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«Balotelli pusher a Scampia» Lui nega, ma scoppia il caso

Maurizio de Giovanni per “Il Mattino”

“Chissà se è vero, quello che l’esimio signor Armando De Rosa, pentito, ha detto ai pm: Supermario Balotelli spacciò per scherzo droga nel suo tour a Scampia. Chissà se è vero che lui, il nuovo bello e dannato che il calcio italiano propone al mondo, il fidanzato che ogni velina vorrebbe avere e al quale ogni puerpera vorrebbe attribuire il proprio figlio, nell’ambito del Safari della Cocaina che ha fatto nella nostra città abbia voluto provare l’ebbrezza dello spaccio, per qualche minuto rilevando la postazione di un pusher a Scampia. Per la verità, con la propria famosa raffinata eleganza, lo stesso centravanti ha smentito via twitter la cosa, salvo rimuovere immediatamente l’allegra comunicazione con la quale, nei proverbiali 140 caratteri, assimilava l’accusa a quella di utilizzo massivo della prostituzione e alla sodomia passiva (non proprio in questi termini, ma insomma). Non abbiamo difficoltà a credere che in effetti l’asserzione del collaboratore di giustizia sia, come dire, un abbellimento della propria deposizione, come l’affermazione dell’altro pentito che ha comunicato che il Pocho Lavezzi sia stato tra i tifosi che, non si sa quanto spontaneamente, applaudivano le gesta calcistiche amatoriali del boss Lo Russo, quello avvistato a bordo campo con l’accredito da giardiniere del San Paolo. Vero o no, bisogna complimentarsi col bravo Balotelli, che ha comunque voluto effettuare questo tour. Ma sì: perché fermarsi al trito e ritrito, il panorama del golfo, Capri, Sorrento e Pompei, quando si ha a disposizione una risorsa di assoluto valore mondiale come la piazza di spaccio più grande d’Europa? Quale luogo esiste più consono di questo, all’immagine del giovane miliardario sopra le righe, al simpatico mascalzone trasgressivo pieno di catene d’oro e orecchini di brillanti, al ragazzo dagli addominali scolpiti e dall’atteggiamento piratesco? Una ragazzata, si dirà. Una bravata innocente, come quella di fumare nella toilette del Freccia Rossa o di far esplodere dei fuochi d’artificio in casa il giorno del compleanno. Che ci sarà di male?
C’è di male, invece. Tanto ce n’è, di male. Caro Baotelli, tu sei un calciatore della nazionale. In te credono migliaia di bambini e ragazzi, volente o nolente sei un eroe del nostro tempi. Non è importante, a parte la rilevanza giudiziaria, che tu abbia voluto provare a spacciare per qualche minuto: è rilevante che tu abbia voluto fare il turista a Scampia, dando la luce sbagliata a quella vergogna della città, a quel tumore che non si riesce a estirpare, rendendolo un luogo da visitare come se fosse un monumento. Chissà cosa penseranno di questa tua simpatica bravata le mamme che non chiudono occhio quando i propri figli non rientrano di notte, o le fidanzate che vedono morire sotto i propri occhi ragazzi che cadono vittime di quella polvere bianca che hai visto passare di mano davanti a te. Per molti anni i tifosi del Napoli hanno dovuto ascoltare discorsi etici che sminuivano la grandezza del Capitano dei due scudetti, che in quel tunnel si era infilato rovinando una carriera che avrebbe potuto essere ben più lunga; e a nulla è valso rispondere che noi lo amavamo ugualmente, e che della droga era stato una vittima e non certo un turista. Il tuo compagno Osvaldo, caro Balotelli, è stato rimosso dalla nazionale solo per un tweet irrispettoso verso il proprio allenatore: cosa dovrebbe spettare a te, che irridendo il lavoro delle forze dell’ordine e la sofferenza di migliaia di famiglie italiane, hai voluto fare il tuo giro turistico della droga?
Chissà, magari è una buona idea. Magari il bus del Sighseeing dovrebbe prevedere una deviazione, prego, signori, alla vostra destra tre spacciatori e due clienti, scattate pure le vostre foto. E forse dovremmo inserire la tappa in un tour che prevede il motocross estremo in via Marina, e un torneo di golf a diciotto buche in via Posillipo. Grazie, Mario: dell’idea e della positiva pubblicità. Siamo tutti con te, nella battaglia contro il razzismo: ma ti prego, ricorda che una stupidaggine è una stupidaggine, qualunque sia il colore di chi la fa. E ti farebbe onore ammettere di averla fatta, questa stupidaggine. E chiedere scusa. Anche con un tweet”.

La Redazione

P.S.

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