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Corbo: “L’esclusione di Cannavaro è una scelta precisa. Vince l’illuminata gestione del turn-over”

Le sorti del Napoli dipendono in parte dalla sosta: è una fantastica opportunità per ricaricarsi. Vince con illuminata gestione del turnover, ma gli infortuni muscolari di Higuain, Albiol e Zuniga rivelano guasti di preparazione: l’acquisto tardivo del bomber argentino e la travagliata rincorsa per convincere l’esterno colombiano a firmare un contratto d’oro avranno lasciato qualche traccia, malanni inediti nella storia recente del Napoli. La lunga sosta e l’esonero dalle nazionali offrono un ampio margine. Il 19 (forse il 18) la Roma, il 22 la Champions a Marsiglia diventano un doppio test per la verità: in Italia e in Europa sarà protagonista? Il Napoli lo saprà solo vincendo. Come ieri. Il secondo posto, con 19 punti su 21, sei vittorie in sette gare positive, premia la rifondazione. Da squadra autoritaria e matura, pur in emergenza, ha chiuso subito i conti con il modesto Livorno. Stanca e priva di Higuain e Albiol, un’altra formazione sarebbe andata a schiacciarsi su un bunker. In tempi diversi i titolari sembravano insostituibili: ci sono loro o si va nel burrone. Ieri niente drammi. Fernandez con tempismo nella parte di Albiol, trasmettendo serenità anche a Britos, puntuale nelle chiusure. Armero prezioso esterno basso, difende bene e corre molto. Mesto che faceva tappezzeria si impone da gregario rassicurante. Inler e Behrami, dall’Europa all’Italia, tornano a fare la differenza. L’esclusione di Cannavaro in favore di Fernandez è una scelta definitiva: l’ex capitano sarà ceduto In Italia a gennaio. Benitez si è adeguato a giudizi e disegni del presidente. Squadra da completare a gennaio, ma è stata utile una rosa più ampia, Benitez nella sua accademica serenità sa gestirne posti e umori. I migliori risultano Mertens e Pandev, i due che schiodano subito la vittoria. C’è un motivo per entrambi. Dries Mertens non si è sentito mai un escluso: a Genova si avvicinò all’allenatore per complimentarsi. Non aveva giocato neanche un minuto. Ieri, decisivo. È anche questo il nuovo Napoli. Diverso per Pandev. Zero a Londra, tra i migliori ieri. Come mai? È un raffinato rifinitore, ha delizioso tocco e sontuosa fantasia: modesta mobilità, però. Con l’Arsenal non vede la palla, con squadre come Genoa e Livorno impone la sua classe. È da medio circuito italiano. Il Napoli per un lungo tratto del primo tempo si è schierato nel 4-4-2 caro al primo Benitez. Il Livorno nel suo velleitario 3-5-2: con terzetto che arretra piuttosto che aggredire, aprendo varchi. Folle contro un Napoli micidiale anche in forma opaca negli ultimi trenta metri. Pandev, Mertens, Callejon, Hamsik, Insigne si combinano in tagli incrociati, entrano facile in area, aprirebbero anche un caveau. Il gol recupera Hamsik, ibernato finché marcato da un giocatore di grande futuro: il ventenne ghanese Joseph Alfred Duncan, tesserato Inter, centrale davanti alla difesa, un disco rosso per lo slovacco che ritrova se stesso con la rete. Ha 13 giorni da investire in lavoro e serenità.
Fonte: La Repubblica

La Redazione
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