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Udine, uno degli ultimi tabù da sfatare. Il Napoli si affida ad Hamsik, unico superstite del pokerissimo del 2007‏

Correva la stagione 2007/08. Il Napoli si apprestava a disputare nuovamente il campionato di Serie A dopo svariate stagioni spese tra Serie B e Serie C. L’esordio al San Paolo non era stato dei migliori, con gli azzurri, allora allenati da Edy Reja, battuti a domicilio dal tutt’altro che irresistibile Cagliari. Quel Napoli, aveva vissuto un’estate piena di polemiche, tra le aspre critiche dei tifosi che imputavano alla dirigenza, in primis al dg Pierpaolo Marino, un mercato al di sotto delle aspettative. Erano infatti arrivati due sudamericani, il fresco campione del Clausura argentino Ezequiel Lavezzi e l’uruguaiano Walter Gargano, assieme ad un ragazzino slovacco dal Brescia, tale Marek Hamsik. Oltre al duo juventino Blasi-Zalayeta. Troppo poco, secondo loro, per una piazza che, dopo anni, tornava a calcare i campi della Serie A. E il ko col Cagliari non fece altro che aumentare le preoccupazioni dei tifosi.

La giornata successiva si giocava ad Udine, campo tutt’altro che facile. E tra tifosi ed addetti ai lavori regnava molto pessimismo. Come poteva quella squadra giovane ed inesperta, appena promossa e battuta in casa dal Cagliari, andare  in un campo come Udine, di fronte ad un club noto per la sua solidità e da anni in massima serie, e sperare di fare risultato. Quel Napoli non solo fece risultato, stravinse! Cinque gol, e l’esplosione del talento di Ezequiel Lavezzi e di Marek Hamsik. Un pomeriggio che portò due ragazzini sconosciuti a candidarsi come vere e proprie rivelazioni del campionato. Ed oltre alla rete del Pocho e agli illuminanti passaggi di Marek, anche la doppietta di Zalayeta, la rete di Domizzi e quella del Pampa Sosa. Un pomeriggio da incorniciare.

Peccato solo che da allora per il Napoli le gioie ad Udine sono state ben poche. Il 2007 è infatti l’anno dell’ultimo dei quattro successi del Napoli al Friuli. Dopo lo stadio dei bianconeri è rimasto per il Napoli un vero e proprio tabù. Due sconfitte, entrambe con il punteggio di 3-1, e tre pareggi. Udine resta quindi uno dei pochi tabù da sfatare. La gestione Mazzarri, il quale ha sempre dichiarato di averne sfatati molti a Napoli, non c’è riuscita. Incappando anche in alcuni passi falsi decisamente clamorosi. Quest’anno, con l’avvento di Benitez, altri tabù sono invece stati sfatati, come quello di San Siro o quello di Catania. Ma resta, per il momento ancora in piedi quello del Friuli.

Sabato, vigilia di Pasqua, Rafa avrà l’opportunità di centrare il primo successo dal 2007 in casa dell’Udinese. Come lo Juventus Stadium, dove il Napoli ha sempre perso, il Friuli è un tabù che resiste da molto, forse troppo tempo. La gestione Mazzarri non è riuscita ad infrangerlo. Benitez, che già è riuscito a migliorare riguardo San Siro e Massimino, ci proverà. Staremo a vedere se ci riuscirà al primo colpo, o anche stavolta dovremo rimandare di un anno. Nel frattempo fa invece riflettere come sia cambiato il Napoli dal 2007 ad oggi. Uno solo è rimasto: Marek Hamsik. Allora, pur fornendo una prestazione maiuscola, non riuscì a scrivere il suo nome sul tabellino dei marcatori. Chi sa se oggi, mentre attraversa un periodo non proprio felice, non decida di segnare proprio al Friuli. In questo stadio, quel ragazzino con la cresta, si mostrò grande. Ora, forse, dopo sette anni, gli sarà anche venuta voglia di tornare ad Udine. Di tornarci per vincere,  di tornarci per (tornare a) segnare.

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Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio

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