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Caro Marekiaro, hai inondato d’amore una città che vive in maniera inscindibile con il mare

Caro Marek,

in questi giorni tutti hanno avuto un pensiero sul tuo addio, tutti hanno detto la propria e io ero  restio a farlo ed ho aspettato anche che passasse un po’ di tempo perché si è detto già tutto sulla tua storia al Napoli, anzi, dico meglio,  tutti hanno detto che hai fatto la storia del Napoli e quanto è vero! Perché dal lontano 2007, anno del tuo arrivo, hai raggiunto il record di presenze (520), e di goal siglati (121) in maglia azzurra ma tentar non nuoce.

Allora che posso dirti? Posso dire che dalla tua avventura sotto l’ombra del Vesuvio si può prendere spunto per una sceneggiatura di un film con il titolo ”Lo straniero dell’est che fece innamorare un popolo del sud”? No, perché questo titolo è stato più volte utilizzato dai media.

E se tento a sottolineare che la tua storia nella città di Parthenope è la dimostrazione che gli opposti si attraggono perché tra te, che sei una persona di poche parole e molto timida, e il popolo napoletano, che è il tuo opposto, c’è stato subito amore e che hai inondato d’amore (come il tuo soprannome Marekiaro suggerisce) una città che vive in maniera inscindibile con il mare? No, perché è stato ripetuto almeno 2211130220 di volte da tutte le persone che amano il calcio e l’attaccamento alla maglia.

Forse nessuno ha detto che visto che abbiamo la stessa età siamo cresciuti insieme, tu un po’ di più, in questi undici anni e mezzo? Neanche questo perché è stato affermato, ribadito e confermato da tutti i tifosi partenopei (anche non tuoi coetanei) che hanno avuto ben 520 appuntamenti con te in tutto questo arco di tempo dove le nostre vite hanno camminato di pari passo.

Posso tentare di ricordare che facevi parte dei tre tenori (insieme a Cavani e Lavezzi)  e che con le vostre ripartenze nell’era Mazzarri suonavate una melodia ricca di rivincita e che ha sfiorato la qualificazione ai quarti di Champions League? Neanche, anche questo è stato già detto.

Aspetta forse ci sono, posso ribadire che sei stato il capitano che ha alzato ben due trofei e che ha segnato il secondo goal contro la Juve nella finale di Coppa Italia del 2012 che riportò un trofeo a Napoli dopo 22 anni? No, tutto ciò è un dato di fatto ed è la storia del club partenopeo a metterlo in evidenza.

Posso ribadire che sei stato il capitano del Sarrismo, del record di punti (91), dello scudetto sfiorato, e della quasi conquista del palazzo? E ahimè riposta negativa anche in questo caso perché l’epopea sarriana con tutti i suoi prodi combattenti sarà ricordata per sempre.

Posso provare ad affermare che dopo tanti anni di carriera ti sei reinventato in un ruolo tutto nuovo e che il Napoli ancelottiano ha mostrato il meglio di sé ed è andato sempre in goal, tranne la sfortunata trasferta di Liverpool,  con la tua presenza in campo fino al fischio finale? No, perché se ne sta parlando in tutta la città mentre tu già ti stai allenando in Cina.

Forse la conclusione più giusta è non dire nulla perché con i tuoi goal, con i tuoi inserimenti, con le tue aperture hai lasciato tutti senza fiato o tutto al più si possono scrivere tre parole che ogni tifoso azzurro ripete ogni giorno nella sua testa e soprattutto nel suo cuore con un’alta dose di nostalgia: ”Marek ci manchi”.

A CURA DI WILLIAM SCUOTTO

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