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Alberto Grassi, l’oggetto misterioso diventato emblema del (non) mercato del Napoli a gennaio

L'ex Atalanta è finito suo malgrado per diventare il simbolo degli errori nel mercato di gennaio

Alberto Grassi, l’oggetto misterioso di questa seconda parte di stagione del Napoli. Ricapitoliamo: azzurri primi in classifica, campioni d’inverno e con il mercato di gennaio che si avvia alla conclusione. “Non bisogna rompere gli equilibri” il diktat della presidenza. Ed ecco che da Bergamo, pagato attorno agli 8 milioni, arriva un ragazzo classe ’95 di cui si parla davvero un gran bene. Alberto Grassi, 13 presenze fino a quel momento con l’Atalanta. Esordio datato un anno prima, nel 2014, a 19 anni, quando l’allora tecnico dei nerazzurri Colantuono lo inserì al posto di Baselli nella sconfitta per 2-1 conto la Roma. Da allora una carriera che sembrava dover decollare da un momento all’altro. Prima l’ingresso stabile nel giro della prima squadra, poi il minutaggio che aumenta, infine i gradi di titolare. Manca solo l’ultimo tassello, quel salto in una big che, a 21 anni, può far si che si passi dal “è un buon giovane” a “teniamo d’occhio quel ragazzo, farà grandi cose”.

Come detto il Napoli non vuole strafare a gennaio. Così accanto a Vasco Regini arriva Alberto Grassi. E se per il primo si profila fin da subito tanta panchina, per Grassi c’è già qualcuno che parla di lui come il centrocampista che numericamente manca al Napoli, quello in grado di poter far rifiatare il terzetto Hamsik-Allan-Jorginho che, già a gennaio, più di un addetto al lavori vedeva in calo fisico.

Sul più bello però Grassi si infortuna. Neanche il tempo di finire il primo allenamento e l’ex Atalanta si ferma. Peccato, gridano in molti. Le foto di Grassi che inizia la riabilitazione fanno il giro del web… ma saranno anche le uniche foto che i tifosi vedranno di lui. Già, perchè nonostante il recupero dall’infortunio, Alberto Grassi ha fino ad ora collezionato la bellezza di zero minuti con la maglia del Napoli. Qualcosa di davvero inspiegabile per uno che a gennaio era stato acquistato dalla prima in classifica. Prima in classifica che, se proprio vogliamo dirla tutta, aveva davanti a se un’occasione più unica che rara di lottare fino alla fine per lo Scudetto.

Alberto Grassi da giovane promessa si trova così ad essere il punto centrale di una domanda che attanaglia molti tifosi del Napoli. E’ l’emblema della cocciutaggine di Sarri, o quella del mercato fallimentare di De Laurentiis? Come sempre la risposta la si può trovare nel mezzo. Il tecnico toscano, al netto degli indubbi meriti per una stagione giocata ad alti livelli, è innegabile che pecchi sul fronte del turnover. Lo scorso anno, con una rosa inferiore, Benitez riuscì a portare la squadra a lottare su tre fronti quasi fino al termine della stagione. Ad un rigore sbagliato dalla Champions e ad un gol in nettissimo fuorigioco dalla finale di Europa League. Sarri ha corretto le falle difensive del Napoli di Benitez, gli ha ridato un’anima e l’entusiasmo dopo il deludente epilogo della scorsa stagione ma ha mostrato di essere “un passo indietro” sul fronte della gestione della rosa. Lungi dal voler fare sterili e polemici confronti, si può dire che l’ex Empoli abbia pagato la poca abitudine dei tre fronti, dovuta al fatto che questa è la sua prima esperienza in una big. Un difetto che dovrà necessariamente correggere qualora, come molti sperano, sarà ancora lui l’allenatore del Napoli.

Le fissazioni di Sarri, da rimuovere assolutamente in prospettiva Champions League, non possono liberare De Laurentiis dalle proprie responsabilità. Il discorso del “non voglio stravolgere gli equilibri” non regge. Grassi può essere considerato un ottimo acquisto di prospettiva ma sicuramente un organico incompleto sul fronte delle alternative aveva bisogno di altro a gennaio. Grassi (oltre a Regini, altro giocatore praticamente mai impiegato) può anche andar bene ma non può essere sicuramente il rinforzo principale di una realtà che ha l’occasione storica di competere con la Juventus. Con il Napoli primo in classifica, campione d’inverno e davanti alla più grande occasione della storia recente di riportare lo Scudetto alla falde del Vesuvio, De Laurentiis poteva e doveva fare di più. La “cocciutaggine” di Sarri non può diventare un alibi per una presidenza che non ha fatto nulla affinchè il tecnico potesse ammorbidirsi rispetto al suo integralismo. La lezione di Bilbao, quella del “poi compro” sembrerebbe non essere stata recepita dalle parti della FilmAuro. Ed ora il Napoli, dopo una stagione tra la prima e la seconda posizione si trova con quest’ultima pericolosamente in bilico, insidiata da una Roma in rimonta.

Insomma Grassi, non giocando, è finito suo malgrado per diventare l’immagine concreta di un mercato di gennaio condotto senza la condivisione totale tra De Laurentiis, Giuntoli e Sarri.  Nel frattempo la gara contro la “sua” Atalanta potrebbe essere l’occasione per l’esordio di Grassi con la maglia azzurra, sperando però che questo non diventi l’occasione per la nascita del partito del “se l’avessimo fatto giocare prima a ‘sto Grassi”

Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio

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