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A MENTE FREDDA – Il capitano riprende in mano il timone: il derby di giornata va a Lorenzo

Partita 'stregata' in tutti i sensi, ma il Napoli è cinico

Tra episodi sfortunati e tanti errori di precisione, il Napoli si aggiudica il derby campano contro un signor Benevento. Partita dalle mille emozioni quella del Vigorito. Lo scontro tra Inzaghi e Gattuso, amici fraterni, ma soprattutto quello tra due che fratelli lo sono per davvero: gli Insigne.

Un quadretto di famiglia bellissimo che condisce una sfida già carica di suo. La prima gioia in Serie A contro il suo Napoli per l’uno, la potenza trascinatrice dell’altro. Abbracci, sorrisi e sfottò per Roberto e Lorenzo, protagonisti di giornata da una parte e dall’altra. Sul piano del gioco si rivela una partita tostissima per gli azzurri, sin da subito. Il Benevento prende spunto dall’AZ e imposta la gara sulla compattezza, sprigionando poi la propulsione offensiva dei propri velocisti in contropiede. Risultato: lo stesso di giovedì. I partenopei non sfondano il muro giallorosso, il giro palla diventa sterile e negli ultimi 20 metri manca il guizzo decisivo. E quando arriva il lampo, ci pensa qualcos’altro a mettere i bastoni tra le ruote.

Il riferimento è chiaramente all’episodio del mancato rigore concesso dopo il contatto FoulonLozano. Messicano non pulito nel controllo e su questo non ci piove, ma la gravità del fatto resta. E se da un lato si vuole tentare (pur forzatamente) di assolvere Doveri, che a velocità normale può non vederlo, dall’altro non si può certo fare lo stesso con Valeri. Inspiegabile, inaccettabile la non chiamata dell’uomo VAR di giornata, considerato tra i migliori della Serie A in quel ruolo. Il Napoli ha vinto, d’accordo. Non bisogna appigliarsi agli alibi, ok. Ma far passare inosservate prestazioni di così basso livello no, questo è inammissibile. Dopo lo sfogo, bando alle ciance: caliamoci nella sfida del Vigorito.

Nel cuore di Benevento-Napoli: l’analisi della partita

 


ESSERCI AL MOMENTO GIUSTO – 
In un avvio di stagione in cui i portieri azzurri sono stati impegnati davvero poco, la prontezza di riflessi di Meret permette agli azzurri di tirare il sospiro di sollievo nel match di ieri. Siamo al 97′ e subito la mente di Gattuso va al 2017, quando proprio al Vigorito il Benevento negò la vittoria al suo Milan allo stesso minuto (con gol del portiere, tra l’altro). Ma il destino, questa volta, gioca a favore suo e del Napoli ed è merito del numero 1 partenopeo, che al momento giusto c’è. Unica macchia la poca precisione nel coprire il primo palo sulla rete di Roberto Insigne, fortunatamente rivelatasi non fatale ai fini del risultato. Partita attenta, di sostanza anche per i due terzini Di Lorenzo Mario Rui. Il primo offre il solito corposo contributo in entrambe le fasi. La giusta scelta di tempo nelle diagonali difensive e le costanti sovrapposizioni in fase offensiva sono dono prezioso per questa squadra. Stesso discorso per il portoghese, chiamato a far rifiatare Hysaj. E’ una presenza fissa sulla sua fascia, sia in attacco che nel lavoro di ripiegamento. Il suo essere pimpante mantiene vivo il Napoli sul settore di sinistra. Appannato, invece, Manolas. Il greco è come sempre tanto prezioso a livello di sostanza fisica, ma nelle letture delle situazioni di gioco ha molto da migliorare: se avesse indovinato il movimento, il gol del Benevento non sarebbe arrivato. Sfortunato l’ex Roma anche in fase realizzativa, dove l’ennesima traversa gli nega la rete del pareggio nel primo tempo. A rimediare ad alcuni errori dei compagni, tra i quali proprio Manolas, ci pensa Koulibaly. Il senegalese mette qualche toppa qua e là, ma è soprattutto in fase di impostazione ad essere sempre sul pezzo: un regista difensivo di primo livello per il Napoli, come al solito.

DIGA – Ciò che serviva a Gattuso per il suo 4-2-3-1, Bakayoko lo incarna perfettamente. Il franco-ivoriano è la diga di cui il Napoli aveva bisogno, quella che al contempo permette a Fabiàn Ruiz di prendersi qualche licenza in più in avanti ma senza lasciare scoperto il centrocampo. E’ punto di riferimento costante nel compito di smistare la sfera, tutte le azioni passano dai suoi piedi e le sue gambe potenti ma anche precise. Recupera poi palloni in quantità industriale con la sua continua pressione alta. Dicevamo di Fabiàn, ieri tornato in coppia con l’ex Chelsea. Anche stavolta c’è da dire che lo spagnolo è abituato a ben altri livelli nelle sue prestazioni. Fumoso in alcune occasioni, talvolta perde il tempo per far girare la palla velocemente, ma soprattutto è poco convinto al momento di far male. Ad ogni modo, rappresenta un po’ il cuore della manovra azzurra, ne è l’esempio la palla servita ad Insigne per l’1-1 poi annullato per fuorigioco. Tuttavia, ci si aspetta qualcosa in più da lui.

BENTORNATO, CAPITANO! – Partite ostiche come quella contro il Benevento si sbloccano solo con una fiammata, un colpo da maestro. E a chi affidare questo arduo compito, se non al genio di Insigne? Appena recuperato dall’infortunio rimediato contro il Genoa, il capitano azzurro riprende in mano il timone del suo Napoli e lo conduce alla reazione che serviva con una prova totale. E’ sempre presente nella costruzione del gioco e delle occasioni azzurre ed è praticamente il solo a dar parecchio fastidio a Montipò, ieri in versione Yashin Pallone d’Oro. Fa le prove generali col gol annullato per offside, poi finalmente infila la porta avversaria – “stregata” è il caso di dire – con un sinistro da antologia che bacia la traversa e varca la linea. La sua classe e maturità sono indispensabili. Insigne eroe di giornata insieme a Petagna, match winner al Vigorito. Quante ne sono state dette a questo ragazzo, sin dal suo acquisto insinuato di dubbi sulle sue qualità. Poi ci si è messo anche il Covid a frenarlo ulteriormente dall’inizio della sua nuova avventura. Ma Andrea ha aspettato pazientemente e lavorato sodo, conscio che giornate migliori sarebbero arrivate e il tempo gli ha dato ragione. Rino Gattuso sapeva quando utilizzarlo per renderlo decisivo e ha indovinato la mossa. Dopo una splendida azione personale condotta da Politano, l’ex Atalanta e Spal insacca di destro il gol vittoria superando per la seconda volta Montipò, che tocca ma non abbastanza forte da respingere. Rete che sa di liberazione per Petagna, che ora si gode il momento. I gol però, il più delle volte, arrivano grazie ad un assist, e l’ex esterno dell’Inter ha deciso di fare bottino pieno ieri, compiendo il passaggio decisivo per entrambe le reti del Napoli. Prova eccellente dunque per Politano da subentrato, sfiora anche la gioia personale negatagli solo dall’ennesimo palo. Giornata sottotono, infine, per il resto degli attaccanti in blocco: Mertens, Lozano Osimhen. Il belga non può essere quello visto ieri, la squadra ha maledettamente bisogno del suo carisma e le sue intuizioni. Alcune le ha avute, c’è da dirlo, ma mai si è reso realmente incisivo. Discorso analogo per l’ex Lille, gioiellino sì ma che deve badare al sodo. In partite chiuse contro squadre rognose come quella di Inzaghi o l’AZ giovedì deve imparare ad essere più presente, in Serie A è così che si gioca. Ma è appena arrivato ed è giovanissimo, saprà rafforzarsi. Il messicano è l’unico dei tre che ha fatto qualcosa in più, però anch’egli non ha brillato come in precedenza. L’unico lampo della sua partita è quando finalmente riesce a liberarsi della marcatura di Foulon e taglia in area su lancio col contagiri di Insigne. Cestina l’occasione tutto solo davanti a Montipò, ma a causa di un fallo solare del terzino beneventano clamorosamente non sanzionato con la massima punizione.

Non una prestazione splendida dunque per il Napoli ma che rappresentava comunque un banco di prova importante. Reagire alla mazzata di giovedì non era così scontato, eppure gli uomini di Rino Gattuso hanno saputo tirar fuori l’orgoglio e vincere in rimonta una partita complicata che sembrava la fotocopia di quella contro l’AZ Alkmaar. E soprattutto, è un successo che fa morale ed accresce la consapevolezza nella squadra azzurra, tra pochi giorni di nuovo in campo per il secondo atto dell’avventura in Europa League in casa della Real Sociedad, attualmente prima in classifica in Liga.

A cura di Giuseppe Migliaccio

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