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Tommasielli: «Fondi per il San Paolo o si rischia la chiusura»

Tra Comune e il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis prove di accordo sul debito che la società sportiva deve a Palazzo San Giacomo per l’utilizzo del San Paolo, poco più di 1,3 milioni. C’è ancora qualcosa da aggiustare e da limare però il dato di cronaca che emerge e che le parti stanno discutendo a un tavolo tecnico, istituzionale, che testimonia la volontà di cercare un’intesa concreta. Ci sarà la fumata bianca?
Entro dicembre comunque bisognerà trovare una soluzione perché per quella data il San Paolo dovrà essere dotato dei bagni in una delle due curve, del certificato antincendio e di quello di staticità. Prove tecniche che costano e i soldi possono venire fuori solo dalla transazione sul debito. Altrimenti potrebbe profilarsi anche il rischio che il vetusto impianto di Fuorigrotta a Natale possa chiudere i battenti. «Siamo sicuri e auspichiamo che una società del livello del Napoli onori le spettanze – dice l’assessore allo Sport Pina Tommasielli – il Comune non ha i soldi per mettere a posto il San Paolo e non ha nemmeno intenzione, anche se li avesse, di tirarli fuori, perché ci sono altre priorità. Si devono fare i bagni, sistemare la questione antincedio e della staticità dello stadio. I soldi che la società deve al Comune, per essere più chiari, saranno reinvestiti interamente sullo stadio. Se non si fanno questi adempimenti lo stadio rischia di non avere l’agibilità e quindi la chiusura». Questa la fotografia scattata dall’assessore sulla situazione al 4 settembre. In realtà ballano – riguardo al debito – altri 90mila euro, frutto delle esibizioni del Napoli in estate, le 4 amichevoli, che per il momento non sono stati riconosciuti dal patron. Quando c’è stato il tavolo tecnico? Domenica dal primissimo pomeriggio fino a un’ora prima della partita con la Fiorentina. In un Palazzo San Giacomo insolitamente aperto nella giornata festiva. Da un lato la squadra dell’assessore con i tecnici del Comune dall’altra quelli di Aurelio De Laurentiis. Almeno 4 ore di discussione per arrivare alla condivisione del verbale di incontro con il quale il presidente ha riconosciuto un debito di un milione e 325mila euro. Un verbale non è un assegno, che non è stato ancora staccato anche se in Comune sono fiduciosi, è semplicemente la presa d’atto di una discussione avvenuta in una sede formale.
«La situazione è seria ma non grave», direbbe il poeta Flaiano caro fra gli altri proprio a De Laurentiis. Così sindaco e presidente sono arrivati domenica allo stadio con largo anticipo rispetto all’inizio della gara. Si sono chiusi nella saletta riservata della tribuna autorità e hanno avuto un faccia a faccia di almeno mezz’ora. Dove hanno discusso del debito, ma di tanto altro ancora. È stato il primo incontro dopo la polemica del patron sull’ipotesi di nuovo stadio nello scorso luglio poi rientrata con un chiarimento. Alta la posta in palio, con sullo sfondo appunto quella delicatissima del futuro dello stadio di Fuorigrotta e il nuovo impianto che il sindaco Luigi de Magistris intende costruire, tanto che entro metà novembre sono attese le proposte degli imprenditori di tutto il mondo. Per quella data scadrà la manifestazione di interesse pubblico lanciata sull’argomento dal Municipio napoletano. Il presidente del Calcio Napoli ha ribadito anche ieri la sua posizione. Chiede un San Paolo nuovo di zecca, spesa 80-100 milioni, che Palazzo San Giacomo però non ha. Come finirà? De Laurentiis aspetta che il governo vari finalmente la legge sugli stadi che secondo il patron darebbe maggiori garanzie alle società sia sul fronte della ristrutturazione dello stadio che sulla eventuale costruzione di un nuovo impianto. Il sindaco a metà novembre aprirà le buste delle proposte e andrà avanti per la sua strada. «Una cosa è certa – ha dichiarato a Ferragosto – Napoli avrà un nuovo stadio e sarò io a inaugurarlo».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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