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«Vincere ai tempi del fair play finanziario» il libro dello scrittore Paolo Ciabattini

Lo scrittore Ciabattini: "Il Napoli è pronto nel pieno rispetto delle regole"

Vincere, vincere, vincere sempre: costi quel costi. Oppure «Vincere ai tempi del fair paly finanziario» (Ed Sole 24 ore, 187 pag, 18 euro): l’ha scritto Paolo Ciabattini, che ha infilato gli euro (dei bilanci) nel pallone di cuoio e poi ci ha letto dentro, scoprendo che il «miracolo» Napoli è pari ai capolavori dell’Arsenal e del Bayern Monaco.Ciabattini, è arrivata l’ora del fair play finanziaro.
«La normativa è già tra noi e da un po’. Finalmente: Perché, per dirla alla Platini, è arrivato il momento delle regole dopo anni di anarchia».

C’era una volta il doping amministrativo.
«Ora invece viene imposto un comportamento equo, corretto e leale dl punto e la regola cardine del fair play finanziario è il pareggio di bilancio, o quasi. Non si potranno accumulare perdite superiori alle massime deviazioni consentite, in caso contrario si verrà puniti: mercato chiuso, drastica riduzione dei premi Uefa, rischio esclusione delle competizioni europee».

Situazione complessa, nel Vecchio Continente…
«Secondo l’ultimo report Uefa, relativo all’esercizio 2010, il 65% dei club di prima divisione ha fatto registrare perdite: in Inghilterra sono stati 17 su 20; in Italia, sono state 16; in Francia, invece, 14. In Spagna, solo 7. Esistono club che spendono perfino 200 milioni di euro in più all’anno rispetto agli introiti. E‘ il caso del Manchester City, che a fronte di circa 175 milioni di euro di fatturato, chiude il bilancio 2011 con 225 milioni di disavanzo».

E poi ci sono anche virtuosi, tra questi gli italiani…
«Un esempio per tutti i club d’Europa è il Napoli, in sei anni dalla C alla Champions e bilancio trasparente. In Inghilterra svetta l’Arsenal; in Germania, il Bayern Monaco e in Spagna colpisce il Levante. Ma qui da noi hanno fatto bene anche la Lazio, il Catania, il Palermo, l’Udinese. I problemi per i nostri club, sono rappresentati dagli stadi che non portano ricavi; dal merchandising, penalizzata dalla diffusione della contraffazione; dalle sponsorizzazioni attestate su cifre mediamente molto più basse rispetto ad altri team di prima fascia. E poi un solo club ha lo stadio di proprietà».

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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