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A MENTE FREDDA – Il Napoli riparte con convinzione: la corsa Champions può riprendere

Gli uomini di Gattuso rialzano la testa dopo la sconfitta con la Juventus e porta via i tre punti da Marassi

Nel giorno delle 2.500 gare in Serie A, il Napoli porta via i tre punti da Marassi con una prestazione convincente. Gli azzurri proseguono sulla scia della buona prestazione in casa della Juventus e scendono in campo con la consapevolezza di essere superiori, pur soffrendo in qualche frangente a causa di un’orgogliosissima Sampdoria, che trova anche il pareggio ma, purtroppo, in maniera irregolare. La squadra gira finalmente come l’ha intesa Gattuso sin dal ritiro di Castel di Sangro e che solo una serie innumerevole di sciagure ha potuto placare. C’è il rammarico per ciò che poteva essere e non è stato, ma è inutile piangersi addosso: ci sono tanti punti ancora per raggiungere l’obiettivo e i partenopei hanno le giuste armi, l’importante sarà esserci con la testa perché l’inciampo è sempre dietro l’angolo.

Nel cuore di Sampdoria-Napoli: l’analisi della partita


SUPREMAZIA – 
In un pomeriggio in realtà senza patemi d’animo per il reparto difensivo, Koulibaly giganteggia ugualmente. Il centrale azzurro si veste di autorevolezza e comanda il gioco, decidendo a suo piacimento quando cambiare l’inerzia della squadra quando imposta o va in progressione palla al piede. L’unica sbavatura è quel giallo rimediato a inizio ripresa, decisamente evitabile. Così come lo era quello di Manolas, che per rimediare su un suo errore in appoggio entra in maniera troppo irruente su Gabbiadini al limite dell’area. Ma è l’unico neo di una partita praticamente impeccabile da parte del greco, sempre attento in marcatura e preciso negli interventi sugli attaccanti della Samp.

Anche Di Lorenzo è autore di una prova di spessore, specie nel primo tempo quando spinge con grande frequenza sulla fascia destra e va vicino all’assist per Politano, il quale però svirgola il pallone col destro e manda fuori. Nella ripresa, forte del vantaggio, il terzino partenopeo si dedica particolarmente alla fase difensiva, che pur interpreta con ottima applicazione. Mario Rui non è certo da meno sul lato opposto, anzi ha la capacità di sgusciar fuori da situazioni intricate in zone del campo molto delicate (in collaborazione con Insigne) e offre qualità anche quando ha l’opportunità di spingersi in avanti. Bene, infine, Ospina, protagonista di una gara non sopra le righe ma neanche cattiva. Respinge con estrema tranquillità l’unica occasione nitida creata dalla Sampdoria nel secondo tempo con l’ex di turno Gabbiadini, che libera il sinistro dal limite dell’area. Può fare meglio nell’occasione del gol di Thorsby, che fortunatamente viene poi annullato.


SUPERIORE – 
Se Fabián Ruiz becca la giornata giusta, dimostra di essere di un altro livello. Dà continuità al suo ottimo rendimento e il Fabián appannato di qualche tempo fa sembra nient’altro che un lontano ricordo ormai. L’ex Betis illumina a Marassi e non solo per il gol, giunto a conclusione di un’azione corale di pregevole fattura con Osimhen e Zielinski, ma anche per l’autorevolezza con cui gioca, creando geometrie in mezzo al campo. Rappresenta una grande mano per lui il suo compagno di reparto, Demme, che come al solito è quello meno appariscente ma maggiormente efficace. La sua capacità di fare da schermo davanti alla difesa fa sentire la squadra più sicura e permette proprio a Fabián di potersi spingere fin dove sa esprimersi meglio, creando pericoli dalle parti di Audero i cui riflessi, infatti, vengono sollecitati più di una volta dallo spagnolo (e non solo). In più, il tedesco garantisce ordine col suo giro-palla pulito e preciso, elemento di fondamentale importanza per una formazione così propensa all’attacco come il Napoli.

AFFAMATO – È il primo aggettivo che viene in mente per descrivere Osimhen. L’attaccante nigeriano è in netta ripresa, ha la voglia di spaccare il mondo tipica dei giovani, specie perché, arrivato tra tante aspettative, non ha praticamente mai avuto modo di dar prova di tutto il suo potenziale. Contro la Sampdoria ha fatto gol col suo marchio di fabbrica, lo scatto in profondità, eppure la sua partita è stata quasi tutta scandita da un gioco da punta vera, quella che lega la squadra e aiuta a imbastire le azioni offensive. Il gol di Fabián, infatti, viene propiziato proprio da una sua sponda verso Zielinski, che poi serve allo spagnolo l’assist decisivo: le sciagure sono oramai alle spalle, ora Victor corre veloce per riprendersi ciò che la sfortuna gli ha tolto in questa sua prima stagione in azzurro. Anche sulla gara del polacco c’è poco da dire, se Gattuso lo considera un elemento imprescindibile un motivo ci sarà ed è legato alla sua capacità di far giocare il Napoli col passo giusto grazie alle sue qualità palla al piede. Al 5′ va pure vicinissimo al suo nono gol stagionale, che però non trova perché colpisce male la sfera al volo di sinistro. Ci riprova al 51′, quando ha un’occasione ancor più limpida della prima, stavolta sul destro: imbeccato da un filtrante di uno straripante Fabián, tuttavia, spara addosso ad Audero da distanza ravvicinata. Al suo posto entra Mertens, che gioca una partita blanda ma, alla prima chance, trova il modo di essere decisivo come nell’azione dello 0-2 di Osimhen, lanciato a rete da una sua verticalizzazione perfetta.

È meno devastante di altre volte, ma Insigne tiene comunque alto il livello della squadra. Come al solito, fa tutto: aiuta Mario Rui a risalire il campo sulla sinistra, copre sempre quando ce n’è bisogno, e va a cercarsi le opportunità per far gol. La più nitida arriva quattro minuti dopo quella di Zielinski, al 55′, quando raccoglie una respinta di Audero su tiro del solito Fabián e calcia in porta, trovando però l’ottima opposizione dell’estremo difensore blucerchiato. Bene, infine, anche Politano, che soprattutto nel primo tempo è una spina nel fianco di Augello insieme con Di Lorenzo e manca per un pizzico la gioia personale su un cross basso proprio del terzino azzurro, cestinato da un tiro di destro fuori misura.

Il Napoli arrivava a Genova con un solo imperativo, ossia vincere, e così è stato. Ma soprattutto, il successo sulla Sampdoria di Ranieri, un autentico gentleman che non ha potuto che fare i complimenti a Gattuso, arriva esprimendo un gioco da leccarsi i baffi. Napoli che, a Marassi, si toglie anche la soddisfazione di centrare un record da condividere col solo Manchester City: a oggi, gli azzurri e i Citizens sono le uniche due squadre dei migliori cinque campionati ad aver mandato in gol sei giocatori per almeno cinque volte.

 

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Alla prossima arriva la capolista Inter al Maradona, altro crocevia importante perché, nella stessa giornata, si giocherà anche Atalanta-Juventus, per ora le due più serie candidate, insieme al Milan, a giocarsi un posto in Champions con i partenopei. L’impresa è di quelle proibitive, ma gli uomini di Gattuso più volte hanno tirato fuori l’orgoglio, motivo per il quale un risultato positivo è tutt’altro che precluso.

A cura di Giuseppe Migliaccio

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