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ESCLUSIVA – Di Mascio (All. Ascoli Primavera): ”Il nostro obiettivo è quello di maturare esperienza. Domani dovremo essere bravi ad interpretare il match. Su Verratti…”

"Poche società italiane credono veramente nei propri settori giovanili. Il nostro settore giovanile fra qualche anno porterà i suoi frutti"

Dopo le ultime tre sconfitte consecutive tra campionato e Coppa Italia la Primavera di Saurini affronterà domani l’Ascoli al centro sportivo di Sant’Antimo. Gli azzurrini proveranno a conquistare i primi tre punti della stagione contro la compagine ascolana, ripescata all’ultimo minuto nel campionato Primavera. Alla vigilia del match di domani IamNaples.it ha intervistato l’allenatore della Primavera e responsabile del settore giovanile dell’Ascoli Cetteo Di Mascio:

Dopo la vittoria nella gara di debutto contro l’Avellino il suo Ascoli ha subito una brutta battuta d’arresto a Lanciano per poi pareggiare la settimana scorsa contro la Ternana: cosa può recriminare in queste prime giornate di campionato ai suoi ragazzi? Si è raccolto meno di quanto espresso in campo?

“Ai miei ragazzi non posso recriminare nulla perché hanno mostrato l’impegno necessario in campo. Purtroppo manchiamo un pò di esperienza perché oramai sono tre anni che l’Ascoli non partecipa ad un campionato del genere. Sono ragazzi che hanno disputato un campionato di Allievi Lega Pro, chiaramente totalmente diverso da quello A e B, mentre i restanti avevano disputato la passata stagione un campionato Berretti, ovviamente anche questo diverso da quello Primavera. Nella debacle di Lanciano purtroppo venivamo dalle due partite disputate in Coppa Italia, disputando ben quattro partite di fila e peccando in termini di condizione atletica”

Che campionato si appresta a fare il suo Ascoli? Quali sono le ambizioni in stagione?

“Noi siamo partiti da zero. Consideriamo che abbiamo dovuto prendere una sessantina di ragazzini dai classe 99′ in giù, tutti rigorosamente della nostra terra. Questa la dice lunga sul nostro riassetto organizzativo. Ci aspettiamo di utilizzare campionati nuovi per fare esperienza. Nel giro di due o tre anni l’Ascoli potrà tornare ad esser un buon settore giovanile, chiaramente ora siamo al di sotto dei club top come Napoli o Roma”

Il capitano numero 10 Manari è il leader del suo gruppo, oltre ad esser il giocatore più tecnicamente dotato non solo per i due gioielli messi a segno nella prima gara di campionato contro l’Avellino: che prospettive può avere questo ragazzo?

“Manari è un giocatore bravo ed è uno dei tanti 97’ sui quali stiamo puntando. E’ un giocatore dalle buone qualità tecniche, ma come lui ce ne sono anche altri nel gruppo”

Il Napoli Primavera proviene da tre sconfitte consecutive tra campionato e Coppa Italia contro Empoli, Roma e Crotone: come valuta il gruppo azzurro e quali sono le insidie da superare nella trasferta di Sant’Antimo di sabato prossimo?

Le insidie sono quelle che avremo in tutte le gare quest’anno, vedi la disfatta di Lanciano. Quindi ogni sabato dovremo lottare su ogni campo per cercare di maturare quanta più esperienza possibile. Per quanto riguarda il Napoli è chiaro che ha conseguito questi risultati contro squadre forti come Empoli e Roma, club tranquillamente paragonabili alle più blasonate Barcellona o Manchester City”

Il suo schema di gioco è improntato su un 4-3-3 offensivo, speculare a quello degli azzurri: quale pensa possa esser la chiave tattica per interpretare il match da parte dei suoi?

“Siamo ancora alla ricerca di un modulo ben preciso. Nel gruppo ci sono ancora 18-20 ragazzi, alcuni di loro nuovi e con solo un mese e mezzo di allenamenti. Ce ne vorrà ancora per trovare il giusto equilibrio, anche se come modulo stiamo provando diverse soluzioni possibili come il 4-3-3 o il 4-3-1-2. Ad ogni modo la squadra deve avere il coraggio di saper interpretare il match nel migliore dei modi. Sappiamo che nel girone di andata prenderemo qualche batosta di troppo, ma ciò ci servirà in futuro per costruire una squadra forte nel tempo”

Nell’ultima sfida pareggiata contro la Ternana ha potuto contare sull’ultimo acquisto effettuato dalla società, e cioè il difensore classe ‘95 Dario Del Fabro, che con la Primavera ha avuto modo di potenziare la sua preparazione atletica: spera in un suo contributo anche per la sfida contro il Napoli? Quanto pensa sia importante la presenza di giocatori militanti in prima squadra nel suo gruppo in termini d’apprendimento?

“Del Fabro è arrivato a corto di preparazione, mister Petrone l’ha mandato proprio con l’obiettivo di fargli ritrovare la condizione migliore. D’altronde proprio questa è la funzione che una squadra Primavera deve avere, ossia quello di esser sempre al servizio della prima squadra. Talvolta capita che nello schierare un giocatore della prima squadra in una posizione di campo a lui più congeniale si debba stravolgere l’assetto tattico della nostra squadra, e questo a volte può non giovare. Il nostro obiettivo è di crescere, sperando di dare in futuro qualche 97’ in Lega Pro ed in D in prestito, sperando poi che ritornino qui ad Ascoli pronti per mettersi in gioco nel nostro club”

Lei è entrato a far parte del settore giovanile dell’Ascoli nel marzo del 2014, prima come responsabile e poi vestendo i panni dell’allenatore da quest’anno:a cosa è dovuto questo cambio di posizione all’interno della società e come pensa stia maturando il processo di crescita del suo club?

“Ho fatto questo doppio ruolo prima a Pescara facendo 250 partite in Primavera, continuando a fare per tredici anni il responsabile del settore giovanile. Quando sono arrivato qui l’Ascoli era in Lega Pro, e chiaramente dedicare 5 ore al giorno solo per una squadra Berretti dove c’è da organizzare 7-8 squadre fino ai pulcini chiaramente richiedeva tante e troppe energie. Adesso la mattina riesco a coordinare il mio lavoro da responsabile, riuscendo poi a stare anche sul campo visto che in primis sono un allenatore di calcio”

Nella sua carriera può vantare diversi trascorsi nella Renato Curi e nel settore giovanile del Pescara, lanciando campioni del mondo come Oddo e Grosso: quali sono le caratteristiche sulle quali bisogna focalizzarsi per intravedere la stoffa di un potenziale campione?

“Nella società dilettantistica Renato Curi ho avuto la fortuna di vincere dieci titoli italiani giovanili. Oddo e Grosso, oramai sono allenatori. Ho visto nascere calcisticamente non solo loro, ma anche tanti giocatori come D’Aversa, Rossetti, Diakite, Ciofani, Croce, oltre a tanti altri ragazzi militanti attualmente in A e in B. Come caratteristiche da ricercare in un talento direi che in primis serve destrezza, personalità e capacità di lettura anticipata di ciò che sta accadendo in campo, chiaramente aldilà di un giusto mix tra qualità tecniche e fisiche”

A proposito di campioni, sotto la sua leva è passato anche Marco Verratti: il suo nome era stato accostato anche al Napoli qualche anno fa prima che spiccasse il volo per Parigi. Se l’aspettava un salto professionale così immediato da parte del regista della Nazionale?

“Credo che la gente dimentica che Verratti abbia ancora 22 anni. Nel suo ruolo sia in termini di gestione della palla che di capacità di gestione della pressione esterna è un ragazzo di valore assoluto. Non ricordo Pirlo alla sua età com’era, ma a 22 anni non so se abbia avuto la sua stessa personalità. In tal senso è strabiliante ciò che sta facendo”

Ora ad Ascoli ed in passato a Pescara ha ricoperto in un certo senso la figura dell’allenatore-manager, improntando sempre progetti di settore giovanili di tutto rispetto, vendendo giovani talenti italiani a club più blasonati: pensa che in Italia questa strategia societaria stia incontrando più difficoltà alla luce dei tanti acquisti provenienti dall’estero?

“Credo che nei campionati Primavera più del 30-35% i giocatori siano stranieri. Credo nella leva dei giocatori più giovani: se ci sono buon istruttori e si fa un buon lavoro di selezione e di organizzazione a partire dai ragazzini di 11-12 anni io credo che sia allora inutile andare all’estero, tranne magari optando per l’eccezione. Credo che si possano contare sulle dita di una mano le società che credono davvero nel proprio settore giovanile. A parole tutte le 80 società professionistiche dicono di crederci, ma chi lo fa veramente poi sono pochissime. Poi è chiaro che una società di una città più grande, come ad esempio Roma e Napoli, possa fare una selezione maggiore rispetto ad una piccola piazza come l’Ascoli”

 

Secondo lei, che nel 2001 ha trascinato la Primavera del Pescara alla finale scudetto contro la Lazio, quali squadre del Girone C spiccheranno il volo per la Final Eight quest’anno e chi è la candidata per lo Scudetto? 

“Io credo la Roma sicuramente, ha un organico imponente ed importante”

 

A cura di Gilberto D’Alessio

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