Nel corso della trasmissione Si Gonfia la Rete in onda su Radio CRC è intervenuto Arrigo Sacchi, coordinatore delle nazionali ed ha rilasciato alcune dichiarazioni; ecco quanto evidenziato da IamNaples.it:
“I giovani nel nostro campionato? Non sono convinto che le società perseguano la linea dei giovani. Il nostro campionato non è adatto ai giovani, c’è prudenza, fase difensiva, dove il calcio è episodico e non continuativo e dove il gioco non è primattore ma affidato ai singoli. Quindi i giovani si trovano a disagio in un calcio ricco di trucchi e furbate e non possono realizzarsi. Dalle serie B sono spariti quasi tutti, idem nella prima giornata di campionato. Ripeto, il nostro calcio è fatto per gente esperta, tranne che ci siano allenatori coraggiosi che danno un gioco costruttivo alle loro squadre, fondato sul possesso palla, ma sono pochi. All’inizio di questa stagione vorrei sempre parlare di giovani. Sono un estimatore convinto di Insigne, un giocatore moderno, sa fare la fase offensiva e difensiva e muoversi a tutto campo. Non ha ancora la forza di altri, ci vuole un gioco che lo aiuti. El Sharaawi ad esempio non risolve i problemi, è la squadra a doverlo aiutare. Zeman e Mazzarri sono diversi tra loro. Il secondo gioca il calcio italiano nel migliore dei modi, il primo si basa sull’iniziativa, sul possesso, un calcio totale e offensivo insomma. Due grandi allenatori comunque. Altri giovani in Nazionale? Prandelli ha una idea di gioco e non ha paura di inserire i giovani. Nell’ultima partita aveva chiamato 6 o 7 ragazzi interessanti, segno di stima. Io spero che investa di più nei settori giovanili, pagando di più, prendendo degli allenatori bravi, che sappiano insegnare e costruire, che lascino loro il tempo di saper giocare bene senza insistere sempre sul risultato. Solo così avremo un ricambio generazionale. Stiamo cercando ora di avere una collaborazione con le società, facendo loro fare esperienza internazionale per farli crescere. In Europa il calcio è infatti diverso da quello italiano. La squadra italiana che gioca più all’europea? La Juve è più vicina al calcio totale con una partecipazione di tutti alle due fasi, collaborando, con organizzazione, con pressing, con una distanza corretta rispetto alla palla, cioè essere preciso nei lanci e muoversi in modo coeso altrimenti le sinergie si perdono.”
La Redazione
M.V.
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