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LA STORIA- Corsi e ricorsi del destino- La partita più difficile di Antonio Cassano- Parte 2

Segui la seconda parte del racconto della vita di un campione che unisce

La seconda parte della “storia” che vi propone la Redazione di Iamnaples.it è attualità: raccontiamo la vita del “nostro” Campione dal capitombolo di Madrid alla quasi Champions di Genova, dai litigi con Garrone allo scudetto con il Milan, dalla consacrazione in azzurro alla paura per il “buco” che ha sul cuore. Il bambino prodigio di Bari Vecchia è ormai un uomo e si trova ad un bivio. Quale strada prenderà non è ancora il tempo di dirlo, ma dopo questa breve lettura potremo dire di conoscere un pò di più quel personaggio così affascinante, coerente, snervante e indecifrabile che è Antonio Cassano.

Garrone, Mazzarri, Pazzini e… Cassano– Quella che doveva essere la corsia preferenziale che avrebbe portato Fantantonio alla decisiva e definitiva consacrazione, stava per diventare un tunnel senza via d’uscita. Estate 2007: Cassano è ai margini del Real Madrid, i rapporti con quel Capello che tanto l’aveva adorato ai tempi della Roma sono ormai compromessi per sempre, il suo peso è sproporzionato, a soli 25 anni sembra avviarsi verso l’inesorabile via del tramonto. Per fortuna però il destino, suo amico/nemico che da sempre ha dato e tolto ad Antonio in quantità sproporzionate e spesso sconclusionate, decide che non è ancora il momento di considerarlo una promessa non mantenuta. La Sampdoria, grazie all’aiuto economico delle merengues, decide di puntare su di lui, nonostante tutto. E Antonio che fa? La porta ai preliminari di Champions. In tre anni e mezzo Cassano diventa il Re di Genova, sua seconda terra: lì trova amici, amore, stabilità, Nazionale (con Donadoni e Prandelli, con Lippi diventa il grande escluso del fallimento sudafricano). Con Pazzini forma una coppia epica, la curva lo osanna, i vari allenatori che si susseguono alla guida della Doria lo eleggono leader indiscusso del gruppo. Cassano sembra essersi affermato, Fantantonio sembra essere diventato davvero Cassano.  Un ulteriore colpo di scena finirebbe col perdere il suo gusto, sarebbe troppo banale, sarebbe un copione già visto e rivisto. Ma Antonio proprio non ce la fa a fare il bravo e come successo a Roma, quella che sembrava ormai la sua famiglia diventa la sua gabbia d’oro: Gennaio 2011, Cassano lascia la Samp a metà classifica in seguito ad una lite con Garrone, Pazzini lo imita e la Doria, dopo aver sfiorato la Champions, si ritrova in B. Storia d’oggi, il primo scudetto- Il litigio con il patron della Samp lo porta a Milano, sponda rossonera. In sei mesi al Milan non diventa (anche a causa delle numerosissime personalità di spicco) il leader che era a Genova, ma contribuisce, con 3 reti e 6 assistenze vincenti, a cucire sulle maglie dei Diavoli, il tanto atteso scudetto. L’estate 2011 lo vede accostato a tanti club, ma, come sempre nella sua intensissima vita, Cassano smentisce tutti, dimostrando di essere un giocatore e soprattutto un uomo da Milan. La continuità, da sempre suo tallone d’Achille, diventa uno dei suoi punti di forza, le Cassanate sono ormai ricordi sbiaditi, la Nazionale di Prandelli lo elegge a leader ed uomo simbolo. Il fenomeno Cassano sta finalmente ricevendo quelle gratificazioni che il bambino dispettoso che era in lui gli aveva impedito d’avere prima. Ma purtroppo il marchio di fabbrica del talento di Bari Vecchia è l’imprevedibilità e così dopo un Milan-Roma e 20′ minuti giocati ad altissimo livello, Cassano s’accorge che qualcosa non va: non c’entra la testa, stavolta ci si mette il cuore.

Forza, Campione- Antonio ha un “buco” al cuore (tecnicamente una sofferenza cerebrale su base ischemica dovuta ad un forale ovale pervio cardiaco interatiale): lo accertano i medici del Policlinico di Milano, per lui piccola operazione chirurgica e almeno 6 mesi di stop. Ansia, preoccupazione e tanta solidarietà: questo il bilancio dei giorni che lo hanno accompagnato alla (perfettamente riuscita) operazione. La sfida più grande, scongiurando questo problema, il Pibe De Bari già l’ha vinta, ma ora la vita, forse invidiosa dei suoi successi, gliene sta tirando un’altra. Nell’anno degli Europei e della sua maturità (ha ormai 29 anni) calcistica, Fantantonio deve riuscire a dribblare la malattia, a lavorare per rigenerarsi e provare ad emulare quelli che con le loro imprese, circa trent’anni prima, avevano fatto il possibile per lasciarlo in panca (la pancia di mamma Giovanna). Le scommesse sono aperte e per chi, come il sottoscritto, crede in Cassano uomo e Campione, “l’uno fisso” è d’obbligo.

Servizio a cura di Mirko Panico

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