L’allenatore della Primavera del Napoli Giampaolo Saurini ha parlato nel post-partita di Napoli-Verona, gara valida per i quarti di finale della Viareggio Cup. Ecco quanto sottolineato da IamNaples.it.
“Abbiamo fatto un ottimo torneo, resta l’amaro in bocca per come è andata. Nel secondo tempo soprattutto non siamo riusciti a concretizzare la mole di gioco prodotta, ultimamente la lotteria dei rigori ci condanna sempre, anche contro la Lazio in Coppa Italia è andata così. Usciamo dalla Viareggio Cup imbattuti, subendo un solo gol in cinque partite. Abbiamo disputato un torneo sopra le righe, ci ha fatto crescere ma l’amaro c’è. Da tre anni sono a Napoli, abbiamo ottenuto risultati importanti e inaspettati, siamo arrivati in finale di Coppa Italia davanti a 35000 spettatori. Bisogna guardare avanti e migliorarsi, abbiamo una buona sinergia con la prima squadra, adesso torneremo a Napoli e ricaricheremo le energie per tornare a compiere il nostro lavoro quotidiano. Ai ragazzi ho detto solo bravi, non ricordo un’azione pericolosa del Verona, nel secondo tempo siamo stati quasi totalmente nella metà campo del Verona. La lotteria dei rigori ci condanna, il plauso va fatto, cercheremo di migliorarci e di dare il massimo fino alla fine della stagione. Il campo oggi era bello, sapevo che giocando in un certo modo potevamo mettere in difficoltà il Verona, ci è mancato il guizzo in attacco. Il calcio è questo, se non fai gol ai rigori può finire in qualsiasi risultato. Avremmo meritato di continuare, ai punti dovevamo passare noi ma questo è uno sport diverso. Lavoriamo dall’inizio dell’anno sotto determinati aspetti, la fase difensiva si è perfezionata, abbiamo avuto tanti problemi anche in campionato nel girone d’andata, questa squadra ha un’anima, un’identità, sono meticoloso, attento ai particolari. Vedo molto spesso ciò che fa la prima squadra, credo che abbiamo creato qualcosa di positivo, cercheremo di migliorare nei prossimi tre-quattro mesi e poi a fine stagione tireremo le somme”
Dai nostri inviati ad Altopascio Dario Gambardella e Antonio Balasco
