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De Laurentiis: “In Lega serve un rottamatore alla Renzi, ma nel calcio non c’è”

Diciotto voti a favore e solo 2 contro. Anche la serie A si schiera dalla parte di Tavecchio e lo fa con una netta maggioranza, ben al di là delle previsioni. Alla fine soltanto Juventus e Roma non cambiano posizione, restando contrarie all’appoggio per il presidente dei Dilettanti, rinunciando a firmare il documento di sostegno che gli verrà consegnato oggi. Deluso, e non potrebbe essere altrimenti, Albertini, che contava proprio sulla massima categoria per tentare un clamoroso ribaltone. L’ex-vicepresidente federale si è preso qualche ora di tempo per riflettere. A questo punto non è da escludere un suo passo indietro. Scenario che l’Assocalciatori vorrebbe a tutti i costi evitare, spingendo perché si arrivi comunque al confronto elettorale il prossimo 11 agosto. L’Assemblea ha pure prodotto un programma che verrà sottoposto a Tavecchio ed eventualmente ad Albertini con tutte le richieste della serie A. All’interno i soliti punti su cui si sta dibattendo da mesi, vale a dire una riduzione generale delle squadre professionistiche, con l’obiettivo di arrivare a un massimo campionato a 18 squadre, le seconde squadre, ma senza escludere le multi-proprietà (per non scontentare Lotito…), revisione della struttura della Figc a partire da Covisoc e Club Italia, l’organizzazione dei settori giovanili e l’armonizzazione del mercato con gli altri Paesi europei. Al documento programmatico, alla fine, oltre alla Juventus ha dato voto favorevole anche la Roma rimasta però fuori dal gioco delle cariche. Agnelli, infatti, scartata la possibilità di diventare consigliere federale – toccherà a Gino Pozzo affiancare Lotito -, è comunque stato eletto nel Consiglio di via Rosellini. E come lui sono rientrati anche l’Inter, rappresentata da Angelomario Morati (il padre Massimo era stato eletto nel 2006), e la Fiorentina, con il presidente Cognini, oltre a Campedelli e Zamparini. In tal modo si è tentato di ricomporre la spaccatura nata dopo la rielezione di Beretta e la conseguente esclusione dal Consiglio delle big contrarie al bis. Inutile nascondere che si tratta di una vittoria di Lotito, sostenitore da subito di Tavecchio. Peraltro, prima dell’inizio dell’Assemblea, il presidente della Lazio si era appartato al quarto piano a pranzare con Galliani (altro uomo pro-Tavecchio, nonostante il parere contrario di Barbara Berlusocni) e lo stesso Agnelli, per tentare di arrivare ad una prima condivisione del programma.

RENZI-MALAGO’. Prima di salire al quarto piano era stato decisamente caustico De Laurentiis. «Se non cambiamo la Lega, difficilmente potremo rapportarci alla Federazione. Servirebbe un Renzi anche in via Rosellini. Per il momento ce l’abbiamo solo nello sport ed è Malagò».

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