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Napoli col suo volto migliore, Roma annichilita. È l’inizio di una risalita?

Il lavoro di Benitez sembra avere i suoi frutti, ora occorre continuità in campionato

Dopo Napoli-Roma verrebbe da chiedersi: perché non si gioca sempre così? Quesito legittimo quanto parziale, perché da una parte si erano già visti progressi contro l’Atalanta (partita piuttosto sfortunata) e dall’altra c’è da considerare che la condizione migliore è il risultato di un percorso progressivo. Una crescita che in parte giustifica il mantra di Benitez, ripetuto in risposta alle (altrettanto giustificate) critiche per i punti persi per strada: stiamo lavorando. La domanda magari sarebbe: perché tanto tempo per raggiungere questa condizione? Perché partire con un handicap in campionato e regalare la Champions al Bilbao, che adesso naviga nei bassifondi della Liga dimostrando di non essere poi così irresistibile? La spiegazione può essere la solita, che la stagione è lunga e va programmata, tenendo in considerazione diversi fattori, e occorre pazienza e lungimiranza – si osservi proprio il calo della Roma, che dalla sua ha pur sempre una rosa più ricca di quella azzurra (si guardi il centrocampo), e malgrado ciò sta attraversando già in autunno un periodo di stanca.

Congetture a parte e badando solo alla partita secca, al San Paolo si è visto un monologo piuttosto indiscutibile, anche perché la Roma ha fatto ben poco per impensierire i padroni di casa, avviluppata nella fitta tela imbastita da Benitez, che ha messo in campo una formazione corta, alta e votata al pressing. Il piglio e la concentrazione si sono visti da subito, così come l’atteggiamento aggressivo: e al 2’ già era 1-0 per una mezza rovesciata di Higuaìn. Che la giornata fosse delle migliori si è capito dal fatto che il Napoli, acquisito il vantaggio, ha continuato a premere, tanto che al 10’ De Sanctis si è superato su un gran tiro a giro di Insigne (ispiratissimo nel primo tempo) e solo l’incrocio dei pali ha fermato una splendida conclusione di Callejòn al 12’. La Roma restava arretrata, senza idee, lenta, per il Napoli è stato un dominio per almeno venti minuti, e quando gli ospiti hanno provato a rinvenire, la squadra azzurra ha retto con ordine e disciplina, raddoppiando sistematicamente Gervinho grazie all’ottimo lavoro di Koulibaly e Ghoulam. Intorno al 30’ il Napoli ha mostrato di saper anche gestire la palla, finalmente con un palleggio preciso, cercando di gestire un risultato che, fino a quel punto, avrebbe potuto (e dovuto) essere anche più rotondo. Tanto che al 42’ si è sprecata l’ennesima occasione, quando Hamsik ha preso la traversa dopo che Higuaìn non aveva sfruttato un eccezionale assist di Insigne.

Nella ripresa la Roma ha provato lentamente a far notare la propria presenza nel match, alzando i terzini e i centrocampisti, con questi ultimi molto liberi di spaziare e invertirsi di posizione. Il Napoli ha commesso qualche errore in impostazione, Florenzi ha sfiorato il pari, ma al 62’ erano ancora gli attaccanti azzurri a mangiarsi le mani, per un’occasione fallita da Callejòn con un debole cucchiaio salvato dai difensori giallorossi, al termine di una grande azione personale di Koulibaly. Garcia ha provato le carte Destro-Iturbe, Benitez ha risposto togliendo uno spento Hamsik per inserire Gargano, dirottando Jorginho più avanti. Dal 65’ le squadre si sono allungate molto, ma hanno anche rallentato per stanchezza, è successo poco o nulla per una Roma senza idee e un Napoli che pensava a controllare la partita, affacciandosi con prudenza dalle parti di De Sanctis. E nel finale proprio Gargano ha contribuito a recuperare una palla a centrocampo, favorendo la verticalizzazione di Inler per Higuaìn, che si è confermato anche ottimo uomo-assist offrendo a Callejòn la palla del riscatto, che l’esterno spagnolo stavolta non ha fallito: 2-0 e partita chiusa.

 

Lorenzo Licciardi

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