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Zuniga, rientro ancora più lontano: ora anche il Mondiale è a rischio

Un’altra frenata per Zuniga. Il dolore al ginocchio non è ancora andato via e quindi il colombiano potrebbe non rispettare il piano di rientro dello staff medico che prevedeva per la prossima settimana il rientro nel gruppo. L’esterno rallenta ancora e il Napoli potrebbe davvero perdere la pazienza. Dopo l’ultima visita dell’ortopedico di fiducia della società, il professore Mariani, era emersa una netta virata verso l’ottimismo: sia pure tra mille intoppi, il ginocchio di Zuniga è clinicamente guarito. Se ne è accertato di persona anche il medico della nazionale colombiana che per 5 giorni ha seguito da vicino il lavoro di Zuniga.

In un primo momento era trapelata addirittura una data di rientro: quella del 2 marzo, trasferta a Livorno. In quella circostanza, Zuniga tornare almeno in panchina. Ma il giocatore non pare avere fretta. Anzi. Però dal Sudamerica per lui arrivano brutti segnali. Se non dovesse iniziare a giocare, potrebbe perdere il Mondiale. In effetti, il ct José Pekerman monitora la situazione da lontano e mostra grande preoccupazione.

Di certo, anche lo stesso Zuniga dovrebbe darsi una mossa: non può certo pensare di giocare un torneo così impegnativo come un campionato del mondo dopo essere reduce da una stagione quasi completamente ai box. Zuniga, quando si è sottoposto all’intervento chirurgico, doveva saltare sei partite, stando ai tempi di recupero annunciati il 21 ottobre scorso, giorno del suo intervento al ginocchio destro in artroscopia da parte del professore Mariani a Villa Stuart a Roma.

Un’operazione che era la conseguenza – faceva sapere il Napoli – dei fastidi avvertiti al menisco per un intervento subito otto anni prima. Problemi che si erano aggravati a causa di un ulteriore trauma al ginocchio (si parlò di un contrasto con Sagna dell’Arsenal nella seconda gara del girone di Champions). E invece, il piano è saltato. Completamente.

Cinque mesi di stop. Più di mezza stagione out. E nessuna certezza sui tempi di recupero. I maligni si chiedono: avrebbe fatto lo stesso se fosse stato senza un contratto nuovo di zecca firmato appena dieci giorni prima di farsi operare, con scadenza 2018? Mariani, l’ortopedico che lo ha operato, spiegò subito: «L’intervento è stato plurimo perché la lesione non era una rottura. Lui aveva i postumi di una meniscectomia che aveva subito otto anni fa e la situazione era molto complessa». Il presidente De Laurentiis manifestò subito le sue perplessità con una frase sibillina: «Lasciamo perdere, non si smette mai di imparare».

Fonte: Il Mattino

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