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Analisi Tattica Napoli Calcio

Atalanta – Napoli, l’analisi tattica: marcatura a uomo e solidità per l’Atalanta, il Napoli cresce esponenzialmente dalla mezz’ora

Col passare dei minuti, la pressione azzurra costringe l'Atalanta ad abbassare il proprio baricentro e a concentrarsi soprattutto sulla fase difensiva

VERSO LA GARA – Allo stadio ‘Atleti Azzurri d’Italia’, il Napoli affronta i padroni di casa dell’Atalanta nell’ambito della ventunesima giornata del campionato di Serie A – la prima dopo la sosta. Sarri cerca la rivincita contro Gasperini – che in stagione ha già eliminato gli azzurri in Coppa Italia – e conferma per 10/11 i suoi titolarissimi, costretto a fare a meno dal primo minuto di capitan Hamsik, che è in settimana non si è allenato al meglio a causa dell’influenza. Hysaj e Mario Rui agiranno da esterni bassi, con Albiol e Koulibaly centrali difensivi, mentre Zielinski va ad affiancare Jorginho ed Allan per sopperire all’assenza di Hamsik. In attacco, Insigne e Callejon sono schierati nel tridente offensivo come esterni a supporto di Mertens punta centrale. Nell’Atalanta, Gasperini imposta un 3-4-1-2 con Toloi, Caldara e Masiello centrali di difesa, Cristante e Freuler interni di centrocampo e Hateboer e Spinazzola sulle fasce. In attacco, Ilicic agirà da trequartista alle spalle del tandem composto da Cornelius (che viene preferito dal’ 1’ a Petagna) e Gomez.

LE CHIAVI DEL MATCH – Fin dai primi minuti di gara, l’Atalanta dimostra di voler sfruttare in maniera assidua la marcatura a uomo per contenere i movimenti degli azzurri: in particolare, Gasperini schiera Ilicic in marcatura su Jorginho per cercare di limitare il Napoli in fase di impostazione, costringendolo spesso ad avviare l’azione con Albiol – forse l’unico calciatore di Sarri a non essere pressato assiduamente dai bergamaschi. L’ottimo lavoro di Ilicic in fase di copertura è inevitabilmente dispendioso e spesso non consente al calciatore sloveno di supportare al meglio le ripartenze dell’Atalanta quando viene recuperato il pallone. Dopo i primi venti minuti, il Napoli cresce in maniera esponenziale – pur rivelandosi aggressivo e piuttosto alto già ad inizio gara – e costringe l’Atalanta per converso ad abbassare il proprio baricentro e a concentrarsi soprattutto sulla fase difensiva, mentre in precedenza i padroni di casa si erano proiettati spesso nella metà campo avversaria, sfruttando le fasce e rendendosi pericolosi con le sovrapposizioni. Nella ripresa, gli azzurri continuano a premere sull’acceleratore e vanno vicinissimi al goal del vantaggio con Callejon: soltanto un intervento provvidenziale di Berisha preserva il risultato; al 61’, Gasperini manda in campo Gosens al posto di Spinazzola. Al 65’ Mertens porta in vantaggio il Napoli, ponendo fine al proprio digiuno da goal: l’attaccante belga viene servito splendidamente sulla corsa da Callejon con l’esterno, si inserisce in area di rigore e batte Berisha con una conclusione di destro. Al 72’, l’Atalanta abbozza una reazione al goal con una potente conclusione dal limite dell’area di Cristante, ma Reina si fa trovare pronto e smanaccia il pallone. Subito dopo, Sarri manda in campo Hamsik al posto di Insigne, con Zielinski che va a posizionarsi a sinistra nel tridente; nell’Atalanta, invece, Haas e Orsolini vanno a rilevare Ilicic e Toloi. I padroni di casa dunque si dispongono con un 4-2-3-1, con Freuler e Haas in mediana, Cristante nel ruolo di trequartista, Orsolini e Gomez esterni offensivi rispettivamente di destra e sinistra e infine Cornelius prima punta. Successivamente, il Napoli sostituisce Zielinski con Rog a causa di un problema muscolare; al 91’, Sarri spende l’ultimo cambio a sua disposizione, mandando in campo Maggio al posto di Callejon anche per fornire maggiore copertura alla squadra in vista del preventivabile ultimo assalto dell’Atalanta nel finale di gara. Il Napoli conquista dunque tre punti preziosissimi per la lotta Scudetto su un campo a dir poco ostico – storicamente per il Napoli, ma non solo – e contro una squadra organizzata benissimo dal punto di vista tattico.

 

A cura di Mariano Menna

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