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Tra campionato e Coppa Italia cinque bomber sfideranno gli azzurri

Da Miccoli a Gilardino, per cercare di blindare la porta azzurra

I «vecchi» che avanzano minacciosamente incontro a De Sanctis hanno storie personali che gonfiano gli almanacchi e in questo gennaio «torrido», da consumare attraversando i campi (e gli aeroporti) di mezz’Italia, ciò che resta all’orizzonte è la minaccia cupa di trovarsi incontro cecchini specializzati. Dalla «Favorita» al «Marassi» genoano, in ventuno giorni con il piede sull’acceleratore, c’è quanto basta per allertare un plotone di corazzieri e sistemarli belli carichi, in attesa degli eventi. 

PICCOLA PESTE -Si comincia con Miccoli, che spunta dal sacco della Befana con tutta la sua straripante ammirazione che ha per Maradona, una sorta di devozione che l’ha spinto in passato ad acquistare persino l’orecchino sequestrato dal fisco a Diego: venticinquemila euro per tenere nel cassetto quel cimelio, per sentirsi più vicino all’idolo della propria gioventù e magari per aspettarlo, un giorno, e restituirglielo. Miccoli è il nemico carissimo di Morgan De Sanctis, che contro il Romario del Salento, due anni fa, avviò la sua strepitosa serie di rigori parati (tre, poi toccò a Lucarelli e a Di Natale); ma Miccoli è anche la piccola peste che ha il fisico e la rapidità e la brillantezza per andare a dar noia ad un reparto composto da autorevoli antagonisti di stazza superiore. Nel 2008-2009, al san Paolo, gol di Miccoli, ma dal dischetto, e due dei tre centrali dell’epoca erano Cannavaro e Aronica, uomini avvisati da questo trentaduenne scaltro.

PARLA MUTU -Poi c’è Mutu, giovedì notte, Coppa Italia, un’occasione che vale, non una partitina così: trentatré anni oggi, talento e sregolatezza, un fenomeno che avrebbe potuto incidere molto più di quanto abbia fatto, se non fosse rimasto impigliato in vari capricci. E’ il leader del Cesena, che al Napoli ha fatto gol (2008-2009, anche lui: 2-1 azzurro sulla Fiorentina).

IL MARCO CHE SALE -Ricordate la prima di Mazzarri, Napoli-Bologna? Quando tutto ebbe inizio, c’è un’immagine simbolo che rappresenta la svolta: manciata di minuti al termine, 1-1, contropiede solitario di Di Vaio, che arriva a tu per tu con De Sanctis e si lascia stregare. La svolta è lì, perché poi segna Maggio in chiusura e comincia la rimonta. Di Vaio e il Napoli si sono sfiorati a più riprese, due anni fa e anche tre: mai chiuso l’affare, come s’è visto. Il bomber 35enne ha il piede sempre bollente, al san Paolo ha fatto gol con il Bologna nell’1-1 che contribuì ad accelerare l’addio di Reja, esonerato dopo tre settimane. Un pericolo!

IL CARO MANU -Ultimo giro, ultima corsa dell’andata a Siena, al «Franchi», a casa Calaiò, che in confronto è un ragazzino ma che compie oggi trent’anni e che vivrà la sfida al Napoli con travolgente emozione e ricordi indelebili contro la sua ex squadra. Appuntamento per domenica 22, la prima pomeridiana dopo un bel po’.

GILA…TONDO -Si vira, anzi si Gila, a Marassi, ventinove gennaio, prima di ritorno. Perché, come se non bastassero i Miccoli, i Mutu, i Di Vaio e i Calaiò, il Genoa si presenterà con Gilardino – trent’anni pure lui – al fianco di Palacio e il desiderio inattaccabile di cancellare l’1-6 del san Paolo, 21 dicembre. Ma quello era un altro anno e questo è un altro Genoa.  

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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