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ESCLUSIVA – Lanciano Primavera, Alfieri: “Il Napoli ha un organico superiore al nostro ma…”

"La Federazione dovrebbe obbligare le società ad investire sui settori giovanili come avviene in altri Paesi d'Europa"

Dopo il pareggio in trasferta contro l’Avellino, la Primavera del Napoli ritorna tra le mura amiche del centro sportivo di Sant’Antimo, dove ha conquistato diciassette dei diciannove punti portati a casa finora. Sabato alle 14:30 arriva il Lanciano, ottavo in classifica con ventisette punti, ben otto in più del Napoli di Saurini, terzultimo davanti a Latina e Avellino. Per saperne di più sul prossimo avversario degli azzurrini, abbiamo intervistato in esclusiva Salvatore Alfieri, allenatore della Primavera del Lanciano. Ecco l’intervista:

Ottavo in classifica con ventisette punti, il suo Lanciano vede la zona play-off, distante solo sette punti. Quali sono le vostre ambizioni? Solo far crescere i ragazzi o sognate la storica qualificazione ai play-off?

“L’obiettivo prioritario è far crescere i ragazzi, mancano ancora tante partite alla fine del campionato, può succedere ancora di tutto. Siamo il Lanciano, il nostro compito è occuparci del percorso compiuto dai ragazzi. Realtà come Palermo, Lazio e Roma compiono altri investimenti per il vivaio e la Primavera”

Nelle prime sei gare del 2016 avete portato a casa due vittorie, un pareggio e tre sconfitte. A gennaio avete perso giocatori come Tassi e De Cerchio, quanto ha inciso la loro assenza?

“Si tratta di ragazzi molto interessanti e, quindi, la loro assenza ha inciso. Abbiamo perso molto soprattutto in attacco perchè oltre alla partenza di Tassi c’è stato l’infortunio di King Udoh ma i ragazzi che hanno giocato al loro posto si sono resi protagonisti di buone prestazioni rivelandosi all’altezza”

Tra voi e il Napoli ci sono otto punti di distacco. Che idea si è fatto della formazione di Saurini? Come si spiega questo vantaggio maturato pensando anche alla gara d’andata vinta dal Lanciano per 2-0?

“All’andata vincemmo 2-0 ma il Napoli dominò ed ebbe tre-quattro palle gol nitide. Abbiamo segnato un gol dopo trenta secondi, un altro alla fine della gara ma il Napoli ha avuto costantemente il pallino del gioco. Gli azzurri esprimono sempre delle belle realtà, hanno anche degli ottimi giocatori come il centravanti Negro, gli esterni molto rapidi. Gli otto punti sono frutto di tante circostanze, il calcio giovanile è particolare, non sempre i ragazzi riescono ad avere continuità nelle prestazioni. Il loro organico è superiore al nostro, in casa ha conquistato buoni risultati come la vittoria contro l’Empoli. Mi aspetto una bellissima partita con ritmi altissimi”

Nel suo organico ci sono due ragazzi napoletani classe ’98 molto interessanti: il difensore Pollice scuola Monteruscello in prestito dal Genoa e il centrocampista Di Napoli. Qual è il suo pensiero in merito compiuto da questi giovani calciatori?

“Si tratta di ragazzi interessanti e di buona prospettiva, sono dei ’98 e, quindi, hanno un anno di vantaggio rispetto ai ’97. Pollice è un difensore interessante, molto intelligente, è arrivato dal Genoa in prestito con diritto di riscatto, sta facendo molto bene e, se la società valuterà di fargli continuare la sua esperienza al Lanciano, può essere molto utile per la prossima stagione. Di Napoli è un centrocampista valido, dovrebbe crescere solo in termini di personalità”

E’ alla terza stagione nel vivaio del Lanciano. A che punto si sente riguardo alla sua avventura nel club rossonero?

“Quando lavori per tre anni in un club, ti senti un punto di riferimento perchè vuol dire che credono nel tuo lavoro e, infatti, la crescita è stata costante”

Durante la sua carriera da calciatore, ha collezionato 18 presenze in serie A e 111 in B, avendo come compagni di squadra giocatori del calibro di Dunga, Borgonovo, Massimiliano Allegri. Quali sono i suoi ricordi in tal senso?

“Stefano è stato un grandissimo uomo, un ragazzo sempre disponibile che purtroppo ha incontrato questo grave incidente di percorso che l’ha portato via. Allegri, Dunga, oltre ad essere dei grandi calciatori, erano degli uomini d’importante spessore. Non ho mai parlato con Massimiliano del possibile futuro da allenatori, eravamo giovani e pensavamo solo a fare i calciatori”

Dopo l’eliminazione dell’Italia dal Mondiale, si è innescato un dibattito nazionale sulla necessità di rifondare il calcio italiano, di ripartire dai vivai. A quasi due anni di distanza, ha notato dei cambiamenti concreti? Che idea si è fatto?

“Penso che la Federazione debba decidere cosa fare. In altri paesi d’Europa, le società non hanno la libertà assoluta di fare quello che vogliono. La Federazione obbliga, fornendo anche un contributo economico, i club ad investire una determinata quota sul settore giovanile pena la mancata iscrizione al campionato. In Italia molti “si sciacquano la bocca” con la fiducia nei vivai ma non s’investe abbastanza su risorse umane e strutture”

A cura di Ciro Troise e Gilberto D’Alessio

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