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Tutino, l’erede di Insigne, incanta con la Primavera del Napoli. Arriverà presto anche il suo momento…

NAPOLI – Avrebbe fatto la gioia e (probabilmente) le ulteriori fortune di Zeman. Sì, proprio uno come lui, adatto a posizionarsi nell’ormai arcinoto tridente offensivo che il boemo ha varato decine e decine di volte nella lunghissima carriera. Da Foggia, a Roma (entrambe le sponde) a Pescara, e persino a Napoli. Ma di che si parla? Si parla di talenti, si parte cioè da più lontano, da quell’Insigne (ricordate? Insigne, Immobile, Sansovini) che aveva un guru per mentore e sponsor, arrivando al qui ed ora. Ove s’intenda Primavera per “qui”, quella che poi “ora” ha battuto il Marsiglia in Youth League, facendo da apripista (ed il verso) alla prima squadra.

L’IMPRESA – La stessa che riecheggerà ancora per parecchio, arcobaleno colorato solo d’azzurro in uno scenario che poteva anche promettere unicamente tempesta. Ebbene, i monellacci di Giampaolo Saurini l’hanno fatta davvero grossa. E, sicuramente, non avranno di che pentirsene. Illuminati certo dalla mano del tecnico laziale, ma guidati in campo da un Gennaro Tutino sempre più genio e meno sregolatezza, con due gol accompagnati anche da parecchia “polpa”. Ecco il collegamento. Poiché a quanto pare (e con le dovute cautele), nonostante il lustro di differenza in termini di età, sembrano sussistere numerose similitudini fra i due. Anzitutto un’uscita dai “blocchi” da definirsi conforme.

IL RIFERIMENTO – Un punto di riferimento ora bell’e definito. Quel Lorenzino cresciuto nelle giovanili, poi in Primavera, mandato in giro a farsi le ossa e tornato alla base per stupire. Tanto da conquistare persino Prandelli con l’obiettivo di puntare ai Mondiali. Ecco la traccia da seguire, anche se, il Genny nato nel cuore di Napoli il 20 agosto 1996, è da anni fan di Ronaldo (CR7) e adora Hamsik. Ma sa anche bene che il solco sul quale procedere è quello tracciato dal folletto di Frattamaggiore. Primi passi nella Juve Domizia di Gennaro di Razza, e poi c’è voluto davvero poco per andare in giro al nord a fare provini per le “grandi”, a partire dalla Juve. Della serie, “mi manda” il talento.

LA SCELTA – Non era destino però. La scelta di vita è stata (per ora) quella strada di casa così familiare, conquistando tappa su tappa: dai Giovanissimi Provinciali e Regionali (coi quali fa caterve di gol) sino agli intermezzi con la nazionale di Zoratto (Europei e Mondiali Under 17), gli apprezzamenti di Benitez, e la Primavera, dov’era approdato a soli 15 anni. Laddove al battesimo (col Gubbio) ne fece ben due. Due anni da trascinatore, due anni da incorniciare, col premio della fascia di capitano e di un contratto su carta azzurra sino al 2017. Blindato, ma c’erano dubbi poi?

Fonte: Corriere dello Sport

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