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Il settore giovanile ha una priorità: formare la squadra Under 18

Farebbe bene il Napoli ad individuare un dirigente solo per la Primavera (Aladino Valoti è un’ipotesi concreta) che, con le promozioni, retrocessioni e cinque fuori quota, rappresenta un campionato a parte, slegato dalle logiche del settore giovanile. È un torneo di formazione con criteri diversi: alzandosi il livello di competitività, è impensabile affidarsi esclusivamente ai ragazzi costruiti in casa, nel proprio vivaio.

Dal fallimento delle seconde squadre all’investimento sullo scouting

 

Il progetto seconde squadre in Italia è miseramente fallito, si è verificato, come del resto aveva previsto De Laurentiis, un “coito interrotto” trasformatosi nell’opportunità della Juventus d’iscrivere una sua realtà al campionato di serie C e gestire così l’overdose di giocatori a sua disposizione da piazzare in prestito. Basta fare due nomi per rendersi conto che l’idea si è trasformata in altro: nell’Under 23 della Juventus giocano il trentacinquenne Marchi e il trentenne Alcibiade.

Le formazioni Primavera potrebbero fungere da seconde squadre in un restyling generale che sposti sul vivaio almeno il 10% del fatturato. Per costruire formazioni competitive per il campionato Primavera 1 e allo stesso tempo valorizzare ragazzi utili per le prime squadre o che almeno possano generare valore in sede di calciomercato, serve investire sullo scouting che deve essere in grado di scoprire giocatori interessanti a prezzi bassi come avvenuto con Idasiak, Mamas, Vrikkis e Zedadka ma, per alzare il livello tecnico e uscire dalla zona a rischio retrocessione, bisogna aumentare le risorse a disposizione.

Il Napoli deve potenziare lo scouting nazionale e internazionale, avere la Primavera di più al centro del progetto societario cercando anche nelle trattative della prima squadra d’individuare qualche giovane interessante. Sarebbe andato tutto diversamente se nella gestione delle partenze di Grassi, Rog, Sepe, Verdi, Chiriches il Napoli avesse portato a casa come contropartita qualche talento per potenziare la Primavera.

Aspettare il bacino locale: l’immenso valore dell’Under 18 per la Primavera

 

Nel Sudamerica d’Italia il bacino locale è troppo importante, nella storia del vivaio azzurro che, soprattutto sotto la direzione di Giuseppe Santoro, ha sfornato tanti calciatori approdati tra i professionisti nonostante le esigue risorse a disposizione, aspettare la maturazione del talento è una virtù da ritrovare. Facciamo un esempio: Cioffi, esterno offensivo classe ‘2002, è un ragazzo di prospettiva ma nell’ultima stagione maledetta non è riuscito ad incidere con continuità, nella prossima annata potrebbe esplodere, perciò si tratta di una risorsa da blindare e coltivare.

Il Napoli ha un patrimonio tecnico importante nella leva ‘2003: da Baietti a Somma, da Barba ad Umile, da Acampa a D’Angelo, oltre a Iaccarino e D’Agostino che possono essere considerati i più pronti sotto il profilo della prospettiva. Il campionato Primavera 1 è ostico, conta molto la fisicità, avere qualità interessanti non significa essere già all’altezza di questo torneo affrontando avversari di uno o due anni più grandi. Munirsi di una formazione per il campionato Under 18, torneo ancora facoltativo nelle regole della Figc, sarebbe una mossa fondamentale, consentirebbe al Napoli d’avere un bacino a disposizione per la Primavera, dare continuità a tutti e coltivare risorse per l’annata successiva.

Le spese aggiuntive in termini di eventuali campi aggiuntivi, staff tecnico e trasferte rappresenterebbero un investimento che darebbe ottimi frutti, nel settore giovanile bisogna saper pianificare e aspettare, non si può ragionare con lo schema annuale. Per evitare annate tribolate, non basta il supporto di un nuovo dirigente ma più investimenti mirati sia per lo scouting che per il vivaio che, nonostante tante difficoltà, da molti anni riesce a far crescere ragazzi validi raggiungendo risultati importanti nelle categorie Under 15. 16 e 17.

Si tratta d’idee per il futuro, valutazioni, al momento il settore giovanile post-pandemia si muove a piccoli passi: i contratti da professionista ai ‘2004 Pesce e Di Dona, Grava rinforza soprattutto l’Under 15 pescando dei ragazzini ‘2006 interessanti in giro per la Campania, Senese, Manzi, Labriola e Palmieri, dopo i tamponi che hanno accertato la negatività al Covid-19, s’allenano in prima squadra. I lavoratori del settore giovanile attendono un intervento di De Laurentiis per avere certezze su presente e futuro, alcuni con contratto gratuito a rimborso spese forfeittario non hanno incassato neanche i compensi di gennaio e febbraio.

Aspettare, integrare e formare, così la Primavera può avere una sua ricetta per dimenticare il rischio della retrocessione.

 

Ciro Troise

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