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Aik Solna, il portafortuna del cileno

Due prove positive contro gli svedesi con tre reti e una prova di carattere

Ventitre anni e venticinque presenze tra campionato e coppe. E poi, 3 gol e 3 ammonizioni: poco, molto poco per un attaccante con l’etichetta del futuro fenomeno acquistato per 12 milioni di euro.

CERCASI FEELING – La scheda di Eduardo Vargas si basa su questi numeri fondamentali: il suo rendimento non può certo definirsi sufficiente o soddisfacente, ma tant’è. Dei suoi problemi di ambientamento, della sofferenza per un posto da titolare mai conquistato, se non in Europa League, e del feeling smarrito sia con il gol sia le giocate che lo avevano reso famoso in Cile, s’è detto tanto, forse tutto, ma è bene cominciare a vedere anche qualcosa di buono dopo la partita con l’Aik a Stoccolma. Fermo restando un curriculum napoletano non ancora all’altezza.

I GOL – Ed è proprio con gli svedesi, in occasione della partita d’andata al San Paolo, che Edu ha realizzato i suoi 3 gol collezionati finora in azzurro: una tripletta. Una sorta di spartiacque tra il digiuno registrato prima e dopo quel momento: da quella notte, infatti, del Vargas goleador non v’è mai stata più traccia. Tre lampi nel buio, un tris calato così, di getto, e poi null’altro da segnalare.

I NUMERI – Complessivamente, dicevamo, l’attaccante sudamericano vanta finora 25 presenze con la maglia del Napoli sin dal gennaio 2012, cioè sin da quando il club azzurro lo ha acquistato: nella stagione precedente furono 10 le apparizioni in campionato, partendo sempre dalla panchina, 2 in Coppa Italia e una in Champions a Londra con il Chelsea. Nel finale disperato. Quest’anno, invece, 7 gli spezzoni in campionato per un totale di 109 minuti e tre ammonizioni (è diffidato); e 5 i gettoni di Europa League, per 379 minuti, con i famosi 3 gol.

TITOLARE EUROPEO – Al di là delle statistiche, spicca un dato su tutti: Mazzarri non lo ha mai schierato titolare in campionato. Neanche una volta. Una chance che, invece, gli è stata regolarmente offerta in Europa League. Un aspetto, questo, che racconta quanto difficile sia stata finora la sua esperienza azzurra. Soprattutto perché, in questa stagione, è il campionato il centro di gravità permanente del Napoli. La competizione che conta.
Fonte: Corriere dello Sport
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