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La favola Insigne ha scritto un altro pezzo di storia: la forma atletica e la duttilità tattica per dribblare i dubbi di Prandelli

Dai test atletici all'infortunio di Montolivo, ricostruiamo la settimana intensa di Lorenzo Insigne

L’estate sta arrivando, il calcio giocato va in vacanza. L’argomento principale del caldo pallonaro è il mercato, la fiera dei sogni. Il Napoli ha preso Koulibaly e si è un po’ defilato, ma Bigon e lo scouting azzurro sono sul pezzo. C’è tanto da fare tra acquisti e cessioni, la priorità va data proprio all’opera di sfoltimento della rosa. Se non decollerà il mercato in uscita, difficilmente si accelererà per i movimenti in entrata. Zuniga e Behrami hanno avuto dei contatti con Mazzarri, il canale con l’ex allenatore azzurro non si è mai spezzato. Per il colombiano si attende il Mondiale, Benitez e De Laurentiis non hanno nessuna intenzione al momento di farlo andare via. E’ diverso il discorso su Behrami, messo in lista di sbarco da Rafa. Tra Mazzarri e Behrami la stima è reciproca ma la priorità dell’Inter è un centrocampista più simile alle caratteristiche di Luiz Gustavo, il profilo indicato dall’allenatore di San Vincenzo. Un mediano di rottura potrebbe essere un secondo rinforzo per la mediana nerazzurra. Si tratta Xhaka del Borussia Moenchagladbach e inoltre sullo svizzero la dirigenza nerazzurra ha anche dei dubbi sulle condizioni fisiche e sugli infortuni che hanno tormentato la sua annata. L’operazione può decollare ma ha tempi lunghi, potrebbe svilupparsi dopo il Mondiale se non arriveranno al Napoli altre proposte più interessanti. Dzemaili potrebbe andare al Borussia Moenchagladbach, non esiste nessuna trattativa con l’Inter nè per lui nè per Maggio.

In entrata il Napoli lavora fortemente sul centrocampo, Gonalons è un nome di secondo piano, sempre sul taccuino ma si valuta un nome di prima fascia. Sembra che Mascherano rinnovi con il Barcellona, i contatti sono sempre più proficui per la società blaugrana. I nomi caldi in chiave azzurra sono Mario Suarez dell’Atletico Madrid e Sandro del Tottenham. Bigon è attivo anche sugli esterni bassi: a destra Janmaat piace molto e potrebbe essere uno dei prossimi acquisti dopo aver definito la cessione di Maggio. L’eventuale arrivo dell’olandese non escluderebbe quello di Arbeloa poichè con la cessione di Maggio ci sarebbe solo Mesto in quella zona di campo.

Il mercato occupa i sogni dell’estate ma il Mondiale ha una grande rilevanza che per un mese tiene incollati gli occhi del calcio internazionale. Domenica sera una notizia ha scosso la giornata dei napoletani: la convocazione dello scugnizzo Lorenzo Insigne al Mondiale brasiliano. Un piccolo pezzo di storia calcistica: un ragazzo del Napoli, cresciuto nel settore giovanile, va a disputare la competizione più importante. Un altro mattone di una favola stupenda che ha portato un ragazzo in tre anni dall’exploit di Foggia in Lega Pro ai 23 di Prandelli.

E’ stata una settimana intensa per Insigne che, come al solito, ha scelto la strada del lavoro tattico, tecnico ed atletico senza pensare ad altro, concentrandosi solo sugli allenamenti. Mentre tutte le griglie di giornali e tv lo facevano fuori con la sicurezza di chi sa tutto ed in realtà non sa nulla, lui vinceva i test atletici, soprattutto quelli sulla resistenza, in cui primeggia anche a Castelvolturno. Le doti tecniche sono note da anni, Lorenzo ha scoperto quelle atletiche nelle ultime due stagioni in cui si è sacrificato in un ruolo non suo. Nel 4-2-3-1 di Benitez copre ancora più metri rispetto a quanto faceva con Mazzarri. Il sacrificio aiuta a crescere, forma la mentalità da calciatore e l’ha aiutato ad acquisire i movimenti nella fase difensiva.

Le dichiarazioni dell’agente Fabio Andreotti a Radio Crc sono state ingigantite, non c’è nessuna rottura tra Benitez e Insigne; le parti si chiariranno con un incontro previsto a breve. Lorenzo, dopo essersi adattato in un ruolo non suo, vuole affrontare la prossima stagione in un ruolo più adatto alle sue caratteristiche, che gli permetta di stare con più lucidità negli ultimi trenta metri e il 4-1-4-1 che Benitez ha provato nel finale di campionato potrebbe aiutarlo. Gliel’ha detto anche Prandelli durante gli allenamenti: “Quest’anno dovevi esplodere, ti sei sacrificato”, le parole sussurrate dal ct.

Il caso potrebbe aprirsi se il Napoli non volesse venire incontro alle sue esigenze, farlo in maniera prematura non ha senso, alimenta solo fastidiosi veleni.

Mentre tutti davano per scontata l’esclusione di Insigne, Prandelli non aveva mai comunicato nessuna decisione a Lorenzo, come era avvenuto, invece, con i difensori, per Insigne si pensava anche ad un ruolo da ventiquattresimo. Il colloquio con Destro è arrivato nel pomeriggio di domenica, le qualità del romanista non si discutono ma la scelta è stata tattica: ci sono già due prime punte come Balotelli e Immobile. Ci sono dei motivi tattici anche dietro la partecipazione di Insigne al Mondiale.

Prandelli nell’amichevole contro l’Irlanda del Nord ha visto il suo pupillo Giuseppe Rossi in grande difficoltà, non si è fidato del suo stato atletico. Il modulo base resterà il 4-3-1-2, ma Prandelli tiene la porta aperta anche per il 4-3-3, il modulo con cui Lorenzo è esploso alla corte di Zeman. L’infortunio di Montolivo ha costretto Prandelli a valutare altre idee per il centrocampo e ha deciso di premiare la duttilità di Insigne che può giocare da trequartista o seconda punta con i due attaccanti e da esterno con il tridente. Un’arma da usare in più modi, era un peccato lasciarla a casa anche perchè si tratta della punta più in forma, considerando anche che Balotelli e Cassano per motivi diversi non sono al meglio.

Si sprecano in queste ore le attribuzioni dei meriti, tutti vogliono sentirsi un po’ partecipi di questo pezzo di storia calcistica. E’ ovvio che il pensiero va a Giuseppe Santoro, il suo scopritore, colui che ci ha creduto più di tutti, a tutti i lavoratori oscuri del vivaio azzurro che hanno lavorato sui suoi progressi, e a Zdenek Zeman che l’ha valorizzato. Ma la storia di Lorenzo Insigne è fatta di un grande lavoro personale, di una solidità mentale strepitosa che resiste, tranne qualche umano sbandamento, a pressioni, polemiche e sollecitazioni di ogni genere.

Affermarsi nel mondo del calcio è una strada piena di sacrifici, Lorenzo l’ha percorsa senza mai titubare. Il Mondiale è il premio alle vacanze mai compiute pienamente, ai giorni di sacrificio nella palestra del prof. Varracchio dopo il “rompete le righe” con le giovanili azzurre , a quella capacità dimostrata in tante situazioni di zittire con i fatti i “professori della certezza” che dicevano: “E’ troppo basso, dove va?”

Esaurita l’emozione per un momento storico, Lorenzo deve continuare sulla strada della fatica per togliersi altre soddisfazioni. Dietro la sua favola c’è una città che ha bisogno d’identificarsi in storie positive e quella di Lorenzo lo è.

 

Ciro Troise

 

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