Procuratore Stefano Palazzi nell’ambito del calcioscommesse. I due processi, visto che la Commissione disciplinare presieduta da Sergio Artico ha deciso di separare i filoni d’inchiesta sono imminenti: l’1 e 2 agosto quello sugli atti di Cremona; il 3 e 4 quello sugli atti baresi. Si vaglia inoltre la possibilità di creare due Commissioni per arrivare alle sentenze quanto prima e delineare la situazione soprattutto in serie B, dove Lecce e Grosseto rischiano di finire in Lega Pro, creando un vuoto che Vicenza e Nocerina sono pronte a occupare.
«Il diritto sportivo non può avere i tempi di quello ordinario. Ma arrivare a tempi così celeri come quelli imposti da queste indagini è difficile: in un solo weekend dovremo preparare la nostra memoria» lamenta l’avvocato Giulia Bongiorno, che tutela le sorti della Sampdoria che rischia di sporcare il ritorno in A con una penalizzazione, così come Bologna, Torino e Siena. L’Udinese, invece, deferita per omessa denuncia, può subire al massimo un’ammenda. Le società (oltre alle citate ci sono anche AlbinoLeffe, Bari, Novara, Portogruaro e Varese) si sono dichiarate «estranee ai fatti» e il Lecce è pronto a rivolgersi al Tar e al Consiglio di Stato mentre il patron del Grosseto ha definito «vergognoso» il procedimento ormai prossimo.
Tra i 45 tesserati, però, c’è chi ipotizza di patteggiare e rendere le squalifiche meno amare (si ridurrebbero di un terzo). 33 i deferiti per illecito che temono uno stop di almeno tre anni. Tra questi, il capitano del Bari Andrea Masiello, autore della fitta rete di contatti con giocatori e amici scommettitori, dovrà rispondere di sei illeciti. Tanti quanti le partite per cui è stato deferito il Bari. E un Bari-Udinese accomuna Simone Pepe all’ex Bari e al suo compagno nella Juve, Leonardo Bonucci. Il difensore della Nazionale è tirato in ballo direttamente da Masiello, ma con i federali si è giustificato: «Posso immaginare che lui possa aver covato nei miei confronti una sorta d’invidia per la mia carriera».
Nella corsa al patteggiamento potrebbe rientrare anche il tecnico bianconero, Antonio Conte. La doppia omessa denuncia per le partite con Novara e AlbinoLeffe, quando era alla guida del Siena, potrebbero costargli con il patteggiamento 4-8 mesi di stop. Probabile quindi che il salentino metta da parte l’orgoglio con cui si è finora difeso dalle accuse dell’ex Filippo Carobbio, condizionate, secondo lui, dall’acredine per un permesso non concesso al giocatore che voleva assistere la moglie incinta.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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