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La rivoluzione di Spalletti: la velocità con cui il Napoli è cambiato è impressionante

Spalletti fa benissimo a tenere a bada i facili entusiasmi, in attesa dell'esperienza di Keylor Navas

Il Verona e il Monza non sono il Real Madrid e il Bayern Monaco, l’impressione è che questo campionato certifichi ancora di più la tendenza a spaccarsi in due: le prime dieci e le ultime dieci. Alle otto sorelle s’aggiungeranno il Torino e il Sassuolo ma passare dalla teoria alla prassi è sempre complicato. È impressionante il modo in cui il Napoli ha strapazzato il Verona e il Monza, la velocità con cui ha saputo indossare un abito nuovo.

Bisogna sicuramente aspettare test più complicati, la partita di Firenze desta grande curiosità in tal senso ma nelle prime due partite si è visto un capolavoro di campo.

Il Napoli ha salutato giocatori determinanti per la proposta di calcio presentata nel corso degli anni, Spalletti nella scorsa stagione ha viaggiato nella gestione di un ibrido tattico, tra l’anima storica del palleggio esasperato e il gioco in verticale offerto da giocatori come Lozano e Osimhen.

È Kvaratskhelia il volto della rivoluzione, offre un ventaglio di idee e soluzioni che apre il Napoli a mille destini nella proposta offensiva. Può saltare l’uomo, venire dentro al campo, andare sul fondo e cercare il cross, come ha dimostrato in queste due partite.

Ciò che impressiona è la velocità con cui il Napoli è diventata una squadra diversa, ma soprattutto padrone del campo nella sua profonda diversità. Alterna anche in vari momenti delle partite il 4-3-3 e il 4-2-3-1, i centrocampisti fanno un lavoro pazzesco per le due fasi, ruotando e variando compiti e posizioni. Nelle prime due gare, infatti, proprio dal centrocampo è arrivata la spinta propulsiva per sapersi calare nei contesti giusti.

Del Napoli colpisce la piena armonia nei movimenti

Il Napoli contro il Monza ha saputo fare bene il pressing alto e il gol del 3-0 nasce così, con una palla intercettata da Lobotka. È riuscito talvolta impostare il palleggio con delle azioni ad un tocco, rapide, in verticale di pregevole fattura, anche sapersi compattare nei pochi momenti in cui il Monza ha provato a farsi avanti nella metà campo degli azzurri.

Il Napoli è già in piena armonia con i movimenti, basta vedere lo sviluppo delle azioni, come quella del secondo gol con Lozano che viene dentro al campo con naturalezza e palleggia con i compagni, quando poi Anguissa è bravo ad imbucare per Osimhen. Il Monza schermava con Caprari o Sensi Lobotka, il Napoli coinvolgeva su Anguissa, ieri la principale fonte di gioco insieme a Mario Rui.

Il risultato di questa proposta divertente e completa che è anche contro il Monza la partita non è mai stata in discussione, il Napoli ha vinto 4-0 e ha avuto anche altre occasioni, in più al 10’ sullo 0-0 c’era un rigore per fallo di mano di Ranocchia. C’è sempre qualcosa da migliorare, alcune volte Anguissa soprattutto non è stato molto reattivo nel tornare nelle transizioni negative, accorciando le distanze e negando gli spazi tra le linee agli avversari.

Spalletti fa benissimo a tenere a bada i facili entusiasmi, invocando l’esperienza di Keylor Navas

Spalletti fa benissimo a tenere a bada i facili entusiasmi, il deficit di esperienza alla distanza può venir fuori, va compensato con la bellezza della leggerezza, l’entusiasmo di una squadra che fa calcio a memoria, legando meccanismi di gioco a qualità individuali. È giusta la sua comunicazione, c’è la lezione della scorsa stagione, quando ha cavalcato il sogno scudetto e il modo in cui è sfumato ha aperto il campo alla contestazione ad una squadra che comunque ha chiuso al terzo posto, tornando in Champions League.

Se arrivasse poi Keylor Navas ad alzare il livello di personalità ed esperienza, il Napoli riuscirebbe anche a metter dentro altre qualità rispetto a ciò che ha già messo in mostra contro il Verona e il Monza.

Tocca a Spalletti gestire la rivoluzione che ha già costruito, buttando dentro Ndombele, Raspadori e Simeone al momento opportuno, magari con la risoluzione della grana Fabian Ruiz e l’arrivo di Keylor Navas per completare un progetto nato e costruito con il tempo, grazie anche al lavoro di Cristiano Giuntoli, Micheli, Mantovani e di tutto lo staff che cura lo scouting e le trattative di mercato.

È una stagione anomala, tocca al Napoli viverla con la giusta leggerezza, l’entusiasmo e l’attenzione.

 

Ciro Troise

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