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La settimana del Napoli a due facce

Il Napoli ha bisogno di tempo per trovare la continuità, ma l'Europa League non aspetta

Il Napoli otto giorni fa sbancava Marassi. I tifosi partenopei sembravano aver ritrovato una compagine determinata e tatticamente quadrata, con la giusta distanza tra i reparti. Aleggiava la preoccupazione sulla continuità dell’atteggiamento mentale e tattico visto al “Ferraris”, ma come al solito la “variabilità del termometro dei sentimenti” verso l’entusiasmo faceva dimenticare i problemi. Mercoledì è arrivata la doccia fredda contro il Chievo al San Paolo, con la prima sconfitta stagionale e l’astinenza dalle vittorie in casa che si prolunga. L’ultima vittoria è datata 19 Agosto: Napoli-Elfsborg 1-0, gol di Lavezzi. Tutti s’interrogavano su quale fosse il vero Napoli, riflettendo sulla forma fisica e sulla questione delle alternative. Contro la compagine di Pioli, invece, c’è stato un semplice problema di approccio mentale; infatti, gli azzurri, sulla spinta psicologica della vittoria di Marassi, sono passati in vantaggio ed hanno rischiato il raddoppio, poi si sono rilassati, come dimostrano le disattenzioni difensive che hanno portato ai gol di Pellissier e Fernandes. Il Napoli ha creduto di poter gestire l’incontro, invece la formazione di Mazzarri non ha le caratteristiche per svolgere questo compito, allora deve tenere l’avversario lontano dalla propria metà campo attaccandolo, coprendo gli spazi e ripartendo continuamente con intensità, mantenendo sempre la squadra corta. A Cesena Mazzarri, ha applicato un turn-over ampio, cambiando cinque undicesimi della formazione scesa in campo contro il Chievo. Il Napoli nel primo tempo ha dominato la compagine romagnola, che non si è mai resa pericolosa, mentre gli azzurri hanno sfiorato il gol con Lavezzi. Gli uomini di Mazzarri non hanno prodotto molto perché l’assenza di Cavani ha tolto profondità alla manovra del Napoli. Infatti, Sosa e Lavezzi si muovevano negli spazi stretti e spesso andavano entrambi verso il pallone, senza aggredire gli spazi. Quando il “Pocho” si è inserito tra le maglie dei difensori del Cesena, allora ha seminato il panico. Sosa e Yebda, non sono stati particolarmente brillanti, ma hanno dimostrato di avere le qualità per affermarsi nel Napoli. Mazzarri deve lavorare su entrambi i due acquisti per farli crescere ed integrarli nei suoi schemi. Sosa ha dimostrato di avere grandi qualità tecniche, deve crescere però sotto il profilo della rapidità d’esecuzione. Nel campionato italiano, a differenza di quello tedesco ed argentino, i ritmi sono più alti e bisogna più essere veloci nelle giocate. Inoltre il Napoli punta molto sulle ripartenze veloci e nel primo tempo “El Principito” ha spesso rallentato gli attacchi del Napoli. Yebda, invece, ha dimostrato di avere le caratteristiche per giocare al fianco di Gargano; infatti, l’algerino è dotato di senso della posizione, è essenziale nel contrastare e far ripartire l’azione. Il Napoli, però, continua a dipendere da Gargano perché, quando manca l’uruguagio, il centrocampo non riesce a velocizzare l’azione, limitando così l’esplosività di Lavezzi e gli inserimenti di Hamsik. Mazzarri dovrà lavorare per far crescere Yebda sotto questo punto di vista, come ha fatto con Pazienza, che oggi, oltre a dare un contributo in termini di quantità e di attenzione tattica, è cresciuto moltissimo nella fase d’impostazione, migliorando nella visione di gioco ed acquisendo coraggio in fase di costruzione della manovra. Il tecnico toscano inoltre mostra una predisposizione a lavorare sul rendimento dei mediani, come dimostrano la crescita di Palumbo e l’inserimento di Poli alla Sampdoria. Bisogna dare tempo al Napoli; tutte le squadre, in questo campionato strano, stanno alternando grandi prestazioni a debacle inaspettate. Il Napoli, inoltre, ha un gruppo giovane e “sudamericano” nell’anima, quindi ha difficoltà a garantire un rendimento regolare. Certamente, però, quando tutti gli elementi a disposizione saranno integrati negli schemi del tecnico, allora gli azzurri avranno sicuramente più continuità nel rendimento. Purtroppo, però, l’Europa League non aspetta ed il Napoli, giovedì, scenderà in campo per una sfida molto importante nell’ottica del superamento del girone, contro lo Steaua Bucarest. La società, sia per la crescita a livello sportivo che economico, crede molto in questa competizione, vuole passare il turno perché, a prescindere dalle provocazioni ai “reggitori del sistema calcio internazionale” di De Laurentiis, l’Europa League garantisce importanti introiti per gli incentivi Uefa, diritti televisivi e botteghino.

I dirigenti partenopei hanno già stabilito un premio per i calciatori, in caso di approdo ai sedicesimi. Dopo la trasferta di Bucarest, il Napoli sarà atteso dall’impegno casalingo contro la Roma. La vittoria contro i giallorossi manca dall’11 Maggio 1997 (1-0, gol di Caccia). La Roma avrà due giorni di riposo in più perché affronterà martedì in Champions League il Cluj all’Olimpico; le contraddizioni del calendario di serie A sono evidenti quando, dopo Napoli-Liverpool, gli azzurri affronteranno il Milan di lunedì sera, scelta che poteva essere compiuta anche per la sfida contro la compagine di Ranieri. De Laurentiis, dopo la vittoria di Cesena, ha ripetuto che l’obiettivo del Napoli è collocarsi tra il quinto ed il decimo posto. Il presidente non vuole mettere pressione alla squadra, che ha già dimostrato di cadere spesso in apprensione soprattutto al San Paolo, ma è a conoscenza che il Napoli deve crescere, sia riguardo il lato sportivo che economico, confermando la qualificazione alle coppe europee, Inoltre, muovendosi bene sul mercato di Gennaio, regalando un difensore ed una prima punta a Mazzarri, il Napoli deve stare alla finestra perché una grande, tra Juventus, Roma e Milan può sempre crollare, e bisogna farsi trovare pronti per coronare il sogno Champions, anche se la rosa non è attrezzata per raggiungere quest’obiettivo, ma in verità non lo era neanche quella della Sampdoria nella scorsa stagione. Quest’anno, a causa del possibile sorpasso della Germania nel ranking Uefa, potrebbe essere l’ultimo in cui basta anche il quarto posto.

 

Ciro Troise

 

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