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Quando la lezione di umiltà arriva dallo spogliatoio

Mazzarri dovrebbe riflettere sulle dichiarazioni di Maggio e De Sanctis

L’arbitro Banti ha il merito di essere riuscito in un compito difficile: aver compattato l’ambiente partenopeo. Tutti uniti per reclamare sugli errori arbitrali, scende in campo anche il presidente De Laurentiis. A dire la verità, l’intervento del patron è stato molto più pungente di quello di Mazzarri. La proposta delle interviste agli arbitri nel post-partita sarebbe un’interessante rivoluzione anche per i media, che hanno la necessità di introdurre continuamente elementi di novità ai propri format per sfuggire al rischio di essere banali.

La condotta di Banti è stata mediocre, come tante a cui assistiamo ogni giornata in Serie A. Il gol di Pandev era regolare e rappresenta un episodio fondamentale nell’analisi del match, ma non possiamo condividere la lettura ”mazzarriana” che sceglie gli arbitraggi come principale problema della compagine partenopea. Tre punti in quattro partite contro Bologna, Siena, Genoa e Cesena, 10 punti in meno rispetto alla scorsa stagione; sono dati allarmanti che non possono essere ridotti a concetti del tipo: “Abbiamo cinque punti in meno a causa degli errori arbitrali, finora non abbiamo parlato ma la misura è colma”. Qualcuno ricorda le sofferenze con l’arbitro Banti dai tempi di Napoli-Fiorentina 1-3, quando negò un solare rigore a Lavezzi; i tanti “distratti”, però, dimenticano che il toscano ha diretto anche Napoli-Lazio con il gol fantasma di Brocchi. Lo step che manca a Mazzarri per laurearsi come un “top player della panchina” è reggere lo stress mentale del doppio impegno e riuscire a tirar fuori la squadra dalle difficoltà comunicando umiltà e non proponendo come dogma a cui attenersi l’ostinazione alle proprie idee.

Chi crede di aver subito un’ingiustizia deve reagire, contestualizzando, però, con onestà intellettuale l’episodio, altrimenti, si tratta di visioni parziali, incapaci di cogliere la profondità dei problemi ed immaginare soluzioni. Gli spunti di riflessione per innescare idee di vario tipo sono veramente tanti: Campagnaro è in evidente difficoltà, meriterebbe di rifiatare, ma Fernandez non viene considerato all’altezza, l’arrivo di Inler doveva essere la svolta della mediana ma ancora non viene trovata una soluzione tattica per far esprimere al meglio lo svizzero, anche ieri richiamato in panchina per far entrare Hamsik ad inizio secondo tempo.

Il Cesena è l’ennesima “piccola” capace di aver chiuso gli spazi alla “Mazzarri band”, bloccando per tutto il primo tempo le proiezioni offensive degli azzurri, pericolosi solo con due conclusioni di Pandev dalla distanza. L’ingresso di Hamsik accende la luce nella manovra ed il Napoli attacca con maggiore intensità valorizzando di più gli esterni, ma è il cambio di modulo con l’ingresso di Zuniga per Britos al 60’ ad aver dato la svolta. Il Napoli continua sulla scia delle ultime gare, cresce nella ripresa, proprio dopo i cambi di Mazzarri. Vargas dà imprevedibilità e fantasia, la crescita del cileno è la notizia più bella di un deludente 0-0.

Abbiamo più volte analizzato il fallimento del mercato estivo, non all’altezza dei miglioramenti compiuti dal Napoli nel processo di crescita tanto caro al tecnico di San Vincenzo. Le alternative a disposizione vanno però valorizzate tutte al meglio, altrimenti il diktat presidenziale passato sotto silenzio nella serata di ieri non sarà seguito: “Dobbiamo arrivare nelle prime cinque posizioni per essere soddisfatti”.

Le lezioni di umiltà arrivano dallo spogliatoio, da un gruppo composto da grandi uomini prima che da validi calciatori. E’ significativa l’ammissione di Maggio nella mixed zone dell’Artemio Franchi di Siena: “Con la difesa a quattro ci esprimiamo meglio”. L’esterno partenopeo ritrova lucidità e brillantezza, riducendosi il carico di lavoro nella gestione delle due fasi, quindi, la sua opinione è da prendere seriamente in considerazione.

A portare tutti sulla retta via nel dibattito è stato uno dei leader di questa squadra, Morgan De Sanctis, persona che fa della sincerità, del rispetto verso tifosi e giornalisti dei valori imprescindibili. «Voglio sottolineare e precisare una cosa: non sono stati gli arbitraggi di questo periodo a condizionare i nostri risultati, abbiamo giocato una partita prevedibile, contro un avversario venuto a chiudersi e a ripartire in contropiede»- così si è espresso il portiere del Napoli nel post-partita. Mazzarri dovrebbe riflettere su queste dichiarazioni e rendersi conto di dover argomentare innanzitutto sulle difficoltà in campionato piuttosto che sugli errori arbitrali e non bastano il doppio impegno e la sfortuna per giustificarsi. Senza una serena ed umile riflessione sui problemi, non arriveranno mai soluzioni convincenti.

De Laurentiis fa bene a farsi rispettare, a portare avanti con forza le sue idee. E’ condivisibile anche la sua opinione sui rinvii e sull’impossibilità di giocare a calcio con temperature gelide, ma il patron in cuor suo sa bene che “The show must go on” e che il calcio-business non ammette soste. Di questo mondo il presidente del Napoli ne fa parte ampiamente. Con le sue idee, con il suo modello che strizza l’occhio alla tv ma che non dimentica di sfruttare al massimo il botteghino; basta guardare i prezzi dei biglietti per Napoli-Chelsea.

 

A cura di Ciro Troise

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