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Esclusiva- Pierpaolo Marino: “Lo striscione della Curva A? Una cosa che mi ha commosso”

Siamo negli ultimi giorni del 2010, è tempo di bilanci in vista del futuro. Intervistiamo in esclusiva un uomo importante della storia del Napoli: l’ex direttore generale Pierpaolo Marino, oscillando tra le curiosità ed i retroscena del passato, la situazione attuale degli azzurri e il prossimo futuro con il mercato di Gennaio.

          Direttore, il Napoli ha realizzato 33 punti prima di Natale come quello di Reja nel 2008-09. Che differenza c’è tra quel gruppo e l’attuale Napoli?

 

“La differenza è formata da Cavani, che forma l’attacco partenopeo al posto di Quagliarella, e Dossena. Il resto degli uomini-chiave si può dire che è lo stesso del 2008-09. La squadra, però,è cresciuta, prima erano giovani, adesso hanno acquisito maggiore personalità ed esperienza. Basta pensare che Hamsik, Lavezzi e Gargano avevano intorno ai vent’anni ed adesso ne hanno tra i ventitre e i venticinque, con anni di serie A sulle spalle. Sicuramente Mazzarri ha dato un contributo importante a questa realtà, gli faccio i complimenti, come in altre occasioni. Adesso però bisogna reggere nella seconda parte della stagione, perché è il terzo anno che il Napoli colleziona tanti punti nel girone d’andata, anche l’anno scorso terminò a Gennaio la prima parte del campionato a trentatre punti, quest’anno può fare ancora di più con le ultime due partite contro Inter e Juventus. Solo nel primo anno di serie A con Reja facemmo più punti nel girone di ritorno rispetto all’andata, qualificandoci all’Intertoto ed impedendo al Milan di andare in Champions League.”

 

 Napoli è una piazza in cui è difficile reggere i momenti d’entusiasmo. Che consiglio dà all’attuale società per evitare un possibile calo nel girone di ritorno?

 

“Allargare la rosa, questo è l’unico rimedio possibile. Nel girone di ritorno arrivano il logorio, la stanchezza, gli infortuni e le squalifiche e bisogna avere i ricambi giusti. Il Napoli deve fare tesoro degli errori commessi nel passato, quando non si è operato abbastanza nel mercato di Gennaio”

 

Direttore, quindi pensa che il club di De Laurentiis non si fermerà al difensore mancino?

 

“Il difensore mancino arriverà sicuramente, ma credo che faranno altre operazioni. Hanno tutto il mese di Gennaio per valutare la condizione di Lucarelli, che è il principale rincalzo per l’attacco. Sembra che Dumitru sarà restituito. Non so se è vera la voce di un suo ritorno ad Empoli, ma quando leggi costantemente delle notizie sui giornali, vuol dire che qualcosa di vero c’è. Inoltre Dumitru è un giocatore giovane, anzi giovanissimo e non può essere certamente un elemento importante per la lotta per la qualificazione in Champions League o lo scudetto. Penso che potrebbe arrivare quindi qualcuno in attacco, anche perché Cavani dovrà anche tirare il fiato qualche volta”.

 

Direttore, la società vola basso, ma è doveroso parlare di grandi obiettivi ed è obbligatorio puntare alla Champions League…

 

“Se non si parla di Champions League oggi, quando se ne deve parlare. In questi anni abbiamo raggiunto la Coppa Uefa già due volte (oggi si chiama Europa League) e si era detto nei piani societari che dopo il terzo anno di serie A si sarebbe parlato di Champions League, adesso siamo proprio alla quarta stagione disputata nella massima serie”

Huntelaar, Pastore, Milito: si potrebbe costruire una squadra stellare navigando nei retroscena del passato del Napoli. Ha qualche rimpianto per qualche giocatore seguito e non acquistato?

 

“Io non ho rimpianti, anzi mi faccio i complimenti per essere arrivato prima su questi talenti. Quando ho trattato Huntelaar, che non è voluto venire in serie C, era all’Heerenveen, un club di seconda fascia in Olanda. Quelli che ho portato sono secondi in classifica ed anche Quagliarella sta disputando una grande stagione alla Juventus, ha realizzato nove gol, solo uno in meno rispetto a Cavani”

 

Direttore, questa società ha una gestione completamente diversa rispetto alla sua. C’è una maggiore divisione del lavoro tra i suoi componenti e ci sono più persone a compiere il lavoro che invece lei curava da solo. Guardando al passato, farebbe qualche scelta diversa in merito alla divisione del lavoro?

 

“Non credo sia cambiato molto, anche io avevo una schiera di collaboratori esterni alla società e gli osservatori che lavoravano per me. Purtroppo uno di questi è deceduto un paio d’anni fa e gli altri sono stati allontanati dopo il mio addio. Intanto il Napoli sta ancora sfruttando i colpi realizzati dal nostro scouting, come Hamsik, Gargano e Lavezzi, ventenni che oggi rappresentano l’anima di questa squadra. Vedremo poi i frutti del lavoro dell’attuale assetto societario, io mi auguro che facciano benissimo. Per adesso, però, il colpo più importante, Cavani, anche se classe ’87, è un giocatore già estremamente conosciuto e costato 17 milioni di euro”

 

La Curva A le ha recentemente dedicato uno striscione che recitava “Direttore, siamo vicini al tuo dolore”. Che augurio fa per il 2011 ai tifosi napoletani, che hanno sempre espresso affetto nei suoi confronti?

 

“Ringrazio col cuore i tifosi della Curva A, è stato un gesto bellissimo, toccante. E’ stata la cosa più bella che ho ricevuto nel mondo del calcio, più forte anche della vittoria dello scudetto, mi sono commosso perché per me è stato un momento terribile, come lo è per tutti quando si perde la mamma. A me non dovevamo dimostrare niente, però, se vogliamo, è un forte gesto, una dimostrazione di valori nei confronti delle etichette che vengono spesso affibbiate alla tifoseria partenopea. Io posso solo dire che se ho lasciato la poltrona dell’Udinese in Champions League, accettando di tornare a Napoli nel punto più basso di questo club, è solo per questa splendida e magica tifoseria. Auguro un sereno 2011 a tutti i tifosi partenopei.”

 

Intervista a cura di Ciro Troise

 

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