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Il “Re Leone” è al Napoli: chi è Fernando Llorente e perché è un grande acquisto

Lunedì 2 settembre, ore 8:58: attraverso il solito tweet, il presidente Aurelio De Laurentiis ufficializza l’ingaggio di Fernando Llorente. L’attaccante spagnolo è l’ultimo colpo del mercato estivo del Napoli. Un mercato chiacchierato (forse troppo), criticato, ma per fortuna anche apprezzato da una larga fetta di tifosi, giornalisti e chiunque sia vicino alla causa azzurra. Llorente stesso non è stato esente da critiche, ma in questo approfondimento non ci si vuole soffermare tanto sui pareri negativi quanto piuttosto sul perché il “Re Leone”, come viene definito, è un grande acquisto, ripercorrendone brevemente prima la storia e la carriera.

Fernando Javier Llorente Torres, noto semplicemente come Fernando Llorente, nasce il 26 febbraio 1985 a Pamplona, capoluogo della comunità autonoma della Navarra, ma cresce nella piccola cittadina di Rincòn de Soto. Sin dai primi anni d’età Fernando dimostra il suo attaccamento al calcio e la voglia di sfondare. A soli dieci anni decide di lasciare la propria famiglia per unirsi alla cantera rojiblanca, a Bilbao, realtà a cui nel tempo dirà di sentirsi particolarmente legato per avergli permesso di crescere come calciatore. Dopo sette anni vissuti nella cantera basca, nel 2003 Llorente vive una breve parentesi al Baskonia, in Tercera Division, dove mette mette a segno 12 gol in 33 presenze. Passa una sola stagione nel club satellite dell’Athletic e Fernando, ormai ventenne, torna a Bilbao. Al suo ritorno nella Biscaglia arriva la prima svolta della sua carriera: è il 16 gennaio 2005 e Llorente esordisce in campionato con la prima squadra (1-1 contro l’Espanyol). Appena tre giorni dopo, in Copa del Rey, mostra a tutto il mondo basco le sue qualità di uomo-gol. Il match contro il Lanzarote finisce con un roboante 6-0 a favore dell’Athletic e nel tabellino dei marcatori il suo cognome figura per ben tre volte. Da quel momento fino al termine della stagione 2004/2005 Llorente verrà impiegato in quattordici delle restanti diciannove gare di campionato e in quella stessa annata arriverà anche l’esordio in Coppa UEFA (oggi Europa League) contro l’Austria Vienna, che nel doppio confronto dei sedicesimi di finale provocherà l’eliminazione dei baschi dalla competizione. La stagione successiva comincia nel migliore dei modi per l’attaccante, che va in gol nella prima partita ufficiale dell’Athletic contro la Real Sociedad. Tuttavia, una serie di infortuni di diversa natura lo terranno lontano dal campo per molto tempo e totalizzerà appena 4 gol, 2 in campionato e gli altri 2 in Copa del Rey. Nonostante la funesta annata, il 13 luglio 2006 Llorente ottiene il rinnovo da parte del club, che lo blinda per altre cinque stagioni inserendo nel suo nuovo contratto una clausola rescissoria tra i 30 e i 50 milioni di euro. La sua carriera procede alla grande e a coronamento del suo ottimo rendimento arriva l’esordio nella nazionale maggiore spagnola: esattamente il 19 novembre del 2008, Fernando Llorente gioca la sua prima partita con le “Furie Rosse” (in spagnolo “La Roja”).

L’avventura in Italia (la prima)

Dopo nove anni di puro amore, conditi da 85 gol in 262 presenze, Fernando Llorente decide di non rinnovare il contratto con l’Athletic al termine di una stagione 2012/2013 vissuta per lo più come riserva di Aduriz, andando così in regime di svincolo. In quell’estate coglie l’occasione acquistandolo a parametro zero una rifondata Juventus, anch’essa proveniente da un periodo buio ma desiderosa di tornare ai vertici del calcio italiano e non solo. Il 24 agosto 2013, dopo aver assistito sei giorni prima alla vittoria della Supercoppa italiana ai danni della Lazio solo dalla panchina, l’attaccante spagnolo debutta in Serie A negli ultimi minuti della trasferta genovese contro la Sampdoria, subentrando a Vucinic (la partita terminerà 1-0 per i bianconeri). I primi mesi juventini sono più che altro di adattamento e sarà Llorente stesso ad ammettere le sue difficoltà ambientali ma soprattutto fisiche, dettate proprio dalle poche presenze totalizzate nella stagione appena conclusa. L’avvio è lento ma col passare dei mesi Llorente diventa elemento indispensabile per lo scacchiere di Antonio Conte. Il 22 settembre seguente, alla prima da titolare con la maglia bianconera, sigla il gol del definitivo 2-1 contro il Verona. Il 23 ottobre segna anche in Champions League: suo l’unico gol della Juventus nella trasferta del Bernabeu contro il Real Madrid, persa per 2-1. Il 12 gennaio 2014, invece, arriva la prima doppietta in Serie A, siglata in casa del Cagliari (la sfida finirà 4-1 a favore della Vecchia Signora). Terminerà la stagione vincendo lo Scudetto con la Juventus, il secondo consecutivo della nuova epopea bianconera targata Agnelli che prosegue ancora oggi. Vanterà inoltre, insieme a Mario Mandžukić, Aritz Aduriz e Stefan Kießling il riconoscimento di miglior colpitore di testa in Europa: su 16 dei suoi gol in campionato, ben 7 arrivarono con questo tipo di giocata, da sempre uno dei suoi punti forti. Da quel momento in poi e per tutta la stagione successiva, Fernando Llorente diventerà un titolarissimo. Terminerà la sua esperienza in Italia nel giugno del 2015, svincolandosi dalla Juventus dopo aver vinto tre scudetti consecutivamente. Il suo bottino è di 27 reti in 92 presenze.

Il ritorno in Spagna e l’esperienza in Premier

Il 27 agosto 2015 il “Re Leone” torna in patria, accasandosi al Siviglia. Destino vuole che Llorente, l’8 dicembre seguente, sigli il gol decisivo in una sfida dei gironi di Champions League proprio contro la Juventus, permettendo ai suoi di vincere l’incontro e qualificarsi poi ai sedicesimi di Europa League all’ultima giornata (vinta poi dal Siviglia per la terza edizione di fila). Quello sarà però l’unico lampo di una esperienza poco esaltante.

Al termine di quella stessa stagione, dopo aver messo a segno 4 reti in 23 presenze, l’attaccante lascia il club iberico e si trasferisce in Premier League, campionato nel quale rimarrà dal 2016 fino a pochi mesi fa. Llorente giocherà prima una stagione (2016/2017) allo Swansea, registrando 15 gol in 33 presenze nella massima serie inglese, per poi accettare l’offerta del Tottenham, squadra in cui non sarà sempre titolare ma si renderà utilissimo alla causa pur subentrando dalla panchina. L’esempio più eclatante è il gol del definitivo 4-3 segnato il 17 aprile 2019, in occasione del ritorno dei quarti di finale di Champions League in casa dei rivali in campionato del Manchester City, sancendo l’approdo in semifinale degli Spurs che non raggiungevano questo punto della competizione da ben 57 anni. Con questo ennesimo colpo da campione concluderà la sua permanenza al Tottenham e in Premier, liberandosi al termine della stagione 2018/2019 dopo il mancato rinnovo del contratto.

Il ritorno in Italia e l’approdo in azzurro

A 34 anni suonati, Fernando Llorente non si vede affatto al tramonto della sua avventura da calciatore professionista. Avrebbe potuto tornare in patria magari per un romantico finale di carriera all’Athletic Bilbao e invece no, sceglie di continuare a competere ad alti livelli tornando in Serie A, dicendo sì al Napoli. Decisiva è stata la volontà sua ma anche il pressing forte di Carlo Ancelotti, che vede in lui ancora del potenziale da esprimere. Dopo un’estate intera ad inseguire il sogno James Rodriguez, passando per l’argentino Mauro Icardi poi accasatosi al Paris Saint-Germain, il club azzurro opta per questo ragazzone spagnolo dotato di grande talento ed esperienza. Centonovantaquattro centimetri di altezza per novanta chilogrammi di peso per lui, ma nonostante ciò può contare su un’ottima abilità palla al piede. “Sarà il classico rincalzo a partita in corso” sostengono alcuni, oppure “E’ venuto a prendersi la pensione” commentano ironicamente altri, ma la realtà dice altro e a sostegno di quest’ultima non ci sono solo impressioni personali di chi lo ha incontrato, bensì numeri reali. Il classe ’85 vanta ben 582 presenze in carriera tra club e nazionale spagnola, impreziosite da 180 reti. Llorente, però, non è soltanto uno che fa gol e ci sono i 59 assist messi a segno che lo testimoniano. Per non parlare del palmarès:
– 3 Scudetti con la Juventus (2013/14; 2014/15; 2015/16);
– 1 Supercoppa Italiana (2015/16);
– 1 Coppa Italia (2014/15);
– 1 Europa League (col Siviglia, stagione 2015/16);
– 1 Coppa del Mondo con la Spagna (2010)
– 1 Europeo (2012)
– 1 Trofeo Zarra (individuale, 2011/12), premio che viene assegnato annualmente dal quotidiano sportivo Marca al giocatore spagnolo che ha siglato più reti nella stagione della Liga. Lo vinse a pari merito con Roberto Soldado, all’epoca in forza al Valencia.

E’ facile constatare che un calciatore del genere, dopo Gonzalo Higuain, non si era mai visto nel recente passato. A questo punto non resta che attendere. Fernando Llorente si è detto già “innamorato di Napoli”: riuscirà a far innamorare noi tifosi di lui a suon di gol? Nessuno può dirlo. L’età probabilmente non gioca a suo favore per cui come biasimare i critici, ma l’umiltà, lo spirito di sacrificio e la professionalità che lo contraddistinguono fin da bambino sono le giuste premesse perché riesca a riscrivere la storia del Napoli.

A cura di Giuseppe Migliaccio

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