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Palmiero, il metronomo classe ’96 che ad Ostuni ha stregato l’Italia

Alla scoperta di Luca Palmiero, uno dei talenti della scugnizzeria

La Primavera ha completato la stagione con il Torneo di Ostuni, dove ha perso la finale contro il Lecce ai rigori. I ragazzi di Sormani hanno disputato un ottimo torneo impressionando soprattutto per l’inserimento nell’organico di molti ragazzi sotto età rispetto alla categoria. La rosa è stata rinforzata aggiungendo allo storico gruppo della leva ’94, arricchito solo dai classe ’92 Petrarca e Dezi e dal centravanti ’93 Romano, alcuni elementi classe ’95 e ’96 della Berretti e degli Allievi Nazionali: i vari Guarino, Barone, Palmiero, Gaetano, oltre a Tutino, talentuoso esterno offensivo classe ’96 da mesi aggregato alla Primavera. Un antipasto della politica che il vivaio partenopeo costruirà anche per la prossima stagione; una sorta di percorso di crescita accelerato per i ragazzi più promettenti, verificando le qualità subito in Primavera.

Tra i ragazzi sotto età ha suscitato l’interesse degli addetti ai lavori un ragazzo che da tempo segnaliamo nelle dirette e negli articoli d’approfondimento sul settore giovanile: Luca Palmiero, metronomo classe ’96. Uno di quelli che in campo non danno nell’occhio, come invece la schiera di fantasisti come i fratelli Insigne o Tutino, ma che rappresentano il sogno di ogni allenatore. Portato al Napoli dal 2008, dopo un’intensa attività di scouting guidata da Peppe Santoro, a quei tempi responsabile del settore giovanile e applicata sui campi dal tecnico Nicola Liguori e dall’osservatore Maresca, Luca Palmiero sembra un ragazzo di 20 anni per la maturità e la personalità che mostra sul terreno di gioco. E’ un metronomo, dotato di un’eccezionale visione di gioco, capace di strutturare il passaggio tra le due fasi con il controllo orientato verso il suggerimento all’esterno in profondità, una prassi consolidata nella manovra da applicare a memoria che il tecnico Liguori è capace di trasmettere ai suoi ragazzi. Deve crescere sotto il profilo della fisicità, un requisito fondamentale per chi occupa la mediana nel calcio moderno, e sul cambio di passo; due aspetti che, se sarà ben seguito, potrà apprendere velocemente.

Le sue qualità sono confermate da tutti gli addetti ai lavori che l’hanno seguito durante il suo percorso calcistico che, nonostante abbia da poco compiuto sedici anni, già vanta vari passaggi degni di nota. Gioca a calcio da quando aveva 4 anni, in tutti i suoi movimenti si nota la profonda passione per questo splendido gioco. E’ una questione di famiglia, l’ha ereditata dal padre, prima libero vecchio stampo e poi centrocampista centrale che vanta l’esordio a sedici anni in C2 con la Juve Stabia, dopo una trafila nel vivaio dove ha conquistato un Campionato Allievi e uno scudetto Berretti di Serie C. Dopo l’esperienza nelle vespe, qualche trascorso nella Cavese e poi nelle serie minori.

Intelligenza tattica, l’applicazione e la razionalità applicata nella capacità di costruire geometrie, sostanza da mettere a disposizione per la fantasia altrui; questa è la storia della famiglia Palmiero.

Luca, nativo di Mugnano, è cresciuto nella florida “cantera” del Marano Calcio costantemente monitorata da Roma ed Inter. Nel Napoli approda all’età di 12 anni nella categoria Esordienti dove resta solo per una stagione. Con il suo talento si fa subito spazio e passa sotto età nei Giovanissimi Nazionali; è l’unico classe ’96 in mezzo ai ’95. Nel 2010/2011 disputa il Campionato Giovanissimi Nazionali finalmente in linea con la situazione anagrafica collettiva. E’ una stagione trionfante sotto la guida di Liguori; vince la Viareggio Junior Cup e in campionato va in finale contro la Fiorentina, dove si perde 3-0 perché emergono i limiti riguardo alla fisicità in entrambe le fasi. Quest’anno la consacrazione: partecipa al Campionato Allievi Nazionali dove fa la differenza nonostante l’evidente divario strutturale con alcuni avversari dovuto all’età. Il suo contributo è evidente anche nelle due esperienze più belle della stagione: la vittoria al Trofeo “Renato Curi” e la finale raggiunta ad Arco di Trento contro l’Inter che non disputò a causa proprio degli impegni con la Nazionale.  Le sue eccellenti prestazioni lo fanno diventare un punto fermo dell’Under 16 di Zoratto con cui vince il prestigioso Torneo di Algarve. L’ex giocatore del Parma ha ritrovato in Luca quelle caratteristiche che hanno reso straordinaria la sua carriera quando la compagine emiliana era guidata da Nevio Scala. Non si primeggia sui muscoli, sulla fisicità ma sulla statura, ma sulla classe, sulle geometrie, la visione di gioco, quell’humus che rende capaci di servire il compagno meglio piazzato anche a distanza di 70 metri.

A Maggio viene aggregato in Primavera, nella semifinale contro il Milan ad Ostuni ha conquistato il “diploma” sui block notes degli addetti ai lavori che annotavano quel nome che i frequentatori del “Kennedy” conoscevano già bene.

Da Insigne a Palmiero a Tutino; gli scettici fanno leva sempre sulla statura ma Zeman e Lorenzo hanno dimostrato che nel calcio moderno ciò che conta è l’esplosività, la forza muscolare. Questi requisiti vanno monitorati da chi segue la crescita di questi ragazzi.

Forza muscolare e cambio di passo sono gli aspetti su cui insistere per la crescita di Palmiero ma il talento c’è, basta crederci!

A cura di Ciro Troise

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