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Violenza all’Arenella: picchiato e derubato il giornalista Luigi Necco

Assurda aggressione all'ex inviato della Rai per un parcheggio

A Napoli non c’è solo la camorra. La violenza viene declinata in tutte le sue forme purtroppo ovunque a ogni ora del giorno e della notte, e l’episodio accaduto al giornalista Luigi Necco ne è solo l’ultima dimostrazione. Aggredito, insultato, picchiato e – alla fine – anche derubato. E’ successo alle 13 in piazza Muzii, all’Arenella. L’ex giornalista della Rai – autore di servizi non solo sportivi ma anche sulla camorra, e profondo conoscitore di Napoli (oggi conduce una popolare trasmissione su una rete privata cittadina) è finito all’ospedale Cardarelli dopo essere stato aggredito con una violenza inaudita da un automobilista.

Un’aggressione gratuita, immotivata, avvenuta all’esterno di una pasticceria dove Necco aveva regolarmente parcheggiato la propria autovettura, una Alfa 147. Rimessosi in macchina, ha però trovato una seconda vettura parcheggiata che gli impediva di fare manovra. Necco ha atteso l’arrivo del conducente, che – una volta sul posto – ha iniziato a inveire sostenendo che l’Alfa gli avrebbe strisciato la carrozzeria. A quel punto il giornalista ha impugnato una telecamerina per registrare che nessun danno era stato causato da una manovra peraltro mai fatta. L’uomo – sui trent’anni – con un pugno ha rotto lunotto posteriore dell’Alfa, poi ha iniziato a insultarlo, prima di colpirlo a calci e pugni.

A quel punto decine di persone hanno tentato di difendere Necco. Ma l’aggressore – stando alle testimonianze di alcuni presenti –  è riuscito a divincolarsi continuando ad accanirsi sul giornalista. E non è tutto. Prima di imbucarsi nell’auto gli ha anche rubato la telecamera. Dopo poco sul posto sono giunte le Volanti della polizia e un’ambulanza, che ha accompagnato Necco al pronto soccorso del Cardarelli, dove gli sono state diagnosticate contusioni guaribili in una settimana.

L’identificazione del folle aggressore che ha seminato paura all’Arenella sarebbe questione di ore. Numerosi testimoni hanno collaborato con gli investigatori fornendo loro una descrizione dettagliata e anche il numero di targa dell’auto con la quale, dopo aver pestato il giornalista, è fuggito.

 

 

Fonte: ilmattino.it

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