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L’Editorialista – Il punto di Leonardo Balletta

Napoli Basket, Partenope, Nuova Pallacanestro Napoli, Basket Napoli,  NSB Napoli e Nuova Pallacanestro Napoli (sì, di nuovo). Manco fosse l’11 azzurro dello scudetto ’87, mi è capitato di snocciolare questa lista ad un collega bolognese venerdì pomeriggio, durante una trasmissione radiofonica. Mi aveva chiesto come si percepisse qui all’ombra del Vesuvio (giuro che l’ha detto lui…) la questione Fortitudo, con la Conad di Romagnoli e la Ozzano di Sacrati che si contendono marchio, bacheche e tifosi…gli ho spiegato che qui, “all’ombra del vesuvio”, solo negli ultimi 20 anni di marchi e nomi ne abbiamo cambiati 6, per non parlare dei presidenti, da De Piano a Rossini, da Montella a Lubrano, da Maione a Papalia e Cirillo. E abbiamo anche messo qualcosa in bacheca. Ma la priorità, specie negli ulltimi tempi, è stata quella di avere una squadra in città, qualsiasi fosse il suo nome. La storia del basket qui è legata piuttosto ai nomi di chi questa piazza l’ha fatta sognare, da Fucile agli Errico, da Jim Williams a Walter Berry, da Dontaè Jones a Mike Penberthy a Lynn Greer, e pazienza se hanno portato stemmi diversi sulla maglia, l’importante è che abbiano giocato per noi. A proposito della storia, puntano ad entrarci anche Salvatore Calise e la sua Napoli Basketball, che in un momento di paralisi economica e sociale per l’intero paese, hanno puntato forte sulla passione. La loro innanzitutto, e poi quella di un popolo intero. Chiaro che di solo entusiasmo non si vive (purtroppo), qui si punta su una fitta rete di sponsor e sul contributo di un club dei tifosi. Nessun mecenate (ma quanti ce ne sono ancora in giro?) ma un’ottima organizzazione. Oltre che una  splendida serie di successi (8 per incominciare) interrotta e poi ripresa domenica scorsa. Il sogno è la LegaDue, ma non si dice. Quella LegaDue in cui vuole rimanere a tutti i costi l’Igea Sant’Antimo del presidente Cesaro. Che nella storia della pallacanestro napoletana avrebbe potuto entrare in più occasioni, anche quest’estate volendo. Ma che la storia l’ha voluta “fare” nella sua cittadina, accollandosi fin qui più oneri che onori per una scelta coraggiosa. Il PalaPuca infatti è ancora un cantiere, e la sua squadra ha potuto festeggiare la sua prima vittoria solo domenica scorsa, sul “neutro” di Pozzuoli, contro la Conad Bologna di cui sopra. E’ stata però una vittoria speciale, che il presidente e i suoi uomini meritavano per l’abnegazione con cui si sono aggrappati a questo sogno orgoglioso. Sant’Antimo è sulla mappa del basket professionistico, e farà di tutto per restarci.

A cura di Leanordo Balletta de La Gazzetta dello Sport

Fonte: PallacanestroNapoli.it

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