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Carpisa, festa per la Yamamoto: migliore calciatrice d’Italia

"Felice di essere a Napoli e divido il premio con tutte le compagne"

In meno di tre mesi Emi Yamamoto ha già conquistato gli appassionati di calcio. La piccola Pirlo dagli occhi a mandorla il 27 marzo riceverà a Cagliari il premio «Ali della Vittoria 2013» come migliore calciatrice d’Italia. Un riconoscimento assegnato dalla Lega Dilettanti per le sue qualità sportive e di impegno sociale, dimostrate in campo nazionale e internazionale, che le sarà consegnato in occasione della serata di gala del Trofeo delle Regioni. La giapponese, che ha compiuto 31 anni sabato scorso, in poche partite ha già incantato Napoli e l’Italia: deliziosi assist, visione di gioco e già sei gol in undici match l’hanno resa il personaggio nuovo della serie A di calcio femminile. È arrivata a Napoli dopo aver disputato un’Olimpiade e un Mondiale con la maglia del Giappone. In poche settimane ha trascinato la squadra napoletana al quinto posto in classifica, risultato eccezionale per una neopromossa.
Per l’esordio a Napoli della piccola Yamamoto (centrocampista dal fisico esile ma compatto, alta appena 160 cm) si erano scomodati giornalisti e tivù del Sol Levante e in poco tempo ha colpito l’attenzione anche dei media italiani, grazie alle prestazioni in campo. «Il fascino di Napoli lo conoscevo già – spiega Emi – ma la voglia di giocare in Italia e per la maglia di questa città mi è venuta quando Zaccheroni è diventato ct del Giappone». La giapponese che imita Pirlo nelle punizioni e nelle giocate di fino, mettendo a segno due settimane fa un gol da centrocampo nella trasferta contro il Mozzecane Verona, si è ambientata presto e bene. «Giro la città ogni volta che ho tempo libero, mangio pizza e pollo arrosto. I tifosi che vengono al Collana a vederci sono fantastici. C’è una passione per il calcio femminile che nel mio paese non c’è». Sabato sarà di nuovo in campo al Collana, contro il Firenze (ore 15, ingresso gratuito). «Sapevamo che Emi ci avrebbe permesso di compiere un salto di qualità – spiega il direttore generale del Carpisa Italo Palmieri –. Non è stato facile portarla a Napoli, le regole del settore dilettanti creano molte difficoltà. Servirebbe avere più straniere in campionato».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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