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Il Pocho è diventato un bomber: “Voglio vincere con la squadra”

L’argentino a mitraglia in campo: dribbling e reti. Cinque volte in gol in 15 giorni: "Penso alla vittoria non ai record"

Ci sta provando gusto, il Pocho Lavezzi. Cinque gol in due settimane, in vita sua, non li aveva mai fatti. Neppure ai tempi felici in Argentina, neppure prima di incantare gli osservatori del Napoli e convincerli a portarlo qui e a staccare l’assegno da 5,5 milioni di euro per il San Lorenzo. Ezequiel fa il fenomeno e poco importa se la sua terza rete in campionato, dopo quella di Firenze e con l’Inter (nel mezzo la doppietta di Champions con il Chelsea), sia nettamente in fuorigioco. Un fuorigioco alla Pocho: un dribbling e uno scatto ubriacante sia per la povera difesa del Parma che per l’altrettanto povero assistente di Valeri, Giordano. Il guardalinee è tradito dalla corsa di rientro del Pocho, da quel suo modo di correre che lascia tutti senza parole. È avanti a tutti di almeno un metro, ma nessuno se ne accorge in presa diretta.
«Sono molto, molto contento per la squadra, abbiamo conquistato la vittoria in una domenica in cui abbiamo sofferto molto, perché il Parma ci teneva a questa gara. Io mi godo i tre punti che sono davvero fondamentali per la nostra stagione». Ha regalato la maglia ai tifosi, si è presentato ai microfoni di Sky a torso nudo, mostrando tutti i suoi tatuaggi. Il vecchio amico dei tempi di Napoli, Fabiano Santacroce, fino a quel momento fatidico era riuscito a metterlo in grossa difficoltà. I due, spesso, col pallone lontano, hanno dato vita a simpatici siparietti, con finte strattonate, risate e tante chiacchiere. «Io al mio record di gol neppure ci penso. Anzi, neppure mi interessa. Io voglio solo vincere più gare possibili con il mio Napoli, voglio soltanto fare più punti possibili in campionato. E poi voglio fare felice questo meraviglioso pubblico che anche qui ci ha seguito in massa».
Lavezzi condanna il Parma. «È una vittoria molto importante, su un campo non facile. Qui non vince quasi nessuno, quella di Donadoni è davvero una buona squadra». Lo dice pensando alla sofferenza immensa che i suoi compagni hanno provato per tutta la ripresa. Solo i suoi guizzi sono riusciti a tener su la squadra, ad evitare che l’assedio dei ducali divenisse un assalto al fortino: «È quello che devo fare, io ascolto sempre il mio allenatore. Sono soddisfatto per la prova di tutti e per la vittoria, è stata una gara straordinaria». Non fa dediche speciali. Magari in cuor suo pensa al ct Sabella che non lo ha convocato mercoledì in nazionale togliendogli la gioia dell’amichevole dell’Argentina con la Svizzera: «Io penso solo al mio Napoli, penso solo a dare il meglio di me». Il migliore in campo, ma non è una novità. Anzi. Lo è quando non incide, quando corre a vuoto e con poco aggressività. Come, per esempio, nel primo tempo. Ma i tifosi, quelli che hanno riempito la curva destinata agli ospiti e gran parte di quella centrale hanno cori e inni solo per lui.
Il Pocho lo sa bene. «Abbiamo dimostrato che al Chelsea non pensiamo ancora, che la testa è solo al campionato. La gente vuole il terzo posto e noi questo l’abbiamo capito. Ma noi non abbiamo mai fatto scelte, non ci siamo mai posti delle priorità. Vogliamo sempre vincere».
La metamorfosi sotto-porta del Pocho coincide con la striscia di quattro successi consecutivi (cinque aggiungendo la vittoria in Champions): «Lo ripeto, a me non imporatano i record, non importa fare gol. Sono contento solo quando vinciamo».
E Lavezzi ieri, dunque, era felicissimo. Anche perché sa che il modo migliore per sognare di andare avanti in Europa è vincere in Italia: «Certo ma noi non pensiamo al terzo posto. La nostra forze deve essere questa». La gente è li che urla il suo nome anche lungo le strade di Parma colorate di azzurro. Il mezzogiorno del Pocho è stato davvero di fuoco.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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