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Analisi Tattica Napoli Calcio

Il Napoli “scardina” il Carpi: il catenaccio non regge ad oltranza

Le iniziative del Carpi sono durate dieci minuti, poi il Napoli ha acquisito il dominio della gara

Riecco il Carpi di Castori affrontato all’andata in Emilia, e riecco i fantasmi di uno 0-0 che vide il Napoli imbrigliato da un avversario arcigno e votato a difendersi. Quelle tattiche che mettevano in crisi Benitez e che sembravano poter dare fastidio anche a Sarri. Ma ad inizio campionato era un altro Napoli, poi corretto in fretta dal tecnico toscano con un accorgimento tattico costato il sacrificio di Valdifiori. Il caso ha voluto che proprio Valdifiori fosse oggi di nuovo in campo e, a parte i meriti e demeriti del giocatore, riaffiorassero i vecchi problemi. Sì, perché con il regista basso la squadra è tornata a schiacciare il baricentro, rallentando di molto la circolazione della palla: ingredienti perfetti per stare al gioco di Castori, che ha allestito un’altra volta un catenaccio costruito su una fase difensiva fino a nove uomini, massima densità al centro, e marcature raddoppiate e triplicate. In verità il Carpi ha provato persino a cominciare la partita con più piglio e iniziativa, consapevole che il Napoli attuale, se lasciato giocare, non perdona. Ma il tentativo è durato appena dieci minuti, prima che i padroni di casa si accaparrassero il dominio del pallone e preparassero il solito assalto verso una porta sola. Nel primo quarto d’ora già si registravano tre occasioni per Higuain, grazie a qualche trama veloce e precisa, e alla sapiente regia di un Hamsik tuttofare sul centro-sinistra. Il possesso però si è presto trasformato in un rallentamento del ritmo, fino al 22’, quando un evidente rigore non concesso a Callejon ha innescato una reazione nervosa e risollevato un po’ l’inerzia della gara. Costruendo pericoli solo a folate, il Napoli nel primo tempo ha collezionato quattro palle-gol, tutte con lo stesso Callejon come protagonista. Ma tutte invano: il catenaccio del Carpi ha retto grazie alle scarse soluzioni della manovra azzurra, frenata dal baricentro basso e da un movimento senza palla deficitario.

La ripresa è iniziata in modo più intenso, quasi rabbioso, ma al 50’ un altro episodio ha penalizzato il Napoli, ancora una volta con il prescelto della giornata, Callejon, a cui è stata annullata una rete per fuorigioco apparso inesistente. Ma la tattica anestetica del Carpi è di quelle che costituzionalmente hanno un’efficacia a rischio: con troppi falli si collezionano cartellini, e con un sistematico gioco sporco in area di rigore non sempre si può farla franca. Così un rosso (ingiusto) a Bianco e poi un rigore (giusto) per trattenuta su Koulibaly hanno cambiato completamente le carte in tavola, castigando il Carpi e spaccando il catenaccio ricostruito e riciclato da Castori, a cui è andata bene la prima volta ma non la seconda. Fino alla fine il Napoli ha cercato il 2-0, pur senza eccellere per qualità e idee, mentre le rare discese del Carpi erano contenute da un Koulibaly sontuoso come sempre (una sola disattenzione veniale) e da un Albiol talvolta in affanno sul piano della velocità. Sarri ha ormai una macchina perfettamente oliata, ma forse in quest’occasione avrebbe potuto provare qualche variazione tattica, anche per risparmiare il motore in vista del big-match del prossimo weekend. Si è vista solo un’inversione di fasce tra Mertens e Insigne, e qualche doveroso richiamo verbale a Valdifiori. Insomma, un pomeriggio pigro un po’ da parte di tutti, forse per l’esaltante attesa della partita decisiva allo Juventus Stadium.

Lorenzo Licciardi

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