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Il Vomero Basket donne chiude i battenti

Il Vomero Basket dice basta. Finisce un ciclo, addio a progetti e speranze. La squadra del presidente Pasquale Panza ha rinunciato alla serie A2. In cinque anni, dallo scudetto all’addio alla pallacanestro che conta: un sogno che si è trasformato in incubo. La rinuncia non è ancora ufficiale ma la società collinare ha lasciato libere le giocatrici e il tecnico Massimo Romano, nonostante nella scorsa stagione il Vomero avesse disputato un onorevole campionato arrivando ai playoff. «Non vedo futuro e disputare l’A2 così non ha senso. Siamo un club che ha conquistato scudetto e Fiba Cup, facciamo fatica a vivacchiare in campionati minori – spiega amaro il presidente – ma non dite che scompariremo. Ci vuole più coraggio a rinunciare alla A2 e a ripartire dal settore giovanile che andare avanti senza obiettivi».
La rinuncia era nell’aria, il basket femminile vive un momento difficilissimo. «Lo sport, o quanto meno il basket femminile, è lo specchio della crisi economica che viviamo. La situzione è drammatica ed è impossibile progettare, specie a Napoli che ha maggiori difficoltà. In serie A1 sono scomparse squadre che hanno vinto lo scudetto come noi: Geas San Giovanni e Como, non siamo i soli ad essere entrati in crisi. Oggi è più facile vivere alla giornata che programmare un futuro. Ma io sono così: senza progetti e risorse non vado avanti. Con il settore giovanile rinasceremo e regaleremo alla città altre ottime giocatrici come ce ne sono state finora. Sia insomma chiaro: il Vomero non scompare, dice addio solo alla A2».
Il basket femminile non gode più della collaborazione di grandi partner come era stato ad esempio il marchio Phard. In più il Vomero ha affrontato il grave problema degli impianti senza più il Collana dal 2005 e un Palabarbuto «troppo grande».
«Non faccio polemiche e non attribuisco colpe ad alcuno – prosegue Panza – dico solo che il problema dell’impianto c’era e c’è ancora. Non è stato mai risolto e del resto non era facile che accadesse. Resta il Polifunzionale di Soccavo dove comunque facciamo e faremo la nostra attività giovanile, con l’aiuto di dirigenti di qualità come Elena Bellastella e dello staff tecnico che è rimasto con noi».
Un momento davvero difficile. «Sì, ma non disperderemo il nostro patrimonio, anzi, lo ricostruiremo – conclude Panza – perchè il nostro è un atto di coraggio, non una sconfitta. Oggi alla Napoli sportiva servono progetti seri che diano impulso ai settori giovanili. Noi ripartiamo da zero, anzi dalle nostre baby. Certo, ci mancheranno i grandi palcoscenici ma ogni ciclo, sia pure prestigioso, finisce. Ora è toccato a noi, mi dispiace solo che non c’è stato qualcuno capace di prendere il testimone e di portare avanti il Vomero. Ma di certo non cancello dieci anni e più di sacrifici e di vittorie, comunque indimenenticabili».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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