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Italia, Mancini si presenta: “I tifosi devono esserci vicini. Vorrei vincere Europei e Mondiali”

"Non credo sia un problema non allenare tutti i giorni, ma continuo a dire che ci sono sempre bravi giocatori, magari ci vorrà un po' più di tempo, ma credo che potremo mettere insieme una buona squadra"

“Sono emozionato perché la panchina della nazionale non è un qualcosa di banale. Voglio ringraziare commissario, subcommissario, Michele (Uva ndr), mi hanno fatto sentire quello che volevano al 100%. Sono orgoglioso, per uno come me che venne a Coverciano nel 1978 con l’under14… diventare l’allenatore della nazionale è una delle cose più belle. Sono felice per questa scelta anche per i miei genitori, penso siano felici. Ringrazio i tecnici che ho avuto da giocatore, sono stati molto importanti”.

Sul calcio spettacolo in Nazionale. “Penso che chi riesce a giocare bene – e non sempre accade, ci sono delle volte che non ci riesce – poi vince perché è migliore. Chiaro che noi cercheremo di avere il maggior numero di giocatori tecnici per un ottimo calcio”.

Su De Rossi e Buffon. “Beh, hanno dato molto alla nazionale. Sicuramente ci parleremo per capire le loro intenzioni, quando inizieremo a giocare chiameremo quelli più in condizione. Staff? Abbiamo avuto troppo poco tempo, ma non sarà un grande problema”.

Su Criscito. “In nazionale ci sarà spazio per tutti quelli che faranno bene, poi dovremo anche crescere, quindi punteremo sui giovani. Criscito è ancora al 100%, in Russia avevo finito la mia esperienza, sono molto felice di essere qui”.

Sui tifosi. “Dovremo essere noi a riavvicinarli, perché quando la nazionale gioca i tifosi sono tantissimi e sono molto vicini. Le altre cose sono dedizione, lavoro, tutte cose abbastanza normali. Sono tutti giocatori professionisti al 100%, molto seri. Una cosa importante è questa, i giocatori che arrivano alla Nazionale devono tirare fuori i sogni che hanno nel cuore. Quando uno pensa, da giovane, guardando le partite alla tv, uno sogna”.

Sui predecessori e l’approccio con le under, Roberto Mancini. “Credo che il ct abbia l’obbligo di stare vicino alle squadre minori, ma ci sono altri allenatori e non posso disturbare il lavoro dei colleghi”.

Sul valore politico della scelta, Roberto Fabbricini. “Noi del commissariamento non ne facciamo, dovevamo essere vicini in questo momento di transizione. Il tema del commissario tecnico lo abbiamo affrontato nel miglior modo possibile. È una scelta squisitamente tecnica”.

Sui problemi della nazionale. “Non chiedo stage, se avremo la possibilità ne faremo ma più per chiamare qualche giovane, per conoscerli meglio. Ma, come ho detto prima, i giocatori viaggiano ogni tre giorni, non è così semplice. Dovremo essere veloci a trovare una base di squadra da portare. Le seconde squadre sono un’ottima cosa, sperando che giochino molti italiani”.

Sui moduli, riparla Roberto Mancini. “Ora è difficile dire come giocheremo, allenarli e stare insieme mi darà la possibilità di capire meglio. Mi adatterò alle loro esigenze, alle loro qualità, poi decideremo cosa è meglio per la squadra”.

Sui dettagli del contratto, Michele Uva: “Riassume la volontà della parti, è un programma a medio lungo termine, con delle tutele necessarie, è un percorso condiviso e un utilizzo per i nostri sponsor dei diritti d’immagine. Sapevate prima di me i dettagli di natura economica, ci sono dei premi in base ai successi che la Nazionale. Ci sarà un prolungamento automatico in caso di qualificazione agli Europei”.

Sul ct che deve unire. “È difficile che un allenatore metta d’accordo tutti, non credo sia così semplice. Ci sono tanti tifosi, tutti quanti la pensano nel proprio modo. Speriamo di riportare l’Italia a vincere un trofeo importante”.

Sulla sfida più difficile della carriera. “Non so se lo sarà, se alleni un club quando non vinci sono tutti arrabbiati con te, qua sono 50 milioni di persone. È anche il bello, perché se vinci qualcosa di importante poi è una bella soddisfazione. La sfida non è semplice ma non c’è nulla di facile”.

Sull’importanza della nazionale. “Per noi è stato un lutto enorme, però queste cose accadono. Alle volte si dà la colpa all’allenatore e questo non è nemmeno giusto. Come siamo stati migliori al mondo, può capitare il momento difficile. Bisogna avere rispetto dei club e dei giocatori, ci sono tantissime partite. Dovremo cercare di dare una rosa di giocatori ampia, che dia la possibilità di far riposare qualcuno”.

Sulle possibili convocazioni. “Non credo sia un problema non allenare tutti i giorni, ma continuo a dire che ci sono sempre bravi giocatori, magari ci vorrà un po’ più di tempo, ma credo che potremo mettere insieme una buona squadra. Con Buffon parleremo per la partita di Torino. Abbiamo avuto poche ore, sono arrivato ieri mattina. I numeri? Alla fine sono undici in campo”.

Sulle idee. “Il mio rapporto con la nazionale è durato tantissimo, credo di essere stato l’unico ad avere come tecnici Bearzot, Vicini e Sacchi. Un periodo non fortunatissimo, ma sono stato tanti anni a Coverciano. Purtroppo non abbiamo vinto né Mondiale né Europeo, ci siamo andati vicini. Vorrei essere un ct perbene, vorrei portare l’Italia sul tetto del Mondo e d’Europa. La Nations League, primo appuntamento importante, è fra poco. Spero di riportare la nazionale ad alti livelli. C’è da lavorare molto, penso che potremo farcela”.

Sui ruoli di Pirlo e Balotelli. “Questa è la cosa più bella della Nazionale, non avremo problemi di questo tipo. I giocatori, in Italia, sono tanti, anche nei momenti difficili. Si possono trovare sempre calciatori con qualità. Sicuramente parleremo con Mario, probabilmente lo porteremo, fa parte di quei giocatori che vogliamo rivedere come agli Europei di Prandelli. Ci sono diversi giocatori che possono essere molto utili. Dobbiamo parlare con Pirlo e vedere cosa vorrà fare”.

Sulla scelta della Nazionale. “Penso che diventare il commissario tecnico sia la massima aspirazione per ogni allenatore. Poi nei momenti di una carriera, per ognuno di noi, c’è da prendere delle decisioni. Chi preferisce un club, chi ha bisogno di vedere i giocatori tutti i giorni. Sono tanti anni che alleno, questo è il momento giusto perché bisogna fare qualcosa per la Nazionale, non essere andati ai Mondiali – per chi tifa da sempre – è una cosa difficile. Credo che ogni tecnico aspiri a diventare ct”.

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