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ESCLUSIVA – Bruscolotti: ”Il primo pensiero del 10 Maggio ’87 fu che il sogno si stava realizzando. Sul Napoli di Sarri dico che…”

''Diego era la ciliegina sulla torta di quella squadra. Allodi fu bravo ad allestire quella squadra. C'è ancora un forte gap con la Juventus"

Giuseppe Bruscolotti, ex capitano e bandiera del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni in esclusiva ad IamNaples.it in vista del trentesimo anniversario della vittoria del primo scudetto.

Mi può dire il suo primo pensiero del 10 maggio 1987?

”Il pensiero che ci stavamo avvicinando sempre di più è che eravamo arrivati al giorno fatidico, quello che Napoli e i napoletani aspettavano da tempo. Io avevo scelto di venire e poi di rimanere a Napoli per vincere questo titolo, che poi per fortuna o per meriti siamo riusciti a conquistarlo. Insomma il primo pensiero era che il sogno si stava realizzando”

La partita chiave di quel campionato fu la vittoria del Napoli a Torino contro alla Juventus, ma può dirmi quando ha capito che fosse l’anno buono? Ad esempio un allenamento o un avvenimento specifico.

”Di partite importanti ce ne furono tante, ma forse quella con la Juventus, considerando il valore dell’avversario, ci diede più convinzione. Durante l’anno, durante il cammino abbiamo capito di farcela. Le prime tre-quattro partite non le giocammo bene e i risultati non furono soddisfacenti, ma dopo quelle prime giornate decollammo.”

Diego Armando Maradona ebbe naturalmente un grandissimo peso specifico ma ci può raccontare la programmazione di quel successo, le scelte decisive di Ferlaino, Marino, Allodi e Bianchi?

”Il protagonista principale di quella vittoria fu il gruppo, poi chiaramente avevamo la ciliegina sulla torta che era Diego. Allodi aveva avuto il merito di allestire quella squadra.”

La sfortuna di questo Napoli nel non riuscire a combattere per il tricolore è stata una Juventus cosi forte?

”I fatti dicono che ci sia ancora un divario tra la Juve e le altre squadre. Fino a quando non riduci il gap, non si può parlare di vincere il campionato. Per vincere il titolo devi lottare, stare vicino in classifica e quindi non puoi avere un distacco di 10 punti.”

Perchè il Napoli subisce così tanti goal e Sarri può limare questa carenza?

”Sicuramente Sarri ci sta lavorando, il mister ha anche ribadito in conferenza stampa che stanno lavorando molto sulla fase difensiva. L’augurio è quello che lavorandoci sempre si possa trovare un assetto più compatto e quindi prendere meno gol”

Napoli aspetta da ventisette anni un trionfo come quello del tricolore. L’ambiente napoletano per lei adesso è più maturo rispetto a quei tempi? Ci sono meno alti e bassi? Ci sono meno pressioni?

”Gli alti e bassi ci sono sempre. Nel calcio contano i risultati e quando c’è l’entusiasmo è chiaro che allo stesso modo c’è l’abbattimento, ma è il frutto dell’amore incondizionato dei tifosi napoletani e per questo bisogna capirli. La cosa più importante è che la gente continui a seguire la squadra.”

Basta al Napoli per essere vincente l’attuale struttura societaria, non sarebbe necessario implementarla con figure storiche come lei?

”Della società non ne parlo. E’ compito loro decidere come organizzare l’assetto societario”

Il difensore che le assomiglia di più ora?

”Le somiglianze lasciamole perdere. Anche se prende goal, la difesa del Napoli qualitativamente è una buona difesa. Mi permetto di dire che può migliorare ancora”

Quando la iniziarono a chiamare “Pal e fierr”?

”Esattamente non mi ricordo esattamente, ma dopo qualche anno che stavo a Napoli. Mi chiamavano così perchè andavo tosto e sicuro sul pallone e gli avversari quando sbattevano contro di me tornavano indietro”

Il giocatore più forte che ha marcato o quello che le ha dato più fastidio?

”Li ho marcati, le prime punte italiane e straniere, insomma tutti gli attaccanti forti dell’epoca in cui giocavo io”

Mi può dire un nome di un giocatore promettente che ha incontrato nel suo percorso e che ha reso meno rispetto alle sue aspettative?
”Ora non mi viene nessun nome in particolare. All’epoca a Napoli c’erano molti giovani napoletani che giocavano in maglia azzurra. Il calcio è anche questo, non tutti riescono ad arrivare ad alti livelli. C’è chi è arrivato in Serie A e chi si è fermato nelle categorie inferiori.”
Un aneddoto su Diego che non ha mai detto?
”Gli aneddoti che si potevano raccontare già l’ho detti. Altre cose non si possono dire e restano ancora chiuse tutte nello spogliatoio.”

 

A cura di William Scuotto

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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